PADRE BALDO ALAGNA"VOGLIAMO SEGUIRLO O NO?"

23 agosto 2015 | 21a Domenica Tempo Ordinario B 
Commento alla Liturgia della Parola –
In questa domenica siamo invitati a diventare maturi nella fede e fare un esame di coscienza per scegliere ancora una volta di restare,
dimorare, abitare alla Sua presenza. I discepoli entusiasti che hanno vissuto già i frutti della missione e della predicazione di Gesù non accettarono di andare più in profondità e il rischio è ancora presente per noi discepoli del terzo millennio. Per la prima volta tentano di criticare l’autorità della Parola di Gesù che negli scorsi versetti aveva affermato: “Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me”(Gv 6,57). La Parola di Gesù è ritenuta dura a causa dello scandalo del corpo e sangue di Gesù che per un ebreo non si può mangiare né bere, per cui si chiedono “chi potrà ascoltarla !”. Dei secoli prima dell’invenzione del marketing, questi discepoli fanno una rilettura alla predicazione di Gesù solo su quello che può essere ascoltato, solo su quello che può essere accettato. Sottointeso che la parola dura non si può accettare. Nella loro rilettura c’è una scelta di morte latente perché non si può sostenere ciò che dice l’autorità. Per il marketing il cliente ha sempre ragione e non si può forzare il target (la gente obiettivo del marketing) ma si deve assecondare nei bisogni e nelle richieste !

Il Vangelo non è marketing! Oggi all’epoca dei modernisti possiamo tutti e particolarmente chi ha nel cuore l’evangelizzazione d’uscita di pensare con questi criteri. Nella storia della missione della Chiesa ci sono tanti esempi di chi ha avuto questa tentazione che può assomigliare a un criterio missionario che è l’adattamento e l’ascolto delle culture da evangelizzare. Il caso più eclatante è quello dell’evangelizzazione della Cina in cui il pane e il vino non ci sono e alcuni missionari pensavano di sostituirli con il riso è il sachè! Ma la fede biblica della chiesa non ha mai permesso   In quanto non possiamo cambiare a nostro piacimento il volere divino di rivelarsi con il pane e il vino. Certamente ci sono cose nella liturgia che sono cambiate come la lingua dall’ebraico, al greco, al latino e oggi in tantissime lingue per rendere accessibile alla comprensione il Vangelo diverse culture e nazioni. Per questo Gesù ha dato un criterio per non scandalizzarci : “È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla”.

Siamo tutti “Work in progress”. Come spesso diciamo nella Fraternità Missionaria Giovanni Paolo II occorre prendere coscienza della progressione necessaria per ognuno di noi nel cammino della fede. Le ferite della vita, le problematiche e le difficoltà non aiutano. La progressione dell’evangelizzazione ci chiede misericordia, pazienza, carità. Proprio come agli inizi della chiesa nel periodo in cui i “lontani” erano avvicinati col “kerigma”, annuncio di salvezza che mette l’apetito di conoscere il Signore e la Chiesa. Una volta che i lontani diventavano catecumeni si iniziava la catechesi che poneva degli scrutini delle domande a cui si doveva rispondere con la vita per andare più in profondità. Si passava dalla progressione dell’evangelizzazione kerigmatica all’esigenza della catechesi dottrinale. Ora nella dottrina la progressione non è proprio semplice : su una verità non si possono fare tante versioni e all’inizio si risponde in una maniera e man mano si cambia dottrina.

La grande sfida missionaria di oggi. Oggi kerigma e catechesi vanno insieme. Ecco la confusione che scambia la progressione del processo di evangelizzazione con  la dottrina che non è in progressione! Se ci facciamo tentare come i discepoli di oggi cadiamo in estremi opposti dal relativismo che mette a torto insieme il diavolo e l’acqua santa o un fanatismo rigido che si chiude alla dimensione missionaria. Oggi Papa Francesco ritenuto nel Continente Americano un tradizionalista e in Europa un progressista, sta cercando di spingere la chiesa in un dinamismo della Missione di Spirito e che non segue la carne, ché non segue cioè  quanto non è nello Spirito Santo ma umano o mondano. È una vera sfida di pensare il Vangelo con l’ottica della docilità allo Spirito Santo attento alle persone e non col Marketing attento alla Carne!

Oggi come ieri Pietro protegge la Chiesa. Seguire il Magistero della chiesa allora diventa non una moda dipendente dalla simpatia politica o teologica di un papa, ma la garanzia di dimorare nella verità! Oggi come ieri Pietro sa che solo Gesù ha parole di vita… Dimorare è abitare, vivere …è eucarestia ! Il papa è colui che presiede il collegio dei cardinali per attendere al suo ministero ecclesiale. Ascoltiamolo non con sottomissione ma con carità.  Senza seguire le mode carnali di certi autori o sacerdoti che distruggono la sua parola. Lui, immagine dello sposo della sposa, immagine della Chiesa, che è in Roma, è invitato come ogni marito ad amare la sua sposa di più della sottomissione ma come Cristo ha amato la chiesa, con la croce. In questa domenica allora preghiamo per il nostro Papa Francesco, lui che chiede preghiere, perché possiamo scegliere la vita, é perché la nostra missione abbia la pazienza di attirare e l’esigenza di proporre la dottrina della Chiesa.


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