GIOVANNINI Attilio sdb"È lo Spirito che fa vivere. "

23 agosto 2015 | 21a Domenica - Tempo Ordinario B | Appunti per la Lectio
Nonostante che gli evangelisti si adoperino a mostrarci Gesù in mezzo alle folle, non sappiamo quanta popolarità avesse di fatto. Di certo fu un maestro molto discusso, e alla fine rifiutato, perfino dai suoi.
Ciò che faceva difficoltà, era il suo porsi come uomo di Dio, ma alieno dalle ostentazioni e dalle compiacenze; il suo qualificarsi come portatore del Regno dei Cieli, ma lontano dal voler
attaccare i regni della terra. Col risultato che la gente si chiedeva: è o non è un profeta? È o non è il messia?
In effetti il suo discorso è duro da capire.
Questo suo proporre la mitezza, l'abbassamento, il perdono, la consegna completa nelle mani di Dio... risulta utopico, ingenuo, fallimentare. E quando Gesù annuncia che il fallimento è da mettere nel conto, anche i seguaci più stretti scuotono il capo, voltano le spalle e se ne vanno.
Dire di salvare il mondo morendo: che senso ha?
Gesù spiega che, per l'uomo naturale, chiuso nel suo egoismo e diffidente verso Dio, non ha nessun senso. Ma per l'uomo spirituale, aperto alle novità di Dio, questo è normale. Non si può salvare il mondo rimanendo nella "carne", cioè nelle pure possibilità umane di noi peccatori. Ci va un salto di livello, un passaggio a un piano superiore. E questo è possibile, se solo si accetta di:
1. uscire da se stessi;
2. credere a Dio che si rivela nell'uomo Gesù.
Allora: uscire da sé, dalle proprie aspettative. Per esempio l'aspettativa di un messia nazionalista e trionfalistico, che usa i suoi poteri taumaturgici a piacimento, moltiplica il pane per incantare la gente e soggiogarla. Accettare invece il messia dello Spirito, povero e umile, disposto a dare la vita in riscatto degli altri.
In secondo luogo credere che questo messia non è soltanto uomo. Intravedere in lui la presenza di Dio. Certo è difficile intravedere il Figlio di Dio in un debole figlio di Giuseppe. Ancor più difficile vederlo in un crocifisso. Ma Gesù dice:
E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dove era prima?
Se cioè questo crocifisso risorge? Capireste che davvero le sue parole sono Spirito e vita? Fareste credito a Dio, che annuncia il dono della vita eterna, della nuova esistenza infinitamente più grande di quella umana troppo umana?
Lo farete se sarete abbastanza liberi.
Se sarete capaci di dire un coraggioso "sì" a Dio.
Se diventerete consapevoli che la vostra vita naturale non basta a se stessa.
Se non avrete paura della croce.
E se riuscirete a rimanere perseveranti nella fede al Dio della novità. Perché è anche possibile tradire, abbandonare, scivolare indietro alla vita più facile dell'umano troppo umano.
Per tutto questo abbiamo bisogno dello Spirito. È lo Spirito che fa vivere

GIOVANNINI Attilio sdb

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