Pane Quotidiano«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti»

La Liturgia di Mercoledi 26 Agosto 2015  VANGELO (Mt 23,27-32) COMMENTO:+ Rev. D. Lluís ROQUÉ i Roqué (Manresa, Barcelona, Spagna)
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni
marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.
Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che costruite le tombe dei profeti e adornate i sepolcri dei giusti, e dite: “Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti”. Così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli di chi uccise i profeti. Ebbene, voi colmate la misura dei vostri padri».
Parola del Signore
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti»
+ Rev. D. Lluís ROQUÉ i Roqué 
(Manresa, Barcelona, Spagna)
Oggi, come nei giorni scorsi ed in quelli seguenti, vediamo Gesù, fuori di sé, condannando atteggiamenti incompatibili con una vita degna, non solo da cristiani ma per fino da esseri umani: «All’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità» (Mt 23,28). Queste parole vengono a confermare che la sincerità, l’onestà, la lealtà, la nobiltà, sono virtù amate da Dio e, pure, molto apprezzate dagli esseri umani.

Per non cadere, quindi, nell’ipocrisia, devo essere assai sincero. In primo luogo, con Dio perché vuole che sia puro di cuore e che detesti ogni classe di bugia perchè Egli è assolutamente puro, è la Verità assoluta. In secondo luogo, con me stesso, perché non sia proprio io il primo ad essere ingannato all’espormi a peccare contro lo Spirito Santo, non riconoscendo i miei peccati ne manifestandoli con chiarezza nel sacramento della Penitenza, o al non aver sufficiente fiducia in Dio, che non condanna mai a chi fa da figlio prodigo, ne condanna nessuno per il solo fatto di essere peccatore, ma perché no si riconosce come tale. In terzo luogo, poi, con gli altri, perché –come Gesù- a noi tutti, fa rabbia la bugia, l’inganno, la mancanza di sincerità, di onestà, di lealtà, di nobiltà…, e, precisamente per questo, dobbiamo applicarci il principio: «Quello che non vuoi per te, non farlo agli altri».

Questi tre atteggiamenti – che possono essere considerati di buon senso- dobbiamo farli nostri per non cadere nell’ipocrisia e renderci conto che abbiamo bisogno della grazia santificante, a causa del peccato originale provocato dal “padre della bugia”: il demonio. Perciò terremo presente l’esortazione di san Giuseppemaria Scrivà: «Al momento dell'esame sta' in guardia contro il demonio muto»; avremo presente anche Origene, che dice: «Ogni falsa santità resta morta perchè non viene impulsata da Dio», e ci faremo guidare sempre dal principio elementare e semplice proposto da Gesù :«Sia…il vostro parlare:”Sì, sì”; “No, no”» (Mt 5,37).

Maria non spreca parole, ma il suo “Sì” al bene, alla grazia, fu unico e verace; il suo “No” al peccato fu chiaro e sincero.


don Luciano Sanvito
Giusti ma ipocriti

...GIUSTI DAVANTI AGLI UOMINI, MA IPOCRITI DAVANTI A DIO...

Essere giusti e bravi di fronte agli altri, ma dentro di noi pieni di morte e di energia mortificante che emaniamo con puzzolenza morale su di noi e sugli altri, pensando di dare il profumo.
Ma il profumo di noi stessi agli altri è odore puzzolente di morte.
La storia umana diventa perciò smascherata dall'ipocrisia ogni volta che ognuno di noi si affida non a se stesso o alle proprie opere, ma all'agire di Dio e del suo Spirito nella storia.
SEMPRE E COMUNQUE L'IDENTITA' DI DIO TRIONFA SULLA MORTE

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