D. Gianni Mazzali SDB"GESU' NOSTRO CIBO"

7 giugno 2015 | 10a Domenica: Corpus Domini - Anno B  | Omelia
Oggi siamo provocati dallo scandalo di tanta gente che muore di fame. E ciò è ancor più assurdo e paradossale quando dobbiamo constatare che noi stessi viviamo con uno stile di vita opulento, capriccioso, segnato dall'eccesso e dallo spreco. Per contro dobbiamo ammettere che il nostro spirito è spesso denutrito, debole, ingombrato da una cappa di bisogni superflui. Abbiamo davvero bisogno di una Parola che ci
orienti nella nostra confusione, che riequilibri le contraddizioni di un mondo ingiusto, che soccorra la nostra anima indebolita ed affamata.

UN DONO TOTALE

La pagina del libro dell'Esodo proclamata oggi è plasticamente esplicita nel descrivere i gesti che siglano il patto di alleanza tra Yahweh e il suo popolo. Gli elementi che spiccano sono tre: le parole del Signore scolpite da Mosè sulla pietra, il sacrificio offerto sull'altare, il sangue con il quale viene asperso il popolo. E' evidente che l'iniziativa appartiene a Dio. Dio parla, offre al popolo un codice definito di comportamento e si presenta come interlocutore privilegiato. E' un alleanza che riguarda tutto il popolo e ciascun membro in particolare, con una visibilità che si imprime nell'esperienza di tutti e di ciascuno. Non è un fatto unicamente cultuale, riguarda la vita, il comportamento, i rapporti sociali. Ne è segno il sangue di un grande sacrificio che raggiunge a tocca tutti.
Dio vuole essere l'alleato del popolo e nello stesso tempo intende suscitare nel popolo stesso un'adesione, una risposta che riguarda tutta la vita. E' un'alleanza scritta nel sangue, nel segno di un sacrificio. E' un dono totale che richiede una risposta totale. Dio, ci verrebbe da dire, si sbilancia in favore di Israele, ma richiede il sangue del suo popolo, vuole una risposta forte, vuole la vita.

UNA NUOVA ALLEANZA

Il sangue riguarda la vita, è la linfa della vita. L'autore della Lettera agli Ebrei contempla nel sangue di Gesù, nel suo dono totale, il realizzarsi di una nuova alleanza tra Dio, pienamente rivelato, e un popolo pienamente e radicalmente nuovo. Il dono di Gesù, il sacrificio di se stesso fino all'ultima goccia di sangue e la sua totale consegna sono segni che Dio vuole continuare ad essere l'alleato di tutti gli uomini, di un popolo che non ha confini. E' Gesù che rende assolutamente nuova questa alleanza tra Dio e l'uomo. Sangue e sacrificio si richiamano nelle due pagine della Scrittura, ma con una significato e una prospettiva profondamente cambiati.
Che cosa significa ciò oggi per noi? Gesù, il Figlio di Dio, è la garanzia che Dio fa sul serio, che dona la vita e richiede una risposta di vita. E' il rifiuto netto di ogni strumentalizzazione della fede, di un rapporto con Dio equivoco, con secondi fini. C'è una novità, una freschezza, una trasparenza di atteggiamenti che scaturiscono dal dono del sangue, dal dono della vita. Gesù, l'uomo nuovo, ci fa uomini e donne nuovi.

UN CIBO PER UN POPOLO NUOVO

"Buon Pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi: nutrici e difendici, portaci ai beni eterni nella terra dei viventi": sono le parole della penultima strofa della "sequenza" composta da San Tommaso d'Aquino. Si percepisce la fede del grande teologo medievale che prega Gesù, vero pane, forza del nostro pellegrinaggio terreno e preludio del Paradiso.
Ci conforta constatare che la meditazione sapienziale sul mistero del Corpo e Sangue di Cristo sfocia in una preghiera spontanea e confidente. Possiamo considerarla una delle chiavi di lettura del brano del Vangelo di Marco che, con gli altri Sinottici, ci presenta l'Ultima Cena nel contesto della cena pasquale. Si tratta di un momento di intimità familiare certamente, ma i significati e la realtà di questa esperienza si collegano direttamente alla pagina dell'Esodo. I "dodici" rappresentano il nuovo popolo, l'Israele di Cristo che dona tutto se stesso, corpo e sangue, per siglare la nuova alleanza: "Questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti". L'Eucaristia, che qui ha la sua sorgente, è il segno tangibile che Gesù è sempre con noi, nella ordinarietà del pane e del vino. Gesù, con l'efficacia perenne della sua morte e risurrezione, è il nostro cibo, il nutrimento di ogni uomo, di tutti, lungo il cammino della vita. Nel segno del pane e del vino Cristo Gesù e la nostra perenne salvezza.

"Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli" (Tommaso d'Aquino)

D. Gianni Mazzali SDB

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