ORDINE DEI CARMELITANI LECTIO DIVINA"A Nazaret, dove non c’era fede, Gesù non poté compiere miracoli!"




LECTIO DIVINA: 14ª DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (B)
Lectio:  Domenica, 5 Luglio, 2015 
La missione di tutti: ricreare la Comunità
Marco 6,1-6
1. Orazione iniziale



Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il quale l'hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e della tua morte. Così, la croce che sembrava essere la fine di ogni speranza, è apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione.
Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti, affinché anche noi, come i due discepoli di Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Questo noi chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre e inviato lo Spirito. Amen.
2. Lettura
a) Chiave di lettura:
In questa 14ª Domenica del Tempo Ordinario, la Chiesa ci pone dinanzi il rifiuto di Gesù da parte della gente di Nazaret. Il passaggio per Nazaret fu doloroso per Gesù. Quella che prima era la sua comunità, ora non lo è più. Qualcosa è cambiato. Coloro che prima lo accoglievano, ora lo rifiutano. Come vedremo dopo, questa esperienza di rifiuto portò Gesù a dare un passo ed a cambiare la sua pratica.
Da quando hai iniziato a partecipare in comunità, è cambiato qualcosa nel tuo rapporto con la famiglia o con gli amici? La partecipazione nella comunità ti ha aiutato ad accogliere e ad aver più fiducia nelle persone, sopratutto nelle persone più semplici e povere?
Marco 6,1-6b) Una divisione del testo per aiutarne la lettura:
Marco 6,1: L’arrivo di Gesù a Nazaret, sua comunità di origine
Marco 6,2-3: La reazione della gente di Nazaret dinanzi a Gesù
Marco 6,4: Il modo in cui Gesù accoglie la critica
Marco 6,5-6: La mancanza di fede impedisce di compiere il miracolo
c) Il testo:
1Partito quindi di là, andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. 2Venuto il sabato, incominciò ad insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: «Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? 3Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». E si scandalizzavano di lui. 4Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». 5E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. 6E si meravigliava della loro incredulità.
3. Momento di silenzio orante
perché la Parola di Dio possa entrare in noi ed illuminare la nostra vita.
4. Alcune domande
per aiutarci nella meditazione e nella orazione.
a) Qual’è il punto di questo testo che più ti è piaciuto o che ti ha maggiormente colpito? Perché?
b) Qual’è l’atteggiamento di Nazaret dinanzi a Gesù? Perché non credono in lui?
c) A causa della mancanza di fede della gente, Gesù non può compiere molti miracoli a Nazaret. Perché la fede è così importante? Sarà che Gesù non può compiere miracoli senza la fede delle persone?
d) Quali sono i punti che devono caratterizzare la missione dei discepoli?
e) Qual’e il punto della missione degli apostoli che oggi riveste per noi maggiore importanza? Perché?
5. Per coloro che desiderano approfondire maggiormente il tema
a) Contesto di ieri e di oggi:
i) Lungo le pagine del suo Vangelo, Marco indica che la presenza e l’azione di Gesù costituiscono una fonte crescente di gioia per alcuni e un motivo di rifiuto per altri. Cresce il conflitto, appare il mistero di Dio che avvolge la persona di Gesù. Con il capitolo 6, nella narrazione ci troviamo dinanzi ad una curva. La gente di Nazaret si chiude davanti a Gesù (Mc 6,1-6). E Gesù, davanti alla chiusura della gente della sua comunità, si apre a gente di altre comunità. Si dirige verso la gente della Galilea e manda i suoi discepoli in missione, insegnando come deve essere il rapporto con le persone, in modo che sia vero rapporto comunitario, che non esclude come avviene tra la gente di Nazaret (Mc 6,7-13).
ii) Quando Marco scrive il suo Vangelo, le comunità cristiane vivevano in una situazione difficile, senza orizzonti. Umanamente parlando non c’era futuro per loro. La descrizione del conflitto che Gesù vive a Nazaret e dell’invio dei discepoli, che allarga la missione, le rende creative. Per coloro che credono in Gesù non ci può essere una situazione senza orizzonte.
b) Commento del testo:
Marco 6,1-3. Reazione della gente di Nazaret dinanzi a Gesù
E’ sempre bene ritornare verso la nostra terra. Dopo una lunga assenza, anche Gesù ritorna e, come al solito, nel giorno di sabato va ad una riunione della comunità. Gesù non era il coordinatore, ma prese comunque la parola. Segno questo che le persone potevano partecipare ed esprimere la loro opinione. Ma alla gente non piacquero le parole pronunciate da Gesù e rimase scandalizzata. Gesù, da loro conosciuto fin da piccolo, come mai ora era così diverso? La gente di Cafarnao aveva accettato l’insegnamento di Gesù (Mc 1,22), ma la gente di Nazaret ne era rimasta scandalizzata e non l’aveva accettato. Qual’è il motivo di questo rifiuto? “Non è forse costui il carpentiere, il figlio di Maria?” Non accettavano il mistero di Dio presente in una persona così comune come loro! Per poter parlare di Dio lui doveva essere diverso da loro!
