MONS.Antonio Riboldi" Il battezzato è chiamato ad essere ‘profeta’"

Omelia del giorno 12 Luglio 2015
 XV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)
Dio che ama l’uomo e vuole a tutti i costi la sua salvezza, non ha esitato mandarci Suo Figlio Gesù; e continua nel tempo a contestare in continuità le tante mortali sicurezze che ci creiamo, e tali non sono; manda uomini, donne destinati appositamente a scuotere le
nostre coscienze, la stessa coscienza del mondo intero, se necessario, senza preoccuparsi delle reazioni o delle persecuzioni. Vuole aiutarci a comprendere il pericolo che si corre nel rifiuto o nell’ignoranza della Parola di Dio, evitando che cadiamo in un quieto vivere ‘cristiano’, simile ad un sopore da cui c’è il pericolo di non risvegliarsi.

Oggi la Parola di Dio ci presenta una figura ‘scomoda’, è il profeta Amos, a cui Dio si rivolge così:

“In quei giorni il sacerdote di Betèl Amasìa disse ad Amos: ‘Vattene, veggente, ritirati verso il paese di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betèl non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno’. Amos rispose ad Amasìa: ‘Non ero profeta, né figlio di profeta: ero un pastore e raccoglitore di sicomori; il Signore mi prese di dietro al bestiame e il Signore mi disse: ‘Va’, profetizza al mio popolo in Israele’”. (Am. 7, 12-15)

E il grande Paolo, apostolo delle genti, così ringrazia Dio:

“Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi ed immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo, secondo il beneplacito della sua volontà. In lui anche voi, dopo aver ascoltato il vangelo della vostra salvezza e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso …”. (Ef. 1, 3-14)

E Gesù si è preoccupato che la voce del Padre, che mette ‘luce’ negli uomini, portandoli alla verità della vita non tacesse mai, non si affievolisse neppure, ma continuasse nei secoli. Da qui la missione che Gesù affida ai Dodici:

“In quel tempo Gesù chiamò i Dodici ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio, né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa, ma calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. E diceva loro: ‘Entrati in una casa, rimanetevi finché ve ne andate da quel luogo. Se in qualche luogo non vi riceveranno, andandovene scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi a testimonianza per loro’. E partiti, predicavano che la gente si convertisse, scacciavano molti demoni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano”. (Mc. 6, 7-13)

Un mandato che è valido anche oggi, poiché ogni battezzato è, deve essere ‘profeta’. E noi assistiamo alla fatica di tanti sacerdoti, suore, comuni fedeli, che si spingono sulle frontiere di tutto il mondo per recare la Parola di Dio. Basterebbe pensare alla Cina o alle difficoltà dei cristiani nel mondo mussulmano. Davvero in tanti posti evangelizzare è vivere sul filo del rasoio: è facile imbattersi con la morte e, quindi, il martirio. Ma anche il nostro mondo occidentale, cosiddetto cristiano, quanto ha bisogno di essere rievangelizzato.

Fino a poco tempo fa, si aveva quasi la certezza che tutto fosse chiaro, almeno per quanto riguarda i grandi valori della vita: valori la cui origine e consistenza era nella Parola di Dio. Chi avrebbe mai osato discutere, per esempio, del grande ed intoccabile valore della famiglia? O del dono della vita? O del valore dell’onestà o, addirittura, della necessità di una fede cosciente e coerente, che era la dignità e il volto dell’uomo?

Oggi tutto o quasi è stato rimesso in discussione: a volte solo per chiarire meglio; a volte per cercare di piegare Dio o la Sua Legge al capriccio dell’uomo; a volte per cancellare tutto, sostituendo valori certi con vacuità del momento che possono solo esaltare l’egoismo o l’individualismo dell’uomo.

Ma non si oscura la verità dell’uomo, dietro cui si nasconde il misericordioso e gratuito amore di Dio, senza pagare un duro prezzo! Basta guardarci intorno … Le piaghe dell’anima dell’uomo moderno sono tante. Ecco perché, soprattutto oggi, l’amore del Padre ‘ci prende’, ‘ci sceglie’ e ‘manda’ dicendoci: ‘Va’, profetizza al mio popolo’.

In altre parole: ‘Va’, ai fratelli che ti ho affidato, in famiglia, sul luogo di lavoro, ovunque ti trovi accosta ogni persona, ogni famiglia, ogni ambiente e parla ancora una volta del Regno di Dio, della sua Buona Novella; dì ancora una volta che Dio ci ama e chiede che ci si apra al suo Amore, ci si converta a Lui con tutto il cuore, perché il resto, quello che si crede un bene, a cui si rischia di vendere interamente la propria vita, non è il bene assoluto, ma semmai un mezzo per conoscere meglio Lui, amarLo di più personalmente e riconoscendolo nei fratelli.

È vero che siamo spesso come storditi dal chiasso delle parole che arrivano da tanti e ignorano verità divina e speranza. Ma possiamo, anzi è nella nostra voglia di autenticità e felicità, essere profeti.

Non dobbiamo avere paura del mondo, di quello che dice il mondo. Invece, andiamo, grati e fieri della saggezza evangelica, felici di spargerla ovunque e con chiunque incontriamo.

Papa Francesco, in una messa celebrata nella cappella di Santa Marta, ha ricordato che ‘essere profeti è una vocazione di tutti i battezzati’. Ma occorre avere ‘nel cuore la promessa di Dio’ averla ‘viva’, ricordarla e ripeterla. Solo così può guardare ‘il presente, il suo popolo’ e sentire ‘la forza dello Spirito per dire una parola che lo aiuti a issarsi, a continuare il cammino verso il futuro’. E, ha ricordato, ‘il Signore sempre ha custodito il suo popolo con i profeti nei momenti difficili, … quando ci risveglia la memoria della sua promessa, ci spinge verso il futuro con la speranza’. Ha concluso pregando perché ‘non manchino profeti nel tuo popolo. Tutti noi battezzati siamo profeti. Signore, che non dimentichiamo la tua promessa; che non ci stanchiamo di andare avanti, che non ci chiudiamo nelle legalità che chiudono le porte. Signore, libera il tuo popolo e aiutalo con lo spirito di profezia’.



Antonio Riboldi – Vescovo

Commenti

Post più popolari