MACHETTA Domenico SDB "Signore, da chi andremo?"

23 agosto 2015 | 21a Domenica Tempo Ordinario B | Appunti per la Lectio
1ª LETTURA: Gs 24,1-2.15-17.18
Il capitolo 24 del libro di Giosuè ci presenta la grande assemblea di Sichem. Tutto il libro di Giosuè ripete un'idea fondamentale: solo chi riconosce Dio come "Signore" può vivere felice. La sicurezza e la pace non vengono dalla potenza degli eserciti, ma dalla fede in Dio. Giosuè, dopo aver ricordato le meraviglie operate dal Signore per il popolo eletto, dice a tutti con solennità: "Scegliete oggi chi volete servire: se gli dèi che i vostri padri servirono oltre il fiume oppure gli dèi degli Amorrei, nel paese dei quali abitate".

L'uomo è messo ogni mattina davanti a una scelta. Sarà schiavo della divinità che avrà scelto. L'idolo esige sempre vite umane. La strage di tanti innocenti continua nel mondo a causa dell'idolatria. Il dio denaro, il dio lavoro, il dio prestigio... hanno programmi noti a tutti. Più che di ateismo occorre parlare di idolatria. In sostanza c'è un bivio: o Dio o il mio io. Israele risponde a Giosuè: "Lungi da noi l'abbandonare il Signore per servire altri dèi!".
Secoli dopo, Pietro dirà a Gesù, a nome dei Dodici: "Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio".

VANGELO: Gv 6,60-69

Siamo al termine del grande capitolo sesto di Giovanni, il capitolo dell'Eucaristia, che si chiude in modo amaro, registrando un'emorragia nei discepoli di Gesù. Una grande crisi è la conclusione del ministero di Gesù in Galilea: "Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro, e non andavano più con lui".
Gesù non dà spiegazioni razionali. Non "raddolcisce" il messaggio per farsi accettare. È una grande lezione per noi, che molte volte ci ritroviamo malati di "protagonismo" nel nostro apostolato. Gesù rischia perfino di perdere i "suoi": "Forse anche voi volete andarvene?". Neanche con i Dodici si mette a discutere per convincere. Gesù non attutisce lo scandalo, anzi lo porta al massimo: "Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima?".
Sappiamo che questa espressione ci ricorda l'innalzamento della croce; la morte, per Gesù, è un ritorno al Padre. Paolo ai Corinzi dirà con franchezza: "Noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio" (1 Cor 1,23-24). "Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?".
Proprio i "suoi discepoli" mormorano, come la generazione di Massa e Meriba. La generazione dal cuore duro accusa la parola di Dio di "durezza": scaricano il proprio peccato sulla parola del Signore. Si ritirano. Si opera dunque un giudizio. Il giudizio sul mondo e su ogni uomo sta avvenendo in base alle scelte concrete. "Scegliete oggi chi volete servire".
Gesù chiede ai "suoi" di firmare in bianco per lui, chiede una consegna totale. La risposta di Pietro è la risposta della Chiesa; è la nostra risposta. L'uomo del mondo ubbidisce solo se capisce; il discepolo di Gesù accetta senza capire, fidandosi della parola di Dio. È il "piccolo" che si fida. "Signore, da chi andremo?". Chi sa già dove andare, non troverà mai il Signore. Il sazio, il curioso, il pieno di sé non può capire Gesù, non può comprendere l'Eucaristia. Chi si riconosce peccatore, chi va a Dio come un mendicante, costui è pronto per il regno dei cieli.


MACHETTA Domenico

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