CLARISSE SANT'AGATA LECTIO DIVINA "Al di là del mare"

18 Domenica TO - B
Antifona d'Ingresso
O Dio, vieni a salvarmi. Signore, vieni presto, in mio aiuto. Sei tu il mio soccorso, la mia salvezza: Signore,
non tardare.
Colletta
Mostraci la tua continua benevolenza, o Padre, e assisti il tuo popolo, che ti riconosce suo pastore e guida;

rinnova l'opera della tua creazione e custodisci ciò che hai rinnovato. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo
Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell'unità dello Spirito Santo...
Oppure:
O Dio, che affidi al lavoro dell'uomo le immense risorse del creato, fa' che non manchi mai il pane sulla
mensa di ciascuno dei tuoi figli, e risveglia in noi il desiderio della tua parola, perché possiamo saziare la fame
di verità che hai posto nel nostro cuore. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Prima Lettura
Dal libro dell'Esodo. (Es 16, 2-4. 12-15)
In quei giorni, nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. Gli
Israeliti dissero loro: "Fossimo morti per mano del Signore nella terra d'Egitto, quando eravamo seduti presso
la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatto uscire in questo deserto per far morire di
fame tutta questa moltitudine". Allora il Signore disse a Mosè: "Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per
voi: il popolo uscirà a raccoglierne ogni giorno la razione di un giorno, perché io lo metta alla prova, per
vedere se cammina o no secondo la mia legge. Ho inteso la mormorazione degli Israeliti. Parla loro così: "Al
tramonto mangerete carne e alla mattina vi sazierete di pane; saprete che io sono il Signore, vostro Dio"". La
sera le quaglie salirono e coprirono l'accampamento; al mattino c'era uno strato di rugiada intorno
all'accampamento. Quando lo strato di rugiada svanì, ecco, sulla superficie del deserto c'era una cosa fine e
granulosa, minuta come è la brina sulla terra. Gli Israeliti la videro e si dissero l'un l'altro: "Che cos'è?", perché
non sapevano che cosa fosse. Mosè disse loro: "È il pane che il Signore vi ha dato in cibo".
Salmo 77 (78)
Donaci, Signore, il pane del cielo.
Ciò che abbiamo udito e conosciuto
e i nostri padri ci hanno raccontato
non lo terremo nascosto ai nostri figli,
raccontando alla generazione futura
le azioni gloriose e potenti del Signore
e le meraviglie che egli ha compiuto.
Diede ordine alle nubi dall'alto
e aprì le porte del cielo;
fece piovere su di loro la manna per cibo
e diede loro pane del cielo.
L'uomo mangiò il pane dei forti;
diede loro cibo in abbondanza.
Li fece entrare nei confini del suo santuario,
questo monte che la sua destra si è acquistato.
Seconda Lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini. (Ef 4, 17. 20-24)
Fratelli, vi dico e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani con i loro vani pensieri. Voi
non così avete imparato a conoscere il Cristo, se davvero gli avete dato ascolto e se in lui siete stati istruiti,
secondo la verità che è in Gesù, ad abbandonare, con la sua condotta di prima, l'uomo vecchio che si
corrompe seguendo le passioni ingannevoli, a rinnovarvi nello spirito della vostra mente e a rivestire l'uomo
nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella vera santità.
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Non di solo pane vivrà l'uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
Alleluia.
Vangelo
Dal vangelo secondo Giovanni. (Gv 6, 24-35)
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si
diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: "Rabbì, quando sei
venuto qua?". Gesù rispose loro: "In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni,
ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il
cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il
suo sigillo". Gli dissero allora: "Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?". Gesù rispose loro:
"Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato". Allora gli dissero: "Quale segno tu compi
perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta
scritto: "Diede loro da mangiare un pane dal cielo"". Rispose loro Gesù: "In verità, in verità io vi dico: non è
Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane
di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo". Allora gli dissero: "Signore, dacci sempre questo
pane". Gesù rispose loro: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà
sete, mai!".
Sulle Offerte
Santifica, o Dio, i doni che ti presentiamo e trasforma in offerta perenne tutta la nostra vita in unione alla
vittima spirituale, il tuo servo Gesù, unico sacrificio a te gradito. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.
Comunione
