D. Gianni Mazzali SDB "SONO IL TUO CREATORE E REDENTORE"

21 giugno 2015 | 12a Domenica - T. Ordinario B  | Omelia
Oggi sentiamo che la Parola di Dio ci abbraccia e ci avvolge. I nostri giorni scorrono veloci tra nuvole e squarci di azzurro, tra crisi e tempeste e momenti lieti di pace e di serenità. Ci risulta sempre difficile capire il perché, le ragioni della situazione gioiosa o tragica che stiamo vivendo. Gioie e dolori, esperienze laceranti e stagioni appaganti quasi ci
colgono all'improvviso. Ci conforta e ci guida nel cammino la certezza che Dio è con noi, ci ha creati e ci segue anche nella tempesta, ci solleva dal male, ci rende, talvolta nonostante noi, creature nuove.

SIAMO PICCOLE CREATURE

La pagina del Libro di Giobbe è eloquente nel presentarci ed interpretare le parole di Dio nell'uragano. Anche Giobbe vive nell'uragano, nella tempesta. La vita gli ha riservato una prova sull'altra, nella sua famiglia, nei suoi averi, nella sua stessa persona, disfatto dalle malattie. La situazione che sta vivendo lo ha portato a maledire addirittura il giorno della sua nascita. Giobbe è piccolo, fragile e fiaccato, ma non si arrende, interloquisce, discute, quasi pretende da Dio una risposta.
Perché tanto accanimento nei suoi confronti? Dio accetta la provocazione, la sfogo comprensibile del povero Giobbe, ma non si lascia circoscrivere dalle sue giuste rivendicazioni. Dio, il Creatore, risponde ponendo domande, mettendo Giobbe di fronte a ciò che non ha spiegazione. Egli si libra sugli uomini e sul mondo e non può spiegarsi, rendere ragione del suo essere e del suo agire alla piccola mente dell'uomo. La creazione è stata un vero uragano di grazia e di potenza. Nessun uomo può capire. La creazione è un grembo immenso da cui tutti noi proveniamo, ma ci sorpassa, non può essere misurata e vagliata dalla nostra mente. E' essenziale comprendere il nostro limite: non possiamo spiegare Dio. E' salutare accettare con serena umiltà la nostra condizione di creature.

GESU' NELLE NOSTRE TEMPESTE

La tempesta infuria sul lago e ha colto di sorpresa gli apostoli che ora temono il peggio. Gesù è con loro e con sembra condividere il panico che attanaglia tutti. Gesù dorme. Il contrasto non potrebbe essere più evidente, più marcato. Che cosa nasconde questa esperienza, che cosa ci vuole trasmettere la Parola?
Gesù condivide la vita dei suoi, è con loro, è uno di loro. Un estraneo non riconoscerebbe in lui nulla di diverso, di straordinario. Gesù è uno di loro, condivide la condizione reale della vita umana, non è un fantasma, un'apparizione eterea.
In Gesù il Creatore si è accostato alla nostra vita, ha condiviso tutte le stagioni del nostro vivere. Ha amato come amiamo noi ed ha sofferto come e più di noi, ha lavorato, ha sperimentato l'odio e la morte. Eppure Gesù che dorme tranquillo sulla barca, in mezzo al terrore dei suoi, è qualcosa di più. I discepoli riconoscono di aver bisogno di lui: Gesù deve essere sveglio per aiutarli e liberarli dalle oscure forze della natura. La domanda e lo stupore dei suoi ci colpiscono e ci consentono di accostare il Dio che parla a Giobbe nell'uragano a Gesù che è signore del vento e della tempesta.
Come Yahweh anche Gesù parla nell'uragano e domina ed assoggetta la natura. La pagina di Marco, con la stessa accuratezza, sottolinea che Gesù è uno di noi, ma anche "altro" rispetto a noi. Lo sentiamo accanto a noi nel solcare il mare della vita e nello stesso tempo sperimentiamo la sua forza, la sua energia quando siamo abbandonati e persi.

L'AMORE DI CRISTO CI POSSIEDE

L'espressione è di Paolo, esce dalla sua penna, ma soprattutto dalla sua esperienza, dall'essere stato conquistato da Cristo, nonostante se stesso. Altrove Paolo, quasi come una eco di questo possesso da parte di Cristo nei nostri confronti, insiste che l'amore di Cristo ci incalza, ci spinge. Sperimentiamo oggi tante cose e tante esperienze che si impongono su di noi, che ci reclamano, che ci schiavizzano; ne siamo posseduti e ci sentiamo comunque insoddisfatti, con il fiato corto.
Comprendiamo che non ci resta che salire sulla barca di Gesù, stargli accanto, respirare la sua pace e con lui affrontare le nostre tempeste, il peso e la sofferenza del vivere. Gesù con noi e in noi ci possiede con il suo amore che ci riscatta e ci libera.

"L'amore è l'unico tesoro
che potete accumulare in questo mondo e portare con voi nell'altro. Tutta la gloria, il lavoro, le fortune, i tesori e i successi che credete di aver posseduto in questo mondo, resteranno in questo mondo". (S. Charbel)

D. Gianni Mazzali SDB

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