Pane Quotidiano«Questi è il Figlio mio, l’amato»

La Liturgia di Giovedi 6 Agosto 2015   VANGELO (Mc 9,2-10) COMMENTO:+ Rev. D. Joan SERRA i Fontanet (Barcelona, Spagna)
+ Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun
lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù.
Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati.
Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
Parola del Signore
«Questi è il Figlio mio, l’amato»
+ Rev. D. Joan SERRA i Fontanet 
(Barcelona, Spagna)
Oggi, il Vangelo ci parla della Trasfigurazione di Gesù Cristo sul monte Tabor. Gesù, dopo la confessione di Pietro, cominciò a mostrare come la necessità che il Figlio dell’uomo fosse condannato a morte, ed annunciò anche la Sua risurrezione al terzo giorno. In questo contesto dobbiamo situare l’episodio della Trasfigurazione di Gesù. Atanasio il Sinaita scrive che «Lui si era rivestito con la nostra miserabile tunica di pelle, oggi si è messo il vestito divino e la luce lo ha avvolto come un mantello». Il messaggio che Gesù trasfigurato ci porta con le parole del Padre: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo» (Mc 9,7). Ascoltare vuol dire compiere la Sua volontà, contemplare la Sua persona, imitarLo, mettere in pratica i Suoi consigli, prendere la nostra croce e seguirLo.

Con la finalità di evitare equivoci ed erronee interpretazioni, Gesù «ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell'uomo fosse risuscitato dai morti» (Mc 9,9). I tre apostoli contemplano Gