CLARISSE SANT'AGATA LECTIO DIVINA "PURIFICATI"

22 Domenica TO - B  XXII TEMPO ORDINARIO – 30 agosto 2015
Antifona d'Ingresso
Abbi pietà di me, Signore
perché t’invoco tutto il giorno.

tu sei buono e pronto al perdono,
sei pieno di misericordia con chi ti invoca. (Sal 85,3-5)
Colletta
O Dio, nostro Padre, unica fonte di ogni dono perfetto, suscita in noi l’amore per te e ravviva la nostra fede,
perché si sviluppi in noi il germe del bene e con il tuo aiuto maturi fino alla sua pienezza. Per il nostro Signore
Gesù Cristo…
Oppure:
Guarda, o Padre, il popolo cristiano radunato nel giorno memoriale della Pasqua, e fa' che la lode delle nostre
labbra risuoni nella profondità del cuore: la tua parola seminata in noi santifichi e rinnovi tutta la nostra vita.
Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Prima Lettura
Dal libro del Deuteronòmio (Dt 4,1-2.6-8)
 Mosè parlò al popolo dicendo:
 «Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed
entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi.
 Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del
Signore, vostro Dio, che io vi prescrivo. Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la
vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi,
diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”. Infatti quale grande nazione ha gli dèi
così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande
nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do?».
Dal Salmo 14 (15)
R. Chi teme il Signore abiterà nella sua tenda.
Colui che cammina senza colpa,
pratica la giustizia
e dice la verità che ha nel cuore,
non sparge calunnie con la sua lingua. R.

Non fa danno al suo prossimo
e non lancia insulti al suo vicino.
Ai suoi occhi è spregevole il malvagio,
ma onora chi teme il Signore. R.

