Mons. Antonio Donghi"Un cuore ricco compie meraviglie."

XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO Anno B 
Letture del giorno: Dt 4,1-2.6-8                Gc 1,17-18.21b-22.27                       Mc 7,1-8.14-15.21-23
Omelie di Mons. Antonio Donghi
La gioia all’interno della nostra vita è quella di crescere da discepoli che giorno per giorno conoscono il Maestro.
Ecco perché Gesù ci diceva domenica scorsa che
dobbiamo continuamente lasciarci attirare a lui cercando di costruire la nostra vita nelle suggestioni dello Spirito Santo. L’uomo è grande perché continuamente è immerso nella vita divina e da essa si lascia continuamente condurre.

Ma dove avviene questo meraviglioso atteggiamento di docilità e di disponibilità nelle mani di Dio? La parola ascoltata questa mattina ci dice il luogo in cui noi cresciamo giorno per giorno nella conoscenza di Gesù:  è il nostro cuore.

Il cuore è il principio dell’agire dell’uomo. Questo è un dato che noi riscontriamo già nell’Antico Testamento quando, attraverso il profeta Geremia, Dio ci dice che egli avrebbe parlato direttamente al cuore dell’uomo e il cuore dell’uomo è l’uomo.

Infatti le motivazioni che determinano la vita non sono normalmente suggerite dall’intelligenza, ma dal cuore perché il cuore è quel propellente interiore che ci dà la capacità di affrontare il reale in tutta la sua verità e autenticità.

Un cuore ricco compie meraviglie.

Ecco perche Gesù questa mattina ci dice: non guardiamo tanto alle cose esteriori che ci danno l’illusione di essere uomini religiosi, ma guardiamo alle motivazioni del cuore: allora, cosa avviene nel cuore? Il libro del Deuteronomio, sullo sfondo anche del testo di Giacomo, ci dice che nel cuore avviene la percezione delle meraviglie di Dio. Il cuore è il luogo in cui il Signore si rivela, in cui la storia di Dio diventa feconda. Infatti noi potremmo conoscere tutta la storia della salvezza, potremmo avere davanti agli occhi, stando al linguaggio del Deuteronomio, tutte le meraviglie del Signore….. la nostra intelligenza potrebbe conoscere tutto, ma ciò che è nell’intelligenza e non passasse nel cuore non diventa una realtà operativa.


Quando la Parola, entrando dentro di noi, diventa criterio di vita animando il cuore allora veramente incominciamo a intravedere la bellezza della salvezza, perché nel cuore avviene un dialogo, un dialogo veramente meraviglioso tra Dio che parla, Dio che entra – entra in dialogo -, si rapporta con noi….. e l’uomo che continuamente è in stato di ascolto, di ascolto amoroso….. quelle parole del Signore sono il criterio con il quale egli ogni giorno fa le sue scelte!

Custodire il cuore è adorare la presenza di Dio.

Quando il Deuteronomio ci ha detto che la grandezza del Dio d’Israele è quella di abitare in mezzo al suo popolo, noi, alla luce del Vangelo, andiamo più avanti: la bellezza della nostra vita è il gusto del Dio che abita in noi.

Ora, la percezione di una presenza è solo nel dialogo.

Finché non avviene un dialogo tra Dio e noi nel cuore, tra Dio e noi sempre nel cuore, noi non percepiremo mai la presenza del Signore perché questa presenza del Signore ha luogo nell’uomo che totalmente è aperto al mistero di Dio che viene.

Ecco perché Gesù questa mattina ci dice: “Guarda che dialogo avviene dentro di te, perché se tu coglierai quello che sta avvenendo nel tuo cuore intravederai qualcosa di grande”.

Allora – secondo passaggio – dovremo questa mattina, insieme, afferrare: quando il cuore entrando in dialogo con Dio ha sete della divina Presenza diventa assetato di verità e autenticità per cui il cuore veramente diventa un itinerario interiore che si pone ogni giorno in ricerca.

Dio parla non per comunicarci delle verità, ma Dio parla per farci desiderare la verità e poiché il cuore è intrinsecamente “desiderio”, un cuore non desiderio non esisterebbe,…. è chiaro che il Signore entrando in dialogo con noi ci fa desiderare la sua ineffabile Presenza.

In certo qual modo dentro di noi avviene un dinamismo nel quale noi ci poniamo sempre in cammino per giungere veramente a contemplare Dio.

Un cuore che desidera nel dialogo con Dio la bellezza e la verità è un cuore inafferrabile fino a che esso non riesce a percepire fino in fondo la grandezza di Colui che lo chiama continuamente a verità e novità di vita.

L’uomo è inappagabile nel suo cuore finché l’oggetto del desiderio non gli si squaderni dinnanzi in pienezza e luminosità di vita. Allora riusciamo a intendere perché Gesù nel Vangelo ha detto che dobbiamo entrare nel cuore. Entrando nel cuore non ci accontentiamo più delle cose che abbiamo e non abbiamo, non ci lasciamo prendere dalle cose contingenti che possono appagarci per un momento, ma il cuore brama l’Infinito….

Allora le cose concrete che noi poniamo sono il desiderio continuo dell’Infinito.

Custodiamo il Maestro nel cuore, ascoltiamolo, troveremo dentro di noi una continua rigenerazione che ci proietta decisamente in avanti.

Questa è l’esperienza cristiana: nel cuore conosciamo il Maestro

Noi potremmo fare tante cose, porci a servizio di tanti fratelli, non dormire giorno e notte per venire ad essi incontro, ma ciò che conta per il Signore è il cuore, dove Lui abita, cosicché le nostre azioni siano incarnazione della sua Presenza: “Vi darò un cuore nuovo”….. la sua Presenza dentro di noi…… e quando noi coglieremo questa Presenza faremo tante cose, ma per dire al Signore: “Sto cercando le azioni della vita sulla ricerca del volto di Dio che, dentro di noi, continuamente ci stimola ad andare avanti”.

Ecco perché questa mattina ci ritroviamo in questa Eucaristia perché fin da questa mattina il nostro cuore sta desiderando il Signore, il suo volto…per cui nel momento in cui faremo la comunione e ci sarà detto: il Corpo e il Sangue di Cristo, Dio che vuole entrare ad abitare in noi, noi diremo “Amen!”,…. Tu sei l’appagamento di ogni mio desiderio!

Nel momento in cui faremo la comunione vedremo un cuore riempito dall’ineffabile dolcezza di Dio.

In quel momento respireremo l’Infinito.

Tale sia il mistero che vogliamo vivere e condividere in semplicità in modo che la bellezza di Dio trasformi il nostro cuore, lo chiami a conversione, ma soprattutto a “desiderare” con la bellezza ineffabile del volto del Signore che nella Gerusalemme del cielo gusteremo per sempre.

Don Antonio

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