GIOVANNINI Attilio sdb "Un Dio per amico. "

10 maggio 2015 | 6a Domenica di Pasqua - Anno B | Appunti per la Lectio
*Non vi chiamo più servi, ma amici
Siamo al discorso d'addio. Gesù dà le ultime consegne ai suoi, fa le ultime confidenze, affida loro la sua eredità.
La sua eredità è l'amore. Egli è vissuto per amarli e per loro amore va ora a morire. Vuole che capiscano questo amore e "rimangano" in questo amore. Questo amore lo chiede loro, ma in realtà
è lui che lo dona. Cioè non solo lui li ama, ma dona anche a loro di riamarlo.
E di questo amore svela tutto il mistero: da dove viene l'amore con cui li ama al punto di morire per loro? Ecco la grande rivelazione: esso parte dall'alto: viene proprio da Dio. Per questo è insuperabile.
Sì, Dio il Padre ama il Figlio, per cui si comunica a lui totalmente; il Figlio ama il Padre, per cui si restituisce totalmente al Padre da cui riceve tutto. Il loro mutuo amore, che essendo Atto puro è persona anch'esso (lo Spirito), forma la natura divina: Dio è amore.
Ora Dio, proprio perché amore, vuole comunicare se stesso agli uomini. Per questo manda il suo Figlio, che è la sua espressione perfetta, a mostrarci il suo volto e comunicarci questo suo amore. Il suo Figlio ha compiuto la sua missione:

*Padre, ho fatto conoscere il tuo nome,
affinché l'amore con cui mi hai amato sia in loro / e io in loro
Il Figlio, in altre parole, non ci porta solo se stesso, ci porta il Padre. Attraverso Gesù, noi raggiungiamo Dio! In Gesù partecipiamo al circuito d'amore che è tra il Padre e il Figlio. Perché questo è il progetto di Dio: farci entrare nella "famiglia" divina.
S. Giovanni della croce osa affermare:
Quando Dio ama un'anima, in certo modo la pone dentro sé e la rende uguale a sé. Le comunica tutta la sua ricchezza, cosicché l'anima possiede ciò che possiede Dio. Ma subito essa ridona tutto quanto riceve a Dio, cosicché si può dire che essa compie in Dio e per Dio ciò che Dio fa in essa e per se stesso.
Insomma l'anima dona a Dio lo stesso Dio, in Dio.
Dio ci rende uguali a sé. Poiché da noi non siamo in grado di corrispondere all'amore divino, Dio ci eleva in qualche modo al suo livello. Pur di poter espandere il suo amore in noi, ci divinizza. Per questo Gesù afferma:

*Non vi chiamo più servi, ma amici, perché vi ho fatto conoscere tutto.
Vi ho fatto prender conoscenza (sperimentare) perfino della vita divina. Vi ho fatto sentire in Dio. Vi ho resi in grado di dare del tu a Dio.
Un Dio per amico. La distanza infinita tra noi e il Padre è stata colmata in Gesù. Ora possiamo sentire Dio infinitamente vicino. Gesù ci assicura:

*Chiedete tutto quello che volete.
A un amico puoi chiedere tutto. Basta che non gli chieda quisquilie, bagatelle, miseriole perché lo offenderesti. Poi più gli chiedi, più lui è contento. Perché ti ama.
E chiedilo da amico, non da cliente. Un amico non è uno da sfruttare. È uno con cui condividere. Uno a cui esprimere la gioia di conoscerlo e di amarlo.
A volte preghiamo concentrandoci sulla preghiera anziché su di lui: sulla sua bontà, sulla sua tenerezza, sulla sua misericordia… Non gli sorridiamo nemmeno.
Un Dio per amico. Una cosa folle, da vertigine. Eppure in Gesù si può crederci e viverlo. In Gesù si può tentare di riamare Dio quanto si è amati.
E finché non amiamo Dio al di là di noi stessi, non siamo felici!
GIOVANNINI Attilio sdb

Commenti

Post più popolari