Non presta il suo denaro a usura
e non accetta doni contro l’innocente.
Colui che agisce in questo modo
resterà saldo per sempre. R.
Seconda Lettura
Dalla lettera di san Giacomo apostolo (Gc 1,17-18.21b-22.27)
 Fratelli miei carissimi, ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre,
creatore della luce: presso di lui non c’è variazione né ombra di cambiamento. Per sua volontà egli ci ha
generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature. Accogliete con docilità la
Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e
non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi. Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa:
visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Per sua volontà il Padre ci ha generati
per mezzo della parola di verità,
per essere una primizia delle sue creature.
Alleluia.
Vangelo
Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,1-8.14-15.21-23)
 In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo
visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i
Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e,
tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione,
come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono:
«Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani
impure?».
 Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:
“Questo popolo mi onora con le labbra,
ma il suo cuore è lontano da me.
Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate
la tradizione degli uomini».
 Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo
che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E
diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male:
impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia,
stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».
Preghiera sulle offerte
Santifica, Signore, l’offerta che ti presentiamo,
e compi in noi con la potenza del tuo Spirito
la redenzione che si attua nel mistero.
Per Cristo nostro Signore.
Antifona alla comunione
Quant’è grande la tua bontà, Signore!
La riservi per quelli che ti temono. (Sal 30,20)
Preghiera dopo la comunione
O Signore, che ci hai nutriti alla tua mensa,
fa’ che questo sacramento ci rafforzi nel tuo amore
e ci spinga a servirti nei nostri fratelli.
Per Cristo nostro Signore.
Purificati
La liturgia di questa domenica rimette al centro della nostra vita la Parola di Dio, con tutta la sua forza,
efficacia e autorevolezza che le conferisce valore perenne. E’ la Parola attraverso la quale si manifesta la volontà
eterna di Dio per il suo popolo e che, ascoltata e osservata, fa di Israele la sola nazione “saggia e intelligente”
(prima lettura). E’ la Parola che “piantata in noi può portare alla salvezza” coloro che la mettono in pratica
(seconda lettura). E’ la Parola che Gesù antepone a ogni sua umana interpretazione perché la “tradizione degli
uomini” non sposti il cuore da Dio, da Colui che è l’essenziale da ciò che è secondario (Vangelo).
Nel libro del Deuteronomio “le leggi e le norme” comandate da Dio sono prima di tutto il Dono di Dio
al suo popolo, cioè il segno concreto del legame d’alleanza che il Signore stringe con Israele nel deserto.
“Ascoltare, mettere in pratica”, custodire la Legge significa quindi, prima di tutto, rimanere stabilmente nella
relazione con Colui che ha donato la Legge. L’osservanza dei comandamenti di Dio è la risposta d’amore del
popolo al suo Dio, attraverso la quale riceve la vita. Questo fa di Israele il popolo sapiente e intelligente perché
è il riconoscimento che la Vita viene da Dio e dipende unicamente da Lui.
Di fronte alle parole di Gesù nel Vangelo non dobbiamo pensare che l’osservanza della Legge da parte
di Israele fosse unicamente qualcosa di formale e di esteriore. L’osservanza dell’alleanza nasce come
espressione di adorazione e di un culto del cuore. Tuttavia la storia di Israele (ma ogni forma di religiosità non
ne è esente, cristianesimo compreso!) ha sviluppato una serie di tradizioni e forme di religiosità esteriore che
sono andate ad aggiungersi alla Parola fino a rischiare di sostituirsi ad essa, insinuando l’illusione che il “fare”
cose per Dio fosse il centro della relazione con Lui. La Parola di oggi ci mette in guardia da ogni illusorio
tentativo di poter fare qualcosa per renderci degni di ricevere Dio. Dio non lo si riceve perché siamo “puri”,
ma dentro l’assoluta gratuità di Dio che si dona.
Non dobbiamo dimenticare che tutta la controversia di Gesù con i giudei del Vangelo di oggi è
preceduta e seguita dalla moltiplicazione dei pani (Mc 6,35-44 e Mc 8,1-9). Il dibattito con i giudei che nasce
dall’aver visto i discepoli di Gesù prendere pane con mani impure si può quindi comprendere solo in questo
contesto. Non si tratta semplicemente di dibattere su purezza esteriore e interiore, né di eliminare la tradizione
che stabiliva regole rigorose per vivere il rapporto con Dio. Si tratta invece di rimettere l’attenzione su ciò che
centrale nel rapporto dell’uomo con Dio.
Gesù, rispondendo alla provocazione dei farisei, afferma che è un’illusione credere di poter fare
qualcosa che ci renda degni (“puri”) per ricevere pane. E non si tratta semplicemente del cibo materiale, ma
qui il pane fa riferimento alla vita: prendere il pane equivale a ricevere la vita. Davanti a Dio l’uomo non può
purificarsi da se stesso per essere degno di incontrare la Vita che è Lui. Chi fa così non riconosce che il dono
di Dio (Gesù/Pane vero/vita dell’uomo) è gratuito e dato, “sprecato” per tutti gli uomini “dalle mani impure”
cioè che sono tutti peccatori. Dio non attende la nostra “purezza” per donarsi a noi, ma si dona a noi per
“purificarci”, cioè per restituirci quella bellezza e integrità che ci fa essere pienamente uomini. Gesù è il “buon
regalo e il dono perfetto che discende dal Padre” (2 lettura) che si dona per noi, per tutti.
In questo modo Gesù abolisce ogni distinzione fra sacro e profano. Non è necessario purificarsi da ciò
che è profano, dalla vita quotidiana per incontrare Dio perché è Dio stesso che ci viene incontro là dove noi
siamo. Ogni realtà umana non gli è estranea in Gesù, il Verbo fatto carne, Dio che assume la nostra umanità
con tutte le sue contraddizioni.
Il Vangelo poi introduce una ulteriore verità: “Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa
renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro”. Ciò che “rende impuro” l’uomo, cioè che
lo allontana da Dio, dipende dal suo cuore. Il cuore è il luogo per eccellenza dell’incontro con Dio, sede della
decisione fondamentale che è quella di aprirsi a Lui e di vivere secondo la Sua volontà. Se il cuore è “puro”,
cioè retto, pulito, semplice, non ne usciranno propositi di male, perché Dio ne ha fatto la sua dimora. Non
temiamo dunque di “radicare la Parola nel cuore e il cuore in Dio”, come dice S. Francesco, per custodire la
porta d’accesso del nostro cuore e rimanere in quella disponibilità che ci fa accogliere la Vita da Lui.

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