D. Severino GALLO sdb"CORPO E SANGUE DEL SIGNORE NEL SANGUE C'E' LA VITA"

7 giugno 2015 | 10a Domenica: Corpus Domini - Anno B | Omelia
Festa del Santissimo Corpo e Sangue di Gesù. Festa dell'Amore supremo di Dio per noi.
"Questo è il mio Corpo… questo è il mio Sangue, sparso per voi e per tutti in remissione dei peccati".
Nel sangue è la vita. Sangue di Gesù è la vita divina per noi.
Osservando il funzionamento del corpo umano, si è costatato che esso è storia di sangue: infatti ogni mezzo minuto nel nostro cuore passano circa tre litri di sangue. Quando avremo 70 anni, nel nostro cuore saranno passati circa 250 milioni di litri, tanti da riempire 12.500 vagoni ferroviari.

Questa piccola storia del nostro cuore è come un simbolo della vera storia dell'umanità, quella del sangue e sacrificio purificatore di Gesù, che inonda perennemente il tessuto sociale degli uomini.
Ogni giorno si celebrano circa 350.000 Messe, vale a dire 14.583 l'ora: è tutto un innalzare di calici contenenti il Sangue di Gesù in remissione misericordiosa dei peccati di tutti.
A questo gesto d'infinita donazione deve seguire la risposta della creatura: all'offertorio vengono infatti portasti all'alitare pane, vino ed altre cose per il sacrificio, quali segni di una donazione interiore.
I fedeli offrono le loro pene, i loro dolori, le loro azioni, le loro preghiere, perché questi doni diventino complemento del sacrificio stesso di Gesù.
Come ci ricorda San Giovanni, mediante l'Eucaristia, pane di vita, Gesù ci trasforma in Lui e ci comunica la Sua vita di Figlio del Padre: "Chi mangia di me, vive di me e per me".
Mediante l'Eucaristia, ricevuta nella Comunione, Gesù ci comunica una specialissima presenza inabitatrice del Padre e dello Spirito, perché dove c'è il Figlio, c'è pure il Padre, c'è pure lo Spirito Santo che vivono la stessa vita divina.
Mediante l'Eucaristia, Gesù Capo ci dà la Sua Chiesa e ci fa vivere più intimamente la vita della Chiesa: noi tutti, che siamo molti, formiamo un solo corpo, perché ci nutriamo dello stesso pane di vita: "Chi rimane in Lui, non pecca", attesta San Giovanni, e chi si nutre del Corpo glorioso di Gesù, afferma Egli stesso, rimane in Lui, quindi non pecca.
Con l'Eucaristia Gesù ci dà la certezza della vita eterna e della gloriosa risurrezione finale: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno".
NB/ Quanto segue ed è racchiuso tra parentesi, si potrebbe saltare…
Grazie quindi a Dio per l'ineffabile suo dono!
a) Gesù ha detto dello Spirito Santo: "Egli mi glorificherà, perché riceve del mio" (Gv 16,14).
Lo Spirito Santo è l'infinita glorificazione di Gesù, perché tutto quello che è ed ha, lo riceve da Gesù, dal Padre.
b) Sul piano finito, queste parole valgono anche per noi: tutta la nostra vita dev'essere una glorificazione di Gesù, perché questa nostra vita cristiana, religiosa e sacerdotale deriva da Lui, nostro alimento divino mediante la SS. Eucaristia.
c) Ecco l'espressione piena della nostra riconoscenza per la SS. Eucaristia! Dobbiamo glorificare Gesù Eucaristico con l'intera nostra vita.
Il ringraziamento per essere vivo e gradito deve tradursi anche in valorizzazione di tanto tesoro.
Dobbiamo quindi chiedere per i novelli sacerdoti e per tutti i sacerdoti del mondo di essere i preti dell'Eucaristia: è il loro ministero principale, è il loro apostolato fondamentale: debbono portare l'Eucaristia a tutti e portare tutti all'Eucaristia.
Chiediamo anche per noi e per tutti una passione dominante e ardente verso la SS. Eucaristia e Gesù ce la concederà, perché Egli ha detto di essere venuto a portare sulla terra il fuoco della carità e di essere ardentemente desideroso che questo fuoco si accenda.
