Luca Desserafino sdb"CAMMINATE SECONDO LO SPIRITO..."

24 maggio 2015 | 8a Domenica: Pentecoste - Anno B | Omelia
Nella festa di Pentecoste la Chiesa, in un'atmosfera di esultanza e di gratitudine immensa, celebra il dono dello Spirito Santo, che è il dono per eccellenza del Cristo risorto, il dono più prezioso che il Padre e il Figlio potessero offrire all'umanità.

E' la realtà della Pasqua giunta al suo pieno compimento. L'effusione dello Spirito è il lieto evento che ha determinato la nascita ufficiale della Chiesa. Questa cascata di luce, di forza, di amore ha trasformato radicalmente gli Apostoli rendendoli testimoni audaci ed entusiasti del Risorto.

Da quel giorno la Chiesa ha iniziato il suo cammino e non si è più fermata, la Pentecoste, infatti, non è un avvenimento accaduto una volta duemila anni fa, ma è una realtà permanente un evento sempre in corso. Una sorgente zampillante a getto continuo nel cuore della Chiesa per il mondo intero.

Tre sono i miracoli che lo Spirito ci fa:

1) Il primo è di attualizzare l'evento storico di Gesù,
accaduto in un tempo e in un luogo passati, rendendolo disponibile per ogni tempo e per ogni luogo. Lo Spirito è il protagonista che mantiene aperta la storia di Gesù rendendola perennemente attuale e salvifica. Senza lo Spirito, la storia di Gesù - compresa la sua risurrezione - sarebbe rimasta una storia chiusa nel passato, non un evento vivo, perennemente contemporaneo. Lo Spirito è la continuità fra il tempo di Gesù e il tempo ella Chiesa.

2) Il secondo miracolo è di trasformare il discepolo in testimone.
Lo Spirito testimonia nel cuore del discepolo. Davanti alle ostilità che incontreranno, i discepoli saranno esposti al dubbio, allo scandalo e allo scoraggiamento: lo Spirito difenderà Gesù nel loro cuore, i discepoli avranno bisogno di certezza e lo Spirito gliela offrirà.

3) Il terzo miracolo è di suscitare un incontro personale, intimo, pieno, con il Risorto e la sua verità. L'insegnamento dello Spirito è anzitutto memoria: lo Spirito ripete le parole di Gesù, non aggiunge a esso altre sue personali verità. Il suo insegnamento non è ripetitivo, non è semplice memoria. certo, non aggiunge nulla alla rivelazione di Gesù, però la interiorizza e la rende presente in tutta la sua pienezza, la attualizza.

Non immette un progressivo accumulo di conoscenze, ma piutosto un progressivo viaggio verso il centro: dall'esterno all'interno, dalla periferia al centro, da una conoscenza per sentito dire, a una comprensione personale, attuale e trasformante.

Lo Spirito cambia, appunto, il cuore, dona un cuore filiale, crea un rapporto di familiarità speciale con Dio, da qui lo Spirito Santo trasforma i rapporti tra le persone.

Quando ci si ama, ci si intende, ci si capisce, perché lo Spirito insegna quell'unico linguaggio a tutti comprensibile, che è il linguaggio dell'amore.

Di tanti uomini" e popoli diversi lo Spirito fa una sola famiglia, la Chiesa, dove ognuno, conservando la propria cultura e le proprie tradizioni, non si sente straniero, ma a casa. Superando ogni forma di incomunicabilità e di individualismo, si apre al dialogo e allo scambio fraterno dei doni che lo Spirito distribuisce con infinita fantasia e abbondanza.
        Il Padre e il Figlio si amano da sempre e con un amore perfetto:

tale amore ha un nome, è Qualcuno, è lo Spirito cioè l'Amore del Padre verso il Figlio e l'Amore del Figlio verso il Padre in un movimento circolare che non cesserà mai.
Lo Spirito è l'eterno legame di unità fra l'Amante (il Padre) e l'Amato (il Figlio).
E' la loro gioia eterna, la loro immutabile giovinezza, il loro ineffabile sorriso.
E', insomma, il movimento cardiaco in Dio e, per analogia, in noi.
In Dio è l'Amore che unisce il Padre e il Figlio e insieme apre la loro comunione al mondo e all'umanità.

In noi è l'Amore che da una parte ci lega intimamente a Dio e fra noi, dall'altra ci fa attenti e solidali verso il mondo intero.

Luca Desserafino sdb

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