don Roberto Rossi "Tu continua ad avere fede"

XIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (28/06/2015)
Vangelo: Mc 5,21-43
Gesù salva. Il tema di Gesù Salvatore avrà la sua completezza solo nell'annuncio dell'evento pasquale di Gesù (morte, resurrezione, ascensione). Esso implica la vittoria sulla morte per una vita senza fine. Questo è anticipato nei segni e miracoli che Gesù compie, come le
resurrezione operate durante la sua vita terrena.
Marco ne racconta una e lo fa inserendo nel racconto di Gesù che vince la morte un secondo racconto di miracolo: quello di una donna che da dodici anni vive una sua grande sofferenza L'evangelista ha modo di mettere in evidenza non soltanto il potere di Gesù, ma anche di descrivere la fede dei beneficiati: la donna e Giairo che prega per la sua figlia. Questa fede ci fa capire meglio che cosa significa essere salvati. In questi due miracoli abbiamo Gesù che innanzitutto reagisce al'agire della donna e la conduce alla vera fede e poi esorta il capo-sinagoga a continuare nella fede e a sperare contro ogni speranza perché egli vincerà la morte. Si tratta di imparare a vivere la fede per essere salvati.
Quale potenza ha in sé Gesù di Nazareth, il Figlio di Dio! Quale grandezza di fede hanno queste persone che si accostano a Lui! Nel vangelo di oggi, abbiamo in maniera molto chiara il rapporto della fede della debolezza dell'uomo con la onnipotenza di Dio. Gesù aveva detto "Tutto è possibile per chi crede". "Se aveste fede come un granellino di senape, spostereste le montagne". Tante volte Gesù dice: "La tua fede, ti ha salvata". Così è stato per questa donna che ammalata da anni, non ha il coraggio di parare con Gesù, ma ha nel cuore una certezza "Se anche riuscirò soltanto a toccare un lembo del mantello, sarò guarita!" E Gesù la guarisce davvero. Per la sua potenza certo, ma come risposta a quella fede straordinaria, eppure così semplice e chiara.
Penso tante volte: "Io che celebro la messa, che faccio la Comunione, io non solo tocco il lembo del mantello, io tocco Gesù, la sua persona, io lo ricevo in me, Lui in me e io in Lui, così uniti! Se ho un po' di quella fede, anche per me è possibile sperimentare la grazia, la salvezza, la guarigione dai miei mali, la vita secondo Dio!". Vogliamo implorare questa fede.
Come quella di Giairo, angosciato per la gravità e la morte della sua piccola figlia. "Non disturbare più il maestro, tua figlia è morta". Gesù gli dice: "Tu continua solo ad aver fede". Una fede che è fatta di dolore, di cammino, di gente da affrontare, di silenzio da ricuperare, di attesa e di preghiera di fronte a quel corpicino morto. "Talita kum, fanciulla, te lo dico Io: Alzati!". "Si alzò e camminava..." "Tutti furono pieni di grande stupore." E quest'uomo, Giairo, che sperimenta la gioia di aver incontrato il Signore, di aver creduto in Lui ciecamente, di avere ancora il suo tesoro, la sua figlia.
Il Signore è il Dio della vita. Vuole solo la vita. E quando c'è la malattia, la morte, anche nei piccoli, negli innocenti? Dio può risuscitare, può guarire, può dare la vita sulla terra. Ma soprattutto, Dio, Padre santo e buono, dà la vita vera, quella che dura sempre, nell'eternità.

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