Ora, solo gli apostoli dell'Eucaristia possono incendiare il mondo con la carità di Gesù e trasformare l'era atomica in era della carità.
Un giorno Gesù disse a S. Margherita Maria Alacoque:
"E' tale il mio conforto di venire a te nella S. Messa e nella S. Comunione, che se non avessi istituito l'Eucaristia, la istituirei per te, per avere la gioia di comunicarmi a te".
Prima di istituire l'Eucaristia nel Cenacolo, Gesù ha pensato anche a ciascuno di noi, l'ha istituita per ognuno di noi. Facciamo in modo che Gesù non si penta mai di questo dono che ci ha fatto; ma che invece provi sempre la gioia divina ed umana di vedersi corrisposto da ognuno di noi, mediante la nostra devozione eucaristica, che la solennità odierna deve ravvivare per renderla passione dominante della nostra vita e del nostro apostolato).
NB/ Tralasciando quanto è tra parentesi, si potrebbe continuare così:
La Chiesa esorta vivamente i fedeli ad accostarsi al banchetto eucaristico possibilmente ogni volta che partecipano al S. Sacrificio della Messa. Ascoltiamo volentieri quest'invito.
Nelle stanze di Raffaello, in Vaticano, c'è un dipinto assai celebre: la "Disputa" sul Santissimo Sacramento, che vuole essere l'apoteosi, l'esaltazione dell'Eucaristia.
Cielo e Terra sono raccolti intorno ad un raggiante Ostensorio: Apostoli, Papi, Dottori, Santi e poeti, Angeli di Dio… C'è chi contempla, chi discute, chi predica, chi adora, chi canta. Manca solo chi si accosta e mangi il pane eucaristico…
Ci voleva un Papa santo, San Pio X, per rompere l'incantesimo d'altre "dispute". Egli, infatti, mise a tacere i pochi maestri cosiddetti ispirati, aprì i tabernacoli e riportò i fedeli alla realtà dell'Eucaristia, che è banchetto e pane di vita, e perciò deve essere ricevuta con frequenza.
Ritorniamo quindi all'altare, affolliamo la Mensa eucaristica, per attingervi la vita, perché la sorgente prima e indispensabile del vero spirito cristiano e religioso sta appunto nella viva e piena partecipazione ai sacrosanti Misteri Eucaristici.
E non dimentichiamo la frequente e fervorosa visita a Gesù in sacramento, come inculcavano Don Bosco e S. Maria Domenica Mazzarello.
Il Concilio dice così ai Sacerdoti: "Abbiano a cuore… il dialogo quotidiano con Cristo andandolo a visitare nel Tabernacolo e praticando il culto personale della Sacra Eucaristia" (PO, 18).
Quest'esortazione vale anche per tutte le anime consacrate e per i semplici fedeli. Le anime più delicate sentono questo bisogno di Gesù.
* Una sera d'inverno Gino torna a casa dalla scuola con gli occhi rossi di pianto. Dopo lunghe insistenze, alla mamma che voleva sapere perché avesse pianto, disse: "Vedi, mamma, sono passato in chiesa a visitare Gesù. Era fredda e deserta la chiesa; quella solitudine m'impressionò e dissi tra me: "Bisogna che Gesù ci ami davvero molto per stare così solo nel Tabernacolo.
In Cielo Lo adorano gli Angeli; e qui in terra deve accontentarsi di me, povero fanciullo. E ho pianto, e gli ho detto che Lo avrei amato sempre e tanto, e che volevo diventare tanto buono per amarlo sempre più".
Mamma e figlio si trovarono stretti in un dolce abbraccio: erano due cuori che si dicevano a vicenda l'amore per Gesù.
Ma no, erano in tre: vi era anche Gesù, che, non visto, si univa a loro, e benediceva madre e figlio e dal Cielo sorrideva.
Cari Fratelli e Sorelle, diciamo anche noi alla Madonna che desideriamo amare tanto Gesù nell'Eucaristia, ed Ella ci stringerà affettuosamente al Suo Cuore di Mamma
                                                                        D. Severino GALLO sdb

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