P. Ermanno Rossi O.P"L'Eucaristia"

XX Domenica Ordinaria – Anno B
(Gv 6, 51-58)
L'Eucaristia
È la terza domenica che meditiamo quest’importantissimo discorso di Gesù nella sinagoga di Cafarnao, il giorno dopo la moltiplicazione dei pani. Questo pane, che li aveva nutriti miracolosamente, Gesù lo prende a simbolo di un altro pane che è la sua carne.
Ma che cosa dice, oggi, Gesù?

Sono cinque le sue affermazioni principali:
1. La sua carne e il suo sangue sono veramente cibo e bevanda;
2. danno la vita eterna;
3. chi ne mangia sarà risuscitato nell'ultimo giorno…,
4.… ma dimora già da adesso in Gesù, e Gesù dimora in lui.…
5.…e vivrà per lui.

Ma cerchiamo di approfondire le sue parole:
L'Eucaristia é un pane disceso dal cielo.
Non è come la manna - inviata, sì, da Dio, ma terrestre. Essa nutriva solo la vita di questo corpo mortale; l'Eucaristia, invece, è un pane destinato a nutrire non il corpo ma l'anima. Dà la vita eterna, ed è il germe della risurrezione del corpo. Infatti Gesù ci resusciterà nell'ultimo giorno, perché abbiamo mangiato l'Eucaristia.

2. Chi mangia la carne di Gesù vivrà per Gesù.
Questo significa sue cose:
a) vivrà a causa di Gesù. È lui, infatti, che - avendo in sé la vita, cioè lo Spirito Santo - ci comunica la vita.
b) vivrà per Gesù, perché la nostra vita è indirizzata a lui. È il fine a cui noi tendiamo.

3. L'Eucaristia è una persona. È Gesù.
Quando ci nutriamo dell'Eucaristia ci nutriamo di Gesù. Ma l'Eucaristia è anche una presenza stabile di Gesù quando è conservata nei Tabernacoli. Venendo in chiesa troviamo Gesù, una persona viva, e non un suo simulacro.

4. “Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.
Nell'ultima cena dirà: “Questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per voi”; “Questo è il sangue versato per voi e per tutti, in remissione dei peccati”.
Il suo corpo è “per la vita del mondo”, perché è stato sacrificato “per noi”, “in remissione dei peccati”.
“La sua carne è per la vita del mondo” perché è cibo che, mangiato, genera la vita eterna.
“Se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete la vita in voi”.
Allora, chi non riceve l'Eucaristia non ha in sé la vita? Gesù è categorico. Non dice se dobbiamo riceverla tutti i giorni o una volta all'anno; ma è certo che Egli collega la vita all'Eucaristia.

Un'ultima affermazione:
“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me ed io in lui”.
C'è, dunque, un effetto che dura nel tempo: “Dimora”. Per quanto tempo Gesù dimora in noi e noi in lui, dopo che lo abbiamo ricevuto? Gesù non dice per quanto tempo ciò avvenga. Afferma solo che c'è una permanenza reciproca. Gesù resta Gesù, noi restiamo noi. C’è, dunque, unità e distinzione. Però è una permanenza che ci trasforma, che ci dà la vita. Ma che cos'è la vita? È Gesù. Egli ha detto: “Io sono la vita”. Gesù, pur rimanendo distinto da noi, opera in noi una trasformazione radicale: genera in noi la vita eterna.
Questo dono della vita non è una cosa esterna, come una veste che indossiamo e ci fa fare una bella figura. È un qualcosa di intimo, che aderisce al nostro essere, lo libera dai limiti, lo fa andare al di là del tempo. È una pienezza di vita, quindi di essere: Vita eterna. Chi è, dunque, la vita eterna? È Dio. Ma, allora, che cosa produce l'Eucaristia? Ecco la grand’affermazione dei Padri della Chiesa che S. Tommaso ha sintetizzato in una frase lapidaria: l'effetto proprio dell'Eucaristia è quello di farci Dio. Ci fa Dio per partecipazione. Noi diventiamo Dio per un suo dono. Ma l'importante è essere Dio.
Ora, questa trasformazione non è automatica, né istantanea. Suppone una purezza di vita, suppone delle condizioni che la chiesa ha messo in luce: quando si fa la comunione occorre sapere che cosa andiamo a fare. Occorre, inoltre, essere nell'amore (“Se ti accosti all'altare e lì ti ricordi che un tuo fratello ha qualcosa contro di te, allontanati, fa' prima la pace e poi torna”). E poi occorre lasciarsi trasformare da Gesù: vivere per lui. Vivendo la sua Parola - che è una specie d'incarnazione del Verbo - siamo trasformati pian piano, e diventiamo sempre più conformi a Gesù, fino ad essere una cosa sola con Lui, misticamente ma realmente trasformati in Lui, come ci attestano i santi che hanno fatto quest’esperienza.
Quali prospettive! Dunque, siamo invitati a riscoprire l'Eucaristia, a non lasciarci sfuggire questo tesoro e questa occasione unica d'essere con Gesù, con Dio, finalmente lanciati nella vita, nell'infinito.

P. Ermanno Rossi O.P
 Padre Domenicano , risiedo presso il Convento di San Domenico a Perugia.

Commenti

Post più popolari