L’accoglienza per Gesù non fu sempre bella. Le persone che avrebbero dovuto essere le prime ad accettare la Buona Novella, sono proprio loro le prime a non accettarla. Il conflitto non è solo quindi con quelli di fuori, ma anche con i parenti e con la gente di Nazaret. Loro non accettano, perché non riescono a capire il mistero che avvolge la persona di Gesù: “Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?” Non riescono a credere.
L’espressione “fratelli di Gesù” causa molta polemica tra cattolici e protestanti. Basandosi in questo ed in altri testi, i protestanti dicono che Gesù ebbe più fratelli e sorelle e che Maria ebbe più figli! Noi cattolici diciamo che Maria non ebbe altri figli. Cosa pensare di ciò? In primo luogo, le due posizioni, sia quella dei cattolici che quella dei protestanti, traggono argomenti dalla Bibbia e dall’antica Tradizione delle loro rispettive Chiese. Per questo, non conviene discutere queste questioni con argomenti razionali, frutto delle nostre idee. Si tratta di convinzioni profonde che hanno a che fare con la fede ed il sentimento della gente. L’argomento sostenuto solo da idee non riesce a smontare una convinzione della fede le cui radici si trovano nel cuore! Solo irrita e sconvolge! Ma anche se non sono d’accordo con l’opinione dell’altro, devo sempre rispettarla. In secondo luogo, invece di discutere attorno ai testi, noi tutti, cattolici e protestanti, dovremmo unirci molto di più per lottare in difesa della vita, creata da Dio, vita così tanto trasfigurata dalla povertà, dall’ingiustizia, dalla mancanza di fede. Dovremmo ricordare altre frasi di Gesù: “Io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). “Perché tutti siano una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17,21). “Non glielo proibite. Chi non è contro di noi è per noi” (Mc 9, 39.40).
Marco 6,4-6a. Reazione di Gesù dinanzi all’atteggiamento della gente di Nazaret
Gesù sa molto bene che “il santo della casa non compie miracoli”. E dice: “Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua!” Infatti, lì dove non c’è accettazione nella fede, la gente non può fare nulla. Il preconcetto lo impedisce. Gesù, pur volendolo, non può fare nulla e rimane attonito dinanzi alla loro mancanza di fede.
c) Informazioni sul Vangelo di Marco:
Quest’anno la liturgia ci presenta in modo particolare il Vangelo di Marco. Per questo vale la pena di dare qualche informazione che aiuti a scoprire meglio il messaggio che Marco ci vuole comunicare.
● Il disegno del volto di Dio nella parete del Vangelo di Marco
Gesù morì attorno all’anno 33. Quando Marco scrive il suo Vangelo attorno all’anno 70, le comunità cristiane vivevano già disperse nell’impero romano. Alcuni dicono che Marco scrisse per le comunità d’Italia. Altri dicono che lo fece per quelle della Siria. Difficile saperlo con certezza. Comunque, una cosa è certa. I problemi non mancavano: l’Impero Romano perseguitava i cristiani, nelle comunità si infiltrava la propaganda dell’Impero, i giudei della Palestina si ribellavano contro l’invasione romana, c’erano tensioni interne dovute a diverse tendenze, dottrine e capi...
Marco scrive il suo vangelo per aiutare le comunità a trovare una risposta a questi loro problemi e preoccupazioni. Raccoglie vari episodi e parole di Gesù e li unisce tra di essi come mattoni su una parete. I mattoni erano già antichi e conosciuti. Venivano dalle comunità, dove erano trasmessi oralmente nelle riunioni e celebrazioni. Il disegno formato dai mattoni era nuovo. Veniva da Marco, dalla sua esperienza di Gesù. Lui voleva che le comunità, leggendo ciò che Gesù fece e disse, trovassero una risposta a queste domande: “Chi è Gesù per noi e chi siamo noi per Gesù? Come essere suo discepolo? Come annunciare la Buona Novella di Dio, che lui ci ha rivelato? Come percorrere il cammino da lui tracciato?”
