Pane Quotidiano«Raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi»

La Liturgia di Giovedi 30 Luglio 2015  VANGELO (Mt 13,47-53)Rev. D. Ferran JARABO i Carbonell (Agullana, Girona, Spagna) 
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei
canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti.
Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche».
Terminate queste parabole, Gesù partì di là.
Parola del Signore

«Raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi»
Rev. D. Ferran JARABO i Carbonell 
(Agullana, Girona, Spagna)
Oggi, il Vangelo rappresenta un richiamo vitale alla conversione. Gesù non ci risparmia la cruda realtà: «Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente» (Mt 13,49-50). L’avvertimento è chiaro! Non possiamo rimanere indifferenti.

Ora dobbiamo scegliere liberamente: o cerchiamo Dio e il bene con tutte le nostre forze, o mettiamo la nostra vita sull’orlo del precipizio della morte. O stiamo con Cristo o stiamo contro di Lui. Convertirsi, significa, in questo caso, scegliere liberamente di far parte dei giusti e condurre una vita degna come figli. Tuttavia, incorporiamo , la esperienza del peccato: vediamo il bene che dovremmo fare e contrariamente procediamo nel male; come possiamo dare una vera unità alle nostre vite? Noi da soli non possiamo far molto. Solamente se ci mettiamo nelle mani di Dio possiamo riuscire a compiere il bene e far parte dei giusti.

«Per il fatto di non essere sicuri di quando verrà il nostro giudice, dobbiamo vivere ogni giorno come se ci dovessero giudicare il giorno dopo» (San Geronimo). Questa frase è un invito a vivere con intensità e responsabilità l’essere cristiano. Non si tratta di aver paura, ma di vivere nella speranza questo tempo che è di grazia, elogio e gloria.

Cristo ci insegna il cammino verso la nostra propria glorificazione. Cristo è il cammino dell’uomo, quindi, la nostra salvezza, la nostra felicità e tutto quello che possiamo immaginare avviene attraverso di Lui. E se tutto lo abbiamo in Cristo, non possiamo non amare la Chiesa che lo rappresenta nel suo corpo mistico. Contro le visioni puramente umane di questa realtà è necessario recuperare la visione divino-spirituale: e nulla meglio di Cristo e il compimento della sua volonta!

don Luciano Sanvito
Fine del mondo...

"Alla fine del mondo..."

Quanti pensano di dover chiarire la fine del mondo individuandola in un tempo e in luogo preciso!
La fine del mondo è di fronte alla Parola di Dio, ogni volta che la si accoglie ascoltandola: eccolo, il giudizio, all'opera nel tempo!

La fine del mondo come metro di giudizio della storia diventa il metro di giudizio per l'azione di ognuno di noi nel tempo dell'oggi.

Tutto viene raccolto di fronte a Dio, per il suo giudizio.
Niente viene separato, fino alla venuta del Figlio: è Lui che discerne e separa "le cose nuove e le cose antiche".

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