p. Fabrizio Cristarella Orestano"DESTINATI ALL’ETERNO"

Assunzione della Beata Vergine Maria (B) – Un segno grandioso
  13 agosto 2015 | Anno 2014/15, Omelie Anno B, Vangelo di Luca MONASTERO DI RUVIANO
Vigilia: 1Cr 15, 3-4.15-16: 16, 1-2; Sal 131; 1Cor 15, 54-57; Lc 11, 27-28
Giorno: Ap 11, 19a;12, 1-6a.10ab; Sal 44; 1Cor 15, 10-26; Lc 1, 39-56
Maria di Nazareth è stata colei che è stata fatta “luogo” della pienezza dei tempi (cfr Gal 4, 4);
in Lei il Verbo divenne carne e pose la sua tenda in mezzo a noi (cfr Gv 1, 14); in Lei la terra germinò il Salvatore (cfr Is 45, 8); in Lei, ai piedi della croce, come già a Cana, possiamo contemplare le nozze messianiche, in Lei ci è dato il compimento di Israele e l’icona della Chiesa! (cfr Gv 2, 1-12; 19, 25-27)
Se in Lei ha dunque trovato spazio la pienezza dei tempi, in Lei si compie anche la vocazione ultima dell’uomo: attraversare la storia ma per approdare all’eterno. Un approdo questo, però, non disincarnato e “spiritualizzato”, ma con lo spessore della storia e perfino della nostra carne!
La Solennità di oggi è chiamata discretamente nelle Chiese dell’Oriente cristiano Dormizione della Madre di Dio oppure Transito della Madre di Dio; noi occidentali abbiamo sentito la necessità di proclamare un dogma: l’Assunzione in cielo della Beata Vergine Maria in anima e corpo. E’ l’ultimo dogma che la Chiesa ha solennemente proclamato … non sappiamo se in futuro sentirà il bisogno, la necessità di proclamarne altri; credo però che questo mistero dell’Assunzione si configuri molto bene come ultimo in quanto dichiara, in fondo, l’esito della storia, quell’esito che, in Cristo Gesù, è dato ad ogni carne. Insomma il “porto” d’approdo non è la morte, non è la tomba e non è neanche una sopravvivenza “disincarnata”, il porto è la risurrezione!
Maria è stata risuscitata per prima dopo la primizia che è la risurrezione di Gesù nella sua carne santissima … e ogni primizia vuole un raccolto: il Figlio dell’Uomo, che ci amati fino all’estremo, tornerà un giorno per questo raccolto e la nostra povera carne, segnata dal peccato, dal dolore, dal limite, dalla mediocrità, dallo spessore tante volte pesante che non sa mettere ali da sé, troverà la via del cielo, la via dell’eterno, la via che conduce all’abbraccio trinitario!
Oggi celebriamo un mistero di silenzio in cui il Figlio si è accostato alla tomba di Maria, sua Madre, l’ha chiamata per nome e l’ha portata tutta con sé.
La Chiesa riconosce in questo gesto di tenerezza un luogo rivelativo, una verità che serve alla nostra salvezza in quanto questa Assunzione è ancora per noi sorgente disperanza, ci mostra la forza della Pasqua del Cristo che si insinua, con le sue infinite energie di vita, nelle fibre della nostra carne! L’Assunzione è dono gratuito di Dio alla nostra fragilità: se, per assurdo, non ci bastasse il mistero dell’Incarnazione, se non ci bastasse il mistero della Risurrezione di Gesù per credere e sperare che questa nostra carne, questa nostra storia, questo nostro mondo sono “destinati” all’eterno perché hanno valore, ecco il mistero di Maria che viene chiamata dalla tomba con tutta la sua umanità!
L’Assunzione ci dice che la materia non è “legna da ardere” nel rogo finale della storia, come vorrebbero certi cristianesimi spiritualisti e disincarnati (e quindi non più veri cristianesimi!), ma è “luogo” che ha una precisa vocazione: essere trasfigurata a immagine di Dio.
Sulle labbra di Maria, Luca pone il canto del Magnificat, che oggi abbiamo riascoltato, un canto che è sì canto di Lei ma anche della Chiesa; è canto di un’umanità capace di vedere “oltre”, capace di vedere, umilmente, con gli occhi di Dio, capace di riconoscere nella storia i segni della salvezza.
Ad ogni Vespro il Magnificat ci fa ripetere con forza una grande speranza, ci fa proclamare che Dio si ricorda e che adempie le sue promesse e lo fa in questa storia con uno sguardo “altro” che non scorge i potenti ma i piccoli, che cerca le nostre fragilità per farne luogo di fedeltà.
L’Assunzione di Maria è caparra di questi adempimenti! L’oscura donna di Nazareth è la donna vestita di sole, la piccola sposa di Giuseppe diviene oggi, come scrive Giovanni nell’Apocalisse, un segno grandioso.
Cogliere questo segno accresca la nostra capacità di credere alle “incredibili” possibilità dell’Evangelo di trasfigurare la storia!
p. Fabrizio Cristarella Orestano

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