Ci hai mandato, Signore, un pane dal cielo, un pane che porta in sé ogni dolcezza e soddisfa ogni desiderio.
Dopo la Comunione
Accompagna con la tua continua protezione, Signore, il popolo che hai nutrito con il pane del cielo, e rendilo
degno dell'eredità eterna. Per Cristo nostro Signore.
Al di là del mare
La liturgia di queste domeniche ci chiama ad approfondire il tema del pane che Gesù aveva introdotto
domenica scorsa con la condivisione dei cinque pani e dei due pesci. Il segno compiuto da Gesù aveva
provocato nella gente grande entusiasmo tanto da volerlo proclamare re di Israele. Gesù fugge e si ritira in
solitudine, perché egli sa bene che l’Ora in cui potrà essere proclamato re sarà quella della croce, non prima.
Il segno del pane avrebbe dovuto rivelare alla folla che il vero pane sceso dal cielo e donato dal Padre
non era quello dell’esodo, la manna nel deserto, ma Gesù stesso, il Figlio “che discende dal cielo e dà la vita al
mondo”. Ma la reazione dei giudei dice quanto sia difficile accogliere Gesù come il Dono del Padre. La manna
donata per il cammino nel deserto (1 lettura) era soltanto il “pegno” del dono vero che il Padre preparava per
la fame di ogni uomo nel suo cammino nel deserto della vita, là dove ci è chiesto di compiere l’esodo da ogni
nostra schiavitù alla vita vera.
Il contesto del Vangelo è evidentemente quello di un nuovo esodo: dopo il segno del pane, i discepoli
scendono al “mare” e lo attraversano nella notte avviandosi all’altra riva in mezzo alla tempesta e al vento
contrario. Questo passaggio del mare che viene portato a termine grazie a Gesù che li raggiunge camminando
sulle acque, richiama un altro passaggio del mare, là dove Israele viene fatto uscire dall’Egitto per entrare nella
terra promessa. Il Dio dell’esodo è il Dio che dona il pane, cioè che dona la possibilità di vivere in quel tratto
di cammino che il popolo deve compiere per vedere realizzata la promessa di Dio. Passare il mare significa per
Israele affidarsi a Dio, credere che colui che l’ha liberato lo condurrà nella terra dove scorre latte e miele, cioè
dove Dio lo sazierà pienamente. Il popolo nel deserto rimpiange il cibo dell’Egitto, cioè il passato che conosce,
il Dio di cui ha fatto esperienza in quella situazione: è sempre difficile camminare verso una nuova
comprensione di Dio, verso la terra dove Dio si rivelerà come l’unica nostra sazietà.
Ora Gesù nel Vangelo sta conducendo il nuovo Israele che siamo noi al di là del mare di ogni nostra
idea di Dio. Gesù vuole spostare l’attenzione dei giudei dal dono del pane al Donatore del Pane vero, il Padre.
Questo è l’esodo che occorre vivere per avere la vita. Se da una parte l’uomo cerca Dio per saziare il suo
bisogno di vita (“voi mi cercate perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati”), Gesù vuole mostrarci che la
vita vera viene dalla fede in Colui che dona il “cibo che non perisce ma che dura per la vita eterna”. Gesù chiede di
“darsi da fare”, di cercare la relazione con il Donatore della vita e non con ogni suo dono. L’incontro con Lui
sazia.
Davanti alla richiesta di operare per il cibo che non perisce, gli interlocutori di Gesù gli chiedono che
cosa debbano fare per compiere le opere di Dio (cf. Gv 6,28). La risposta di Gesù spiazza la domanda attuando
il passaggio dalle molte opere all’unica opera. L’unica opera necessaria è la fede! L’opera di Dio, cioè che
consente a Dio di operare nell’uomo, è la fede, “credere in colui che egli ha mandato” (Gv 6,29). E’ bellissima la
risposta di Gesù perché sposta il centro del discorso da ciò che l’uomo deve fare per vivere (“cosa fare per
compiere le opere di Dio”) all’atteggiamento con cui ricevere ciò che Dio dona (“Questa è l'opera di Dio: che crediate
in colui che egli ha mandato”). La risposta di Gesù quindi elimina l’inutile contrapposizione tra fede e opere, tra
dimensione verticale e dimensione orizzontale della vita, tra contemplazione e azione, tra servizio e preghiera.
In verità la fede è l’unica cosa necessaria. Non si tratta dunque di dover fare, ma prima di ogni altra cosa di
essere credente. Il cristiano infatti è uno che fa della fede la propria responsabilità, il proprio lavoro, la propria
fatica, la propria lotta. In una parola: la propria opera quotidiana.
Quindi il passaggio che Gesù oggi ci chiede di vivere è proprio questo: credere e accogliere che la
nostra vita vera viene dal dono del Padre: il Figlio. E’ Lui il pane sostanziale della nostra vita. Riceverlo
significa lasciare che la sua vita entri in noi e ci trasformi a immagine della sua vita. Una vita non più segnata
dal limite della morte, ma tutta consumata nell’amore. Questa è la vita eterna.

DAL SITO:
intestazione

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