● Tre chiavi per capire le divisioni nel Vangelo di Marco
1ª Chiave: Il Vangelo di Marco è stato scritto per essere letto ed ascoltato in comunità. Quando si legge un libro da soli, si può sempre tornare indietro, per unire una cosa all’altra, ma quando si è in comunità ed una persona davanti a noi sta leggendo il Vangelo, non è possibile dire: “Fermati! Leggi ancora una volta! Non ho capito bene!” Come vedremo un libro scritto per essere ascoltato nelle celebrazioni comunitarie ha un modo diverso di dividere il tema rispetto ad un libro scritto per essere letto da soli.
2ª Chiave: Il Vangelo di Marco è una narrazione. Una narrazione è come un fiume. Percorrendo il fiume in barca, non ci si rende conto di divisioni nell’acqua. Il fiume non ha divisioni. E’ costituito da un solo flusso, dall’inizio alla fine. Nel fiume, le divisioni, si fanno a partire dalla riva. Per esempio si dice: “Quel bel tratto che va da quella casa fino alla curva dove si trova la palma, tre curve dopo”. Ma nell’acqua non si vede nessuna divisione. La narrazione di Marco scorre come un fiume. Le sue divisioni, coloro che ascoltano le trovano al margine, vale a dire, nei luoghi dove Gesù passava, nella geografia, nelle persone che incontra, lungo le strade che percorre. Queste indicazioni al margine aiutano chi ascolta a non perdersi in mezzo a tante parole ed azioni di Gesù e su Gesù. Il quadro geografico aiuta il lettore a camminare con Gesù, passo a passo, dalla Galilea fino a Gerusalemme, dal lago fino al calvario.
3ª Chiave: Il Vangelo di Marco è stato scritto per essere letto in una sola volta. Così facevano i giudei con i libri brevi del Vecchio Testamento. Per esempio, nella notte di Pasqua, leggevano tutto il libro del Cantico dei Cantici. Alcuni studiosi affermano che il Vangelo di Marco è stato scritto per essere letto, tutto intero, nel corso della lunga veglia della notte di Pasqua. Orbene, al fine di non stancare le persone che ascoltavano, la lettura doveva essere divisa ed avere pause. Inoltre, quando una narrazione è lunga, come quella del Vangelo di Marco, la sua lettura deve essere interrotta ogni tanto. In certi momenti c’è bisogno di una pausa, altrimenti gli ascoltatori si perderebbero. Queste pause erano state previste dall’autore stesso della narrazione. Ed erano scandite da piccoli riassunti, tra due letture lunghe. Praticamente la stessa cosa che avviene in televisione. Tutti i giorni, all’inizio del teleromanzo si ripetono alcune scene della trasmissione precedente. Quando terminano, si presentano alcune scene del giorno successivo. Questi riassunti sono come dei cardini che raccolgono ciò che è stato letto ed aprono a ciò che verrà dopo. Permettono di fermarsi e ricominciare, senza interrompere o disturbare la sequenza della narrazione. Aiutano chi ascolta a collocarsi nel fiume della narrazione che scorre. Nel Vangelo di Marco ci sono diversi riassunti di questo tipo o pause, che ci permettono di scoprire e seguire il filo della Buona Novella di Dio che Gesù ci ha rivelato e che Marco ci racconta. In tutto si tratta di sette blocchi o letture più lunghe, intercalate da piccoli riassunti o cardini, dove è possibile fare una pausa.
● Una divisione del Vangelo di Marco
Ecco a continuazione una possibile divisione del Vangelo di Marco. Altri lo dividono in un modo diverso. L’importante di una divisione è che apra una delle molte finestre all’interno del testo, e ci aiuti a scoprire la rotta del cammino che Gesù aprì per noi in direzione verso il Padre ed i fratelli.
