D. Mario MORRA SDB"Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna!"

2 agosto 2015 | 18a Domenica - Tempo Ordinario B | Omelia
Gesù ha compiuto il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci; la folla entusiasta vuole farlo re, ma Egli manda i discepoli a Cafarnao, all'altra parte del lago di Tiberiade, su di un'unica barca e si ritira in disparte. Nella notte li raggiunge camminando sulle acque.

La gente che è venuta a piedi a Cafarnao, facendo il giro del lago, come vede Gesù, gli domanda stupita: "Maestro quando sei venuto qua?"
Gesù non risponde alla domanda, gli interessa di più conoscere la motivazione vera dell'atteggiamento dei Galilei a suo riguardo: perché lo abbiano cercato.
Essi lo hanno cercato perché ha fatto il miracolo; ma non sono capaci di vedere nel miracolo della moltiplicazioni dei pani e dei pesci, il "segno", il senso, il significato profondo che il miracolo racchiude; si sono fermati al fatto superficiale di aver soddisfatto le esigenze del loro stomaco; e continuano a cercare in Gesù solo il profeta che distribuisce pane a buon prezzo, anzi gratis!
Gesù allora li ammonisce: "Procuratevi non il cibo che perisce, ma quello che dura per la vita eterna!"
I Galilei capiscono e non capiscono; pensano di dover fare qualcosa di particolare, per avere questo pane; perciò chiedono quali opere debbano compiere.
Gesù precisa che non si tratta di opere da fare, ma di avere un atteggiamento di fondo, di "Credere in colui che Dio ha mandato" cioè di credere in Gesù stesso.
I Galilei finalmente comprendono che Gesù si presenta come inviato di Dio, come Messia, ma anziché valutare il segno che Gesù ha dato loro con il miracolo della moltiplicazione dei pani, chiedono una nuova prova, perché anche Mosè, nel deserto, ha dato da mangiare "un pane disceso dal cielo", la manna!
Chiedono un segno ulteriore, perché loro non basta quel segno per credere; occorre avere l'atteggiamento interiore dello spirito che lo accoglie; pretendere un nuovo segno rivela un animo diffidente, e diventa una sfida.
Gesù allora precisa che nel deserto a dare il pane venuto dal cielo, la manna, non fu Mosè, ma Dio, il Padre suo che ora dà loro il pane vero, "il pane di Dio: colui che discende dal cielo e dà la vita al modo!"
Gesù parla allora chiaramente di se stesso, pane di vita che nutre l'anima di chi lo accoglie. "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame, e chi crede in me non avrà più sete"

La pagina del Vangelo interpella anche noi; anche a noi Gesù dice: "procuratevi non il cibo che perisce, il pane materiale, ma quello che dura per la vita eterna".
Con queste parole Gesù non intende certo esortarci al disimpegno, al disinteresse per le cose materiali, ma ci sprona semplicemente a dare il primo posto a ciò che nutre lo spirito, cioè alla Parola di Dio, alla grazia dei Sacramenti, all'Eucaristia.
Anche a noi Gesù ricorda che l'opera fondamentale che dobbiamo compiere per la nostra salvezza è "credere in Colui che Dio ha mandato", cioè credere in Gesù Cristo. Credere non in maniera astratta, ma in modo concreto e pratico, che vuol dire vivere secondo il Vangelo, seguire gli insegnamenti e gli esempi di Gesù.
Maria che con la sua disponibilità alla parola dell'Angelo ci ha dato Gesù, fatto uomo per la nostra salvezza, ci aiuti a comprendere, a stimare e a valorizzare il dono che Gesù ci fa, dandoci il suo Corpo ed il suo Sangue nella divina Eucaristia.


D. Mario MORRA SDB

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