GIOVANNINI Attilio sdb"L'oggetto del desiderio"

2 agosto 2015 | 18a Domenica - Tempo Ordinario B | Appunti per la Lectio
La folla è partita alla ricerca di Gesù. 
Lo cercano per farlo re. 
Hanno forse capito che è lui che deve regnare? Che lui è la luce del mondo? Che lui è l'unico ad aver diritto ad essere ubbidito? O... semplicemente si sono fatti l'idea che è lui il liberatore nazionale, il vendicatore? O che è lui il taumaturgo dispensatore di beni e benessere, che risolve ogni nostro problema? Insomma, qualcuno che va bene per aggiustare questo mondo come ci piace a noi, e qui si ferma?

Eppure essi sono assidui lettori delle Scritture, quanto meno le sentono ogni sabato nella sinagoga. E quante volte hanno sentito che la cosa sommamente da ricercare non è qualche privilegio in questo mondo, ma è la Sapienza, perché è dalla Sapienza che ci vengono tutti i veri beni? La Sapienza, che poi vuol dire la Parola di Dio, codificata nella Legge di Mosè e nei profeti.
Proprio per questo viene facile per Gesù mettere in chiaro, a coloro che lo cercano, il vero oggetto del desiderio. Un pane, dice, sia pure miracoloso, che sfama solo il corpo, è troppo poco. Occorre ricercare quello che rimane per essere vita eterna. Allora, un "pane" che non è fornito da un taumaturgo tipo Elia, ma dal Figlio dell'uomo. Eh, sì: un pane così speciale esige un donatore speciale. Chiaro?
...Sembra chiaro. In realtà il discorso di Gesù è troppo nuovo e complicato per i galilei. La gente si limita a rispondere su ciò che è più familiare: il pane di vita, che è abituata a identificare con la Legge di Mosè. E chiede: in che cosa esattamente dobbiamo impegnarci? Come dobbiamo leggere e osservare la Torah per fare davvero le cose che ci garantiscono la vita?
Gesù risponde: Prima di stabilire cosa fare, occorre definire chi ha l'autorità di dirlo: se i soliti scribi o l'inviato di Dio finalmente arrivato. Chi dei due parla a nome di Dio?
Ah, fa la gente, stai dicendo di essere il nuovo portavoce di Dio, il nuovo Mosè che aspettavamo? Allora che segno ci darai? Perché, secondo quanto si dice, l'inviato di Dio deve annunciare in anticipo il segno che farà, se no, non vale. E, aggiungono, in questo caso il segno deve essere per lo meno all'altezza di Mosè, che ci ha dato nientemeno che la Legge.
Oh, siamo ben più avanti di Mosè, dice Gesù. La Legge di Mosè non basta più. Ora Dio vi dà una Parola di vita che salva per sempre e salva tutto il mondo. E io proprio questa nuova Parola sono venuto a portarvi.
Davvero?, dicono i Galilei. Allora daccela, in modo che viviamo sempre.
Ecco, dice Gesù, qui ho una rivelazione da farvi: il "pane disceso dal cielo" (= la Parola nuova) sono io. Io sono davvero l'inviato di Dio, perché vengo dal cielo. Ed è questo che dovete credere se volete la vita eterna. Perché io ve la dono. Adesso vi dirò anche come ve la dono. Ma anzitutto dovete capire che l'attesa è finita. Siamo davvero all'intervento ultimo e compiuto di Dio.
Chi viene a me, non avrà più fame. Chi si affida a me non avrà più sete.
Non perché rispondo a tutti i suoi desideri o capricci, ma perché gli offro la vita vera.
Ecco, la vostra sete di vita ha avuto risposta. Non state più lì a implorare piccoli favori o protezioni particolari per stare un po' più comodi. Siate felici di lavorare per me, di vivere per me, di amare me. Il resto non ha più importanza.
GIOVANNINI Attilio sdb

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