D. Mario MORRA SDB "Chi crede in me ha la vita eterna"

9 agosto 2015 | 19a Domenica - Tempo Ordinario B | Omelia
Chi crede in me ha la vita eterna
Il profeta Elia è costretto a fuggire per evitare la persecuzione della regina Getzabele, di origine fenicia, che ha introdotto in Israele il culto delle divinità pagane ed i rispettivi sacerdoti, contro i quali il profeta ha lottato con grande forza, per riportare il popolo al culto del vero Dio.
Per questo il profeta è perseguitato a morte. Elia si inoltra nel deserto e, dopo un giorno di cammino, sfinito si riposa sotto un ginepro e, preso da grande sconforto e desolazione, si
rivolge al Signore: "Ora basta, o Signore, prendi la mia vita, perché io non sono migliore dei miei padri".
È sfiduciato!
Ed ecco che un personaggio misterioso, un angelo, inviato da Dio, gli offre una focaccia ed una brocca d'acqua, e lo invita, per ben due volte, a mangiare e a bere.
"Con la forza datagli da quel cibo Elia cammina per 40 giorni e 40 notti, fino al monte di Dio, l'Oreb" dove incontra Dio nel soffio leggero del vento.
Forse anche noi, nel corso della nostra vita, possiamo sentirci duramente provati, ed anche se non arriviamo al punto di desiderare di concludere la nostra esistenza, ci possiamo sentire smarriti, sfiduciati, incapaci di proseguire il nostro cammino.
Ed ecco allora che anche a noi Gesù viene incontro e ci dice, con le parole del brano del Vangelo di oggi: "Io sono il pane disceso dal cielo… Io sono il pane della vita… Io sono il pane vivo… Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno… E il pane che io vi darò è la mia carne per la vita del mondo… Chi crede in me ha la vita eterna".
Gesù si offre a noi come cibo e nutrimento della nostra esistenza, attraverso la sua Parola, ed attraverso il mistero dell'Eucaristia.
Dobbiamo credergli, fidarci di Lui, con grande umiltà e semplicità di cuore.
A differenza dei giudei del suo tempo che "mormoravano" e dubitavano delle sue parole, noi dobbiamo credere che Gesù è il Figlio di Dio, è Colui che viene da Dio, e muore, sacrifica la vita per la nostra salvezza.
I miracoli e le opere che Egli compie dimostrano che le sue affermazioni sono veritiere; il miracolo della moltiplicazione dei cinque pani e dei due pesci, che sfamano una folla immensa, è una di queste prove.
Certo, credere è un dono, la fede è una grazia, come ci dice Gesù stesso: "Nessuno può venire a me se non lo attira il Padre che mi ha mandato". Ma sta a noi lasciarci "attirare dal Padre", ascoltare cioè la sua voce, lasciarci "ammaestrare" da Lui, accogliere la sua parola ed aprirci ad essa. Sta a noi non chiuderci nell'orizzonte limitato delle nostre vedute, delle nostre sicurezze, e delle nostre presunte sufficienze.
Chi crede in Gesù "mandato dal Padre" "venuto dal cielo" "venuto da Dio", cioè chi crede nella divinità di Gesù e si nutre di Lui, pane vivo, della sua Parola e dell'Eucaristia, "ha la vita eterna".
In altre parole, chi crede in Gesù, già su questa terra, partecipa della vita divina, partecipa in modo iniziale di quella vita che possederà in modo perfetto nel paradiso.
Nutrirsi di Gesù, pane vivo, nutrirsi della sua Parola e dell'Eucaristia, significa inoltre rivestirsi di Lui, come ci esorta S. Paolo nella lettera ai cristiani di Efeso; significa essere partecipi dei suoi stessi pensieri, dei suoi sentimenti e dei suoi desideri.
Devono scomparire allora dal nostro comportamento, ci dice S. Paolo, tutti quegli aspetti negativi riguardanti il nostro comportamento verso il prossimo: "ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità"; ed invece, in positivo, dobbiamo sforzarci di essere "benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi", capaci di perdonare, come Dio perdona a noi in Gesù.
Comportandoci in questo modo dimostriamo con i fatti che Gesù è veramente pane della nostra vita, che ci nutre realmente e ci trasforma in Lui.
Possiamo con verità dire che ci sforziamo di "essere imitatori di Dio" e di "camminare nella carità, nel modo che anche Gesù ci ha amato e ha dato se stesso per noi".

La Madonna, mentre ci prepariamo alla sua Festa dell'Assunzione al cielo, ci aiuti ad essere suoi imitatori nell'accogliere con disponibilità di spirito, la Parola del Signore; saremo anche noi, come Lei, portatori di Gesù e del suo amore ai nostri fratelli e sorelle.


D. Mario MORRA SDB

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