Monsignor Nunzio Galantino"VERSO L'ALTRA RIVA PER CRESCERE NELLA FEDE "

XII domenica del tempo ordinario (anno B) - 21 giugno 2015
Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». [...]Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».

Marco 4,35-41
Una tempesta notturna improvvisa, sul lago di Tiberiade. La barca dei discepoli rischia di essere travolta dalle onde. A fatica essi lottano contro l’acqua che irrompe violenta. E Gesù? Dorme a poppa, apparentemente incurante di quanto sta accadendo.
«Ma che fa il Maestro? Dorme?». Quante volte anche nel nostro cuore è sorta questa domanda, rivolta a Dio? Forse, ogni volta che, “nella notte” della vita, è scoppiata una tempesta tumultuosa e abbiamo intravisto la rovina. Che fa Dio? Perché non interviene, perché non mi salva? Perché continua a dormire tranquillo mentre la “barca” affonda? Ma egli seguita a tacere. Non reagisce come io mi aspetterei, non segue i miei schemi e i miei tempi. «Chi è dunque costui…?», «Chi è il Dio nel quale credo?», «Chi è Gesù per me?». Forme diverse per un’unica domanda radicale, cui ogni credente deve dare risposta.

IN CAMMINO. La vicenda dei discepoli narrata nel brano evangelico odierno ci aiuta a trovare la risposta a questa domanda. Ma non una risposta teorica, bensì una risposta inserita in una storia concreta e carica di difficoltà. Non solo. È una storia che prende inizio da un invito di Gesù: «Passiamo all’altra riva». Non un mero invito a “spostarsi” geograficamente, ma l’esortazione a un “movimento” interiore più profondo. «Passiamo all’altra riva», cioè : usciamo dalle nostre sicurezze (religiose, personali, culturali, ecc.), apriamoci ad altre realtà, portiamo la nostra esperienza agli altri, avviamoci verso soluzioni nuove. E dinanzi a questo invito, i discepoli accettano, si mettono in cammino! Ma quante difficoltà!
Marco le elenca tutte, con il simbolismo tipico del Vangelo: era sera; e poi, il vento… il mare, immagine del caos abitato da forze ostili… la barca che si riempie d’acqua. Ma soprattutto la più grossa e inaspettata: Gesù dorme, la sua presenza appare quasi inutile! E questo autorizza i discepoli a lamentarsi con lui: «Non ti importa che moriamo?». Un lamento così simile ai nostri, quando ci ribelliamo di fronte al “silenzio” di Dio…
Ma Gesù rimprovera i discepoli perché non hanno abbastanza fede in lui, non comprendono ancora che il Signore, dorma o vegli, «è con loro», sulla stessa barca, come compagno di viaggio. Nonostante il tempo trascorso con lui, i discepoli non sono ancora «uno in Cristo » (II lettura). Solo se profondamente uniti a lui, possiamo avvertire la sua presenza e capire chi egli è per noi. Solo se uniti a Cristo possiamo avvertire la forza e il fascino del suo invito a “passare all’altra riva”. Certo, tutto questo non avviene senza difficoltà. Ma in queste difficoltà non siamo soli: Gesù continua a far sentire la sua presenza e la sua voce rassicurante: «Taci, calmati...». Signore, aumenta la nostra fede in Te, perché possiamo seguirti ogni giorno “sull’altra riva”!
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