Mc 1,1-13             Inizio della Buona Novella    
                                      Preparare l’annuncio
                                                       1ª Lettura
Mc 1,14-15           pausa, riassunto, cardine    
Mc 1,16-3,16        Cresce la Buona Novella                
                                      Si presenta il conflitto      
                                                       2ª Lettura
Mc 3,7-12             pausa, riassunto, cardine                        
Mc 3,13-6,6          Cresce il conflitto    
                                      Appare il Mistero              
                                                       3ª Lettura
Mc 6,7-13             pausa, riassunto, cardine                        
Mc 6,14-8,21        Cresce il Mistero    
                                      Non si capisce                  
                                                       4ª Lettura
Mc 8,22-26           pausa, riassunto, cardine                        
Mc 8,27-10,45      Si continua a non capire                
                                      Appare la luce scura della Croce  
                                                       5ª Lettura
Mc 10,46-52          pausa, riassunto, cardine                        
Mc 11,1-13,32       Cresce la luce scura della Croce
                                      Appaiono la rottura e la morte
                                                       6ª Lettura
Mc 13,33-37          pausa, riassunto, cardine                        
Mc 14,1-15,39       Crescono la rottura e la morte
                                      Appare la vittoria sulla morte
                                                       7ª Lettura
Mc 15,40-41          pausa, riassunto, cardine                        
Mc 15,42-16,20     Aumenta la vittoria sulla morte
                                      Ri-appare la Buona Novella
                                                       8ª Lettura
Mc 16,9-20
In questa divisione i titoli sono importanti. Indicano il cammino dello Spirito, dell’inspirazione, che percorre il Vangelo dall’inizio alla fine. Quando un artista ha un’ispirazione, cerca di esprimerla in un’opera d’arte. Una poesia o un’immagine che ne risulta racchiude in sé questa ispirazione. L’ispirazione è come una forza elettrica che corre invisibile lungo i fili ed accende la lampada nelle nostre case. Così pure l’ispirazione corre invisibile lungo le lettere della poesia o le forme dell’immagine per rivelare o accendere in noi una luce simile o quasi simile a quella che brillò nell’anima dell’artista. Per questo le opere artistiche attraggono e scuotono tanto quanto le persone. Lo stesso avviene quando leggiamo e meditiamo il Vangelo di Marco. Lo stesso Spirito o Ispirazione che spinse Marco a scrivere il testo, continua ad essere presente nelle parole del suo Vangelo. Mediante una lettura attenta ed orante, questo Spirito entra in azione e comincia ad agire in noi. E così, poco a poco, scopriamo il volto di Dio che si è rivelato in Gesù e che Marco ci comunica nel suo libro.
6. Preghiera del Salmo 145
Ringraziare sempre per tutto!
O Dio, mio re, voglio esaltarti
e benedire il tuo nome
in eterno e per sempre.
Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome
in eterno e per sempre.
Grande è il Signore e degno di ogni lode,
la sua grandezza non si può misurare.
Una generazione narra all'altra le tue opere,
annunzia le tue meraviglie.
Proclamano lo splendore della tua gloria
e raccontano i tuoi prodigi.
Dicono la stupenda tua potenza
e parlano della tua grandezza.
Diffondono il ricordo della tua bontà immensa,
acclamano la tua giustizia.
Paziente e misericordioso è il Signore,
lento all'ira e ricco di grazia.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature.
Ti lodino, Signore, tutte le tue opere
e ti benedicano i tuoi fedeli.
Dicano la gloria del tuo regno
e parlino della tua potenza,
per manifestare agli uomini i tuoi prodigi
e la splendida gloria del tuo regno.
Il tuo regno è regno di tutti i secoli,
il tuo dominio si estende ad ogni generazione.
Il Signore sostiene quelli che vacillano
e rialza chiunque è caduto.
Gli occhi di tutti sono rivolti a te in attesa
e tu provvedi loro il cibo a suo tempo.
Tu apri la tua mano
e sazi la fame di ogni vivente.
Giusto è il Signore in tutte le sue vie,
santo in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a quanti lo invocano,
a quanti lo cercano con cuore sincero.
Appaga il desiderio di quelli che lo temono,
ascolta il loro grido e li salva.
Il Signore protegge quanti lo amano,
ma disperde tutti gli empi.
Canti la mia bocca la lode del Signore
e ogni vivente benedica il suo nome santo,
in eterno e sempre.
7. Orazione Finale
Signore Gesù, ti ringraziamo per la tua Parola che ci ha fatto vedere meglio la volontà del Padre. Fa che il tuo Spirito illumini le nostre azioni e ci comunichi la forza per eseguire quello che la Tua Parola ci ha fatto vedere. Fa che noi, come Maria, tua Madre, possiamo non solo ascoltare ma anche praticare la Parola. Tu che vivi e regni con il Padre nell'unità dello Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.


Come Carmelitani, viviamo in ossequio di Gesù Cristo e servirlo fedelmente con cuore puro e retta coscienza impegnandoci nella ricerca del volto del Dio vivente (dimensione contemplativa della vita), nella preghiera, nella fraternità e nel servizio (diakonia) in mezzo al popolo. Questi tre elementi fondamentali del carisma non sono valori separati o senza connessione, bensì strettamente legati l’uno all'altro.





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