p. Fabrizio Cristarella Orestano"CUORI VIGILANTI E INQUIETI"

XXII Domenica del Tempo Ordinario (B) – Al di là della Legge
  27 agosto 2015 | Anno 2014/15, Mc cap. 07, Omelie Anno B, Vangelo di Marco
Dt 4, 1-2.6-8; Sal 14; Gc 1, 17-18. 21b-22.27; Mc 7, 1-8.14-15.21-23 MONASTERO DI RUVIANO
Questa domenica riprendiamo il nostro cammino in
compagnia dell’Evangelista Marco e subito veniamo portati all’interno di un problema che la Chiesa di Marco doveva sentire pressante, ma che rimane un problema grave per ogni vita credente: il problema della legge e delle osservanze.
Nel Discorso della montagna dell’Evangelo di Matteo, Gesù aveva detto di “non essere venuto ad abolire la Legge ma a darle compimento”, cioè a portarla fino al profondo, fino alla realizzazione dell’intima intenzione di Dio che l’aveva donata al suo popolo…e così non si trattava solo di “non uccidere” in modo cruento l’altro uomo ma, per Gesù, è importante ancor prima non cancellare l’altro dalla propria vita, non ucciderlo con l’offesa, con l’indifferenza, con l’odio…e lo stesso valeva, in quegli esempi che Gesù portava di compimenti, per l’adulterio: è al cuore, fedele o infedele, dice Gesù, che bisogna andare, e non all’atto semplicemente di giacersi con altri dal proprio sposo (cfr Mt 5, 17ss).
Se Gesù è venuto a compiere la Legge, il nostro rischio è di non compierla affatto in quanto il compierla è duro ed esigente, anzi di pervertire la Legge, e di farla diventare, addirittura, da un lato un ostacolo alla pienezza di vita di fede nel Dio dell’Alleanza, dall’altro una via perversa per sentirsi buoni, giusti, “a posto” con la coscienza; il tutto nell’illusione che, compiute certe pratiche, si è adempiuto al volere di Dio.
Gesù è molto severo riguardo a queste vie “religiose” che trasformano la Legge in precetti di uomini, in adempimenti che quietano i cuori e li illudono di giustizia! … E Gesù conduce di nuovo al cuore…è lì che bisogna guardare: il cuore che davvero ha aderito a Dio sceglie, nella libertà, di lasciarsi plasmare dalla Parola di Lui. Parlare di cuore, in fondo, significa sì parlare del profondo dell’uomo, del “luogo” a cui tutto arriva e da cui tutto proviene nella vita di ciascuno di noi, ma significa in primis parlare della libertà.
E’ necessario liberarsi della Legge, non nel senso di voler divenire arbitri assoluti di noi stessi, ma nel senso di essere capaci di andare al di là della Legge: questo andare oltre la Legge è andare al cuore dell’uomo, al suo profondo, al suo interno. E’ da lì che proviene tutto il male, e Marco pone sulle labbra di Gesù un elenco di dodici intenzioni cattive; il numero dodici serve a sottolineare la totalità del male che dal cuore proviene, ma è dal cuore che, nella libertà, per opera della Grazia, potrà venire anche tutto il bene.
Il cuore dell’uomo, pervaso dalla Grazia (cfr Rm 5, 5), sarà capace di vivere le Parole di Dio in pienezza. Era già questo il sogno della Prima Alleanza, di cui abbiamo sentito un’eco nella prima lettura tratta dal Deuteronomio: il Decalogo, infatti, proclamava che il popolo, liberato dalla schiavitù e in alleanza con l’Unico Dio, sarà capace di…
Per la Scrittura è chiaro: è la libertà che mette in moto la libertà! Mi pare davvero straordinario! E’ la condizione di figli, liberi e amati, che rende capaci di non abitare la lettera che uccide ma di lasciarsi guidare dallo Spirito che dà vita (cfr 2Cor 3, 6).
Insomma bisogna rifuggire con tutte le forze le lusinghe e le tentazioni “religiose” che danno pretese di giustizia e che conducono, persino, ad accampare diritti presso Dio.
Oggi mi pare che, anche in tal senso, viviamo un tempo davvero contraddittorio nella vita della Chiesa: accanto alla fatica di trovare linguaggi e vie che possano dare accesso all’Evangelo eterno in questo nostro mondo con tutte le sue novità, sorgono di continuo tentazioni devozionistiche che dilagano, con osservanze a volte ossessive che non approdano mai a vere conversioni del cuore; in questa Chiesa che cerca un più ampio respiro biblico, che cerca una fede adulta, e libera da “fanciullaggini” dicevamo qualche domenica fa, di continuo vengono immessi quelli che non esito a chiamare “veleni” per un’autentica vita di fede: ed ecco così “coroncine”, pratiche a orario, digiuni che ritmano la settimana, apparizioni e ricerche del meraviglioso e del miracolo che diventano il nerbo della vita di tanti cristiani o pseudo tali…cose tutte che spessissimo sono disgiunte da una vera vita fraterna, ecclesiale, da una vita di ascolto della Parola contenuta nelle Scritture che, letta “in ecclesia”, è la sola capace di consegnare a noi le vie della volontà di Dio, e che non ci lascia preda delle tradizioni degli uomini le quali, proprio perché create dall’uomo, tendono sempre e solo a quietare il cuore.
L’Evangelo, invece, vuole cuori vigilanti ed inquieti in quella sequela del Signore Gesù nella quale, stando con Lui, rimanendo con Lui, si impara che Lui ha osservato la Legge dando la vita, dando la vita liberamente e per amore …
Così si compie la Legge…
p. Fabrizio Cristarella Orestano

Commenti

Post più popolari