Movimento Apostolico"Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo?"

XVIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) 
Vangelo: Gv 6,24-35
Il sigillo è appartenenza, proprietà esclusiva, attestazione di garanzia e autenticità, è anche segno di inviolabilità. Questa verità è così manifestata nel Cantico dei Cantici.

Come vorrei che tu fossi mio fratello, allattato al seno di mia madre! Incontrandoti per strada ti potrei baciare senza che altri mi disprezzi. Ti condurrei, ti introdurrei nella casa di mia madre; tu mi inizieresti all'arte dell'amore. Ti farei bere vino aromatico e succo del mio melograno. La sua
sinistra è sotto il mio capo e la sua destra mi abbraccia. Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme, non destate, non scuotete dal sonno l'amore, finché non lo desideri. Chi sta salendo dal deserto, appoggiata al suo amato? Sotto il melo ti ho svegliato; là dove ti concepì tua madre, là dove ti concepì colei che ti ha partorito. Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio; perché forte come la morte è l'amore, tenace come il regno dei morti è la passione: le sue vampe sono vampe di fuoco, una fiamma divina! Le grandi acque non possono spegnere l'amore né i fiumi travolgerlo. Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell'amore, non ne avrebbe che disprezzo. (Ct 8,1-7).
Nel Libro del Profeta Zaccaria è Dio stesso che pone il suo servo come un sigillo. Il servo di Dio, è dichiarato suo sigillo, sua manifestazione di verità e di autenticità, suo strumento di pensiero e di azione, suo fiduciario, sua voce, suo cuore, suo tutto.
Il ventiquattro del mese questa parola del Signore fu rivolta una seconda volta ad Aggeo: «Parla a Zorobabele, governatore della Giudea, e digli: Scuoterò il cielo e la terra, abbatterò il trono dei regni e distruggerò la potenza dei regni delle nazioni, rovescerò i carri e i loro cavalieri: cadranno cavalli e cavalieri; ognuno verrà trafitto dalla spada del proprio fratello. In quel giorno - oracolo del Signore degli eserciti - io ti prenderò, Zorobabele, figlio di Sealtièl, mio servo - oracolo del Signore - e ti porrò come un sigillo, perché io ti ho eletto». Oracolo del Signore degli eserciti. (Ag 2,20-23).
Ai Giudei che chiedevano ancora del pane per sfamarsi, Gesù dice con ferma chiarezza che il Padre tutto ha messo nelle sue mani e che pertanto non dovevano più pensarsi secondo l'antica storia, gli antichi eventi, i fatti del passato, bensì su una storia nuova, un nuovo evento, un nuovo fatto che Cristo stesso avrebbe operato per essi. Il Padre ha costituito lui suo sigillo, sua verità, parola, mediatore, suo tutto.
Se i Giudei non passano a Cristo Gesù, non aggiornino la loro fede sulla Parola di Gesù, che è la nuova Parola di Dio, la loro vita ben presto diverrà senza vera fede. Vivranno di una fede passata, tramontata, logora, non più capace di trasformare la storia, perché oggi il cammino dell'uomo non si fa più con il vecchio pane che discende dal cielo, ma con il nuovo pane e questo nuovo pane è Gesù che deve darlo loro. O loro faranno questo passaggio o saranno travolti dal deserto. Senza questo nuovo pane il nuovo deserto mai potrà essere vinto. Nuovo deserto, nuovo pane, nuova vita.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, aggiornate la nostra fede.

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