D. Severino GALLO sdb"GESU' PANE DI VITA"

2 agosto 2015 | 18a Domenica - Tempo Ordinario B | Omelia
La liturgia della Parola, dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani (descritto domenica scorsa), oggi si concentra sul discorso di Gesù intorno al Pane di vita.
In questo discorso emergono due
punti essenziali: 1. Gesù è il pane disceso dal cielo, perché dà la vita eterna a chi l'accoglie mediante la fede in Lui.
2. Gesù è il vero pane disceso dal cielo, perché dà la vita eterna a chi si nutre della sua carne e del suo sangue.
Il brano evangelico odierno però contiene solo il primo punto.

1. Il pane che discende dal cielo è la manna

Il fenomeno della manna, verificatosi al momento opportuno, quando il popolo era ridotto agli estremi, è il segno che Dio manda per dimostrare che è Lui a guidare il popolo e a proteggerlo.
Nella tradizione ebraica poi tale dono diede il via a commenti e interpretazioni diverse, così che la manna venne considerata come: pane e frumento del cielo, pane dei forti, pane degli Angeli; ed è vista come preannunzio del nutrimento celeste che Dio darà ai suoi figli nel grande banchetto della vita eterna.

2. Il vero pane del cielo dato dal Padre

Il Vangelo ci ha detto che la folla cercava Gesù; e lo cercava in seguito al miracolo e in vista di nuovi prodigi. Gesù lo fa notare: "Voi mi cercate… perché… vi siete saziati".
Questo vale anche per noi che cerchiamo fedelmente Gesù soltanto quando ci concede quello che Gli chiediamo; in caso contrario, purtroppo, ci raffreddiamo subito nel suo amore.
Ma Gesù intendeva risvegliare nel popolo un'attesa più radicale, un'incontenibile fame di Dio e di vita eterna; e perciò porta subito il discorso sul pane di Dio, su un cibo che non perisce, e spinge il popolo a cercarlo.

Il vero pane che discende dal cielo è un altro.
La manna è stata un dono di Dio, ma era un cibo terreno e perituro; oggi il Padre dona una pane, che è il vero pane del cielo. Un pane vivo, qui presente. Dice, infatti, Gesù: "Io sono il pane della vita".
Egli non dice: "Io do il pane della vita", come fosse qualche cosa distinta da Lui, ma: "Io sono"… Perciò Gesù dà la vita, quando Egli stesso si dona a noi.

Qui Gesù con parole dense di contenuto espone tre verità:

* la venuta del pane del cielo adempie la grande attesa delle anime;
* questo pane è dono del Padre celeste, "che ha tanto amato il
mondo da dare il suo Figlio unigenito";
* lo scopo di questo Pane è dare agli uomini la vita eterna.

Dunque c'è un pane di Dio per tutti; questo pane è una Persona: è Gesù. In Lui si riceve la vita eterna.
Il pane del corpo è importante, ma assai più importante è quello dell'anima. Disse infatti Gesù a Satana nel deserto: "Non di solo pane vive l'uomo, ma d'ogni parola che procede dalla bocca di Dio".
Come la mamma prepara la tavola di casa per la fame dei suoi bimbi, così la Chiesa per nutrirci spiritualmente prepara l'altare di Gesù.
Non si può desiderare e avere solo cose terrene: cibo, vestiti, divertimenti; per una vita piena è necessario anche l'amore di Dio. Perché venite in chiesa? Forse per mangiare, o per qualche altro motivo?

Chi fa la Comunione soltanto per interessi materiali: perché Gesù l'aiuti nelle malattie, negli studi, nelle proprie imprese… , non dimostra un vero amore a Gesù.
Gesù è il vero pane di vita! "Io sono il pane vivo disceso dal cielo: chi viene a me non avrà più fame; chi crede in me non avrà più sete".
Dobbiamo coltivare una vera fame e una vera sete di Gesù Eucaristico, fino a compiere atti eroici - se necessari - per cibarci di Lui.
Sentite questo:

Il tenente cappellano Don Giuseppe Boggiano in una lettera pubblicata dall'Avvenire descrive la sublime morte di un nostro combattente in Ucraina durante l'ultima Guerra mondiale.
Il valoroso soldato è qualificato soltanto col nome di Bertino. Ed ecco la narrazione della sua morte:
"Colpito da una scheggia, fu ricoverato col cranio letteralmente pelato. Avvenne l'infezione tetanica . Racconta il Cappellano: "Corsi, lo confessai con tanti altri. Quando uscii per prendere Gesù, le contrazioni tetaniche lo avevano reso rigido e gli si era inchiodata la bocca, per conseguenza non poteva fare la Comunione.
Quando ritornai, i suoi occhi erano pieni di lacrime. Gli dissi: - Figliolo, Gesù è contento lo stesso; ti do l'Olio Santo e tu fai la Comunione col tuo desiderio. Ma egli, prendendomi le mani, voleva il Signore.
- Non puoi, figliolo; Gesù è contento ugualmente.
Con un nodo alla gola, mi allontanai per comunicare gli altri. Ma ad un certo momento sentii un grido: era Bertino che, per ricevere Gesù, col lembo del lenzuolo fra i denti, si era tagliata tutta la bocca, ed era riuscito a farsi un piccolo spiraglio.
Su quel sangue deposi Gesù e Bertino morì come un angelo. Lo sognai due volte: lo vidi felice, sorridente e bello.
Mi dicono i suoi compagni: "Bertino è in Paradiso e prega per noi".

E' meraviglioso questo soldato che si squarcia la bocca per ricevere Gesù. Questo sì che è amore e desiderio ardente di fare la S. Comunione.
Però Gesù Eucaristico produce gli eroi non solo fra gli adulti, ma anche tra bambini, che si comunicano fervorosamente e con grandi sacrifici.

E' abbastanza recente il seguente episodio. Un bimbo delle elementari, colpito da improvvisa infezione, viene portato d'urgenza all'ospedale. Il caso si rivela quasi disperato.
Nella sala operatoria l'ha seguito col cuore affranto suo padre, un uomo noto per la sua rabbia anti-religiosa.
Il chirurgo, prima di procedere alla dolorosa operazione, esorta dolcemente il piccolo a stendere la manina destra, che egli stringe quasi a nascondere qualche cosa di prezioso; ma alle insistenze di lui e di papà, senza parlare, oppone un ostinato rifiuto.
Sotto l'azione del cloroformio però la manina si apre spontaneamente e appare un biglietto ripiegato. Il padre l'afferra convulsamente, l'apre e legge… e s'accascia su una sedia in preda a violenta commozione.
Quell'angelo di bimbo aveva scritto sul quel biglietto: "Mio adorato Gesù, ti offro le mie pene e se necessario la vita per la conversione di papà".
Durante l'operazione il bimbo soccombe. Certamente la sua anima radiante di gloria, vola in alto tra il coro degli Angeli osannanti, mentre il padre, vinto dalla grazia, si getta singhiozzante sul suo piccolo martire.

Chi aveva guidato la manina di quel bimbo innocente a far dono della propria vita? Gesù Eucaristico, che egli, con incredibili sacrifici, all'insaputa del babbo, correva a ricevere nelle ore più impensate.
Cari Fratelli e Sorelle, il Pane Eucaristico ci rende eroi a qualsiasi età: basta che pensiamo a San Domenico Savio e a S. Maria Goretti, a Laura Vicuna, serafini dell'Eucaristia ed eroi di purezza, rispettivamente a 15 e a 12 anni di età.

Chiediamo alla Madonna che ci renda santamente avidi del saporoso Pane di Gesù Eucaristico per diventare anche noi autentici eroi nella nostra vita cristiana e religiosa.
                                                                        D. Severino GALLO sdb

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