don Massimo Cautero"IL VERO DIETRO LE COSE."

 Commento su Giovanni 6,24-35
XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (02/08/2015)
Vangelo: Gv 6,24-35  
Un fidanzato, parlando della sua fidanzata spiegava il perché ne era tanto innamorato e diceva: " Adoro il modo come si veste, la sua ricerca dei particolari, il suo modo di parlare, la sua pettinatura, la sua risata. Adoro rimanere ore
a pensare a lei e starei ore a parlare con lei al telefono quando sono lontano. Non nascondo che, anche se con un poco di gelosia, ho un certo piacere nel vedere che tutti si girano a guardarla." Il sacerdote che stava raccogliendo queste confidenze, assieme all'affermazione di avere l'intenzione di sposarsi con la ragazza, ebbe un'illuminazione e disse: "Ma ti sei innamorato di lei o dei vestiti che indossa?"./i> Il ragazzo, quasi offeso, rispose: "Padre, queste non sono domande da fare!". E se ne andò via.
Poco tempo dopo il ragazzo tornò dal sacerdote e gli disse: " Padre, con la sua battuta mi ha rovinato, non sono riuscito più a guardare con gli stessi occhi la mia ragazza. Ogni volta che ci vediamo è come se cercassi di vedere oltre di lei, dietro di lei, è come se cercassi di vedere qualcosa che davanti non si può vedere. Sa una cosa, lei se ne è accorta, mi sembra anche che abbia cambiato atteggiamento con me, è imbarazzata o arrabbiata, mi dice che si sente quasi fuori posto con me e che non la guardo più con gli stessi occhi. Padre, non sono più sicuro di volerla sposare! ".
Questa storia mette in risalto un fatto umano essenziale: nonostante siamo sempre attratti dalla superficie delle cose, noi uomini siamo chiamati a cercare "l'oltre" di queste cose, ciò che esse significano oltre la loro apparenza. Non saremmo esseri umani se non ci domandessimo quest'oltre che per noi è metafora (=che porta al di là) ma anche mistica, cioè mistero, con le quali leggiamo, interpretiamo e troviamo significato, ne assumiamo sia il senso ma anche vi leggiamo la nostra vita, le nostre aspirazioni, progetti e speranze, in poche parole facciamo diventare tutto ciò che ci circonda umanamente intellegibile.
Gli animali associano significati a gesti, suoni, colori, sapori per riconoscere quello che gli può dare vita o no, ad esempio il cibo, ma gli uomini non possono accontentarsi di cibarsi per sopravvivere, devono umanizzare anche il cibo e l'atto di cibarsi. D'altronde pensate cosa diventerebbe la civiltà umana se cominciassimo a cibarci solo per restare in vita, o se ci sposassimo solo per mettere una fede nuziale al dito o scambiassimo l'amore per una persona con l'ammirazione per le cose che questa persona ha! In poche parole, pensate se smettessimo di cercare il significato della vita nel significato di tutto ciò che ci circonda e ci si presenta davanti!
Gesù, nel brano di questa domenica, è chiaro: "In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati.", cioè siete rimasti alla crude apparenza delle cose ed al soddisfacimento di un bisogno, senza veramente umanizzare nel significato, cioè aver percepito, che c'è dell'altro che deve interessarvi perché, continua Gesù "Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo", ossia cercate quello che vi da la vita (la vita eterna!), di cui il pane moltiplicato è solo un segno, e non il momentaneo mantenersi in vita!
Gesù si paragona al pane, simbolo della vita, descrivendo l'essenza della vita stessa per l'uomo. Lui che ama il Padre ed i fratelli definisce l'essenza relazionale d'amore della vita senza le quali la vita stessa non sarebbe né appetibile né umana.
Entrare in relazione con Gesù e vivere come Gesù è la vita dell'uomo, fuori da questo la vita dell'uomo non si umanizza. Non accogliere Lui che, dono del cielo, si fa pane per noi è rimanere nel pre-umanizzante, nel mero bisogno di "tirare avanti" la vita per quello che si può senza domandarsi nulla sulla verità della nostra vita!
Il Cristo-pane, l'eucarestia, il nostro più grande tesoro, diventa così l'occasione più grande che abbiamo per poterci fare "uomini" sapendo che, nell'economia della Salvezza, solo ciò che è umano può diventare "divino", e solo imparando a cercare la verità che c'è dietro le cose che possiamo avere la speranza di poter comprendere la nostra dignità, come quando il nostro cuore batte forte nel guardare un pezzo di pane nel quale si nasconde l'autore della vita!
Tanto per non lasciarvi in sospeso devo anche dirvi che i due fidanzati, dopo un periodo di crisi, hanno cominciato a guardarsi veramente, a scoprire la verità che uno era per l'altro, non si sono più accontentati di guardarsi "fuori" e di agire superficialmente ma hanno cominciato a cercare il significato per e della loro vita in tutto ciò che facevano insieme e uno per l'altro. Così Lui non ha sposato un abito da sposa ma quello che c'era dentro, amandola con tutto il cuore, e lei non ha sposato un "buon partito" ma un uomo che amava ed ama profondamente con tutto il cuore. Se non è una logica Eucaristica questa ditemi voi cos'è!

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