CAPPUCCINI PESARO"Oltre l'incarnazione"
COMMENTO La Parola
XIX Domenica del T.O. - anno B - 09 Agosto 2015
Oltre l'incarnazione
(Gv 6,41-51)
Se anche il Signore Dio si fosse fatto uomo senza null’altro fare, semplicemente morendo di vecchiaia probabilmente ciò sarebbe bastato per la nostra salvezza. E se in aggiunta a questo il
Signore Gesù avesse dato la vita per noi in croce senza null’altro fare, questo sarebbe bastato per la nostra salvezza.
Ma l’amore infinito di Dio è andato al di là di ciò che poteva bastare; in Cristo ha sovrabbondato , cioè è andato oltre la misura necessaria rendendo permanente il sacrificio della sua vita donata in croce, proprio nel Sacramento dell’Eucaristia. San Francesco d’Assisi colse in profondo questo prolungamento permanente della discesa dell’incarnazione di Dio con queste parole: “ Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre (Gv 1,18; 6,38) sopra l’altare nelle mani del sacerdote. E come ai santi apostoli apparve in vera carne, così ora si mostra a noi nel pane consacrato (I Ammonizione).
La carne che Gesù ci da’ per la vita eterna è allora sì un pane concreto, ma anzitutto un cibo spirituale, meglio ancora come ascolteremo nel Vangelo di Domenica prossima un corpo spirituale che alimenta la nostra fede perché solo chi crede “ha la vita eterna”, solo chi crede in Cristo Gesù mandato a noi nella carne per la nostra salvezza può rispondere alla chiamata del Padre che ci attira a lui.
XIX Domenica del T.O. - anno B - 09 Agosto 2015
Oltre l'incarnazione
(Gv 6,41-51)
Se anche il Signore Dio si fosse fatto uomo senza null’altro fare, semplicemente morendo di vecchiaia probabilmente ciò sarebbe bastato per la nostra salvezza. E se in aggiunta a questo il
Signore Gesù avesse dato la vita per noi in croce senza null’altro fare, questo sarebbe bastato per la nostra salvezza.
Ma l’amore infinito di Dio è andato al di là di ciò che poteva bastare; in Cristo ha sovrabbondato , cioè è andato oltre la misura necessaria rendendo permanente il sacrificio della sua vita donata in croce, proprio nel Sacramento dell’Eucaristia. San Francesco d’Assisi colse in profondo questo prolungamento permanente della discesa dell’incarnazione di Dio con queste parole: “ Ecco, ogni giorno egli si umilia, come quando dalla sede regale discese nel grembo della Vergine; ogni giorno viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre (Gv 1,18; 6,38) sopra l’altare nelle mani del sacerdote. E come ai santi apostoli apparve in vera carne, così ora si mostra a noi nel pane consacrato (I Ammonizione).
La carne che Gesù ci da’ per la vita eterna è allora sì un pane concreto, ma anzitutto un cibo spirituale, meglio ancora come ascolteremo nel Vangelo di Domenica prossima un corpo spirituale che alimenta la nostra fede perché solo chi crede “ha la vita eterna”, solo chi crede in Cristo Gesù mandato a noi nella carne per la nostra salvezza può rispondere alla chiamata del Padre che ci attira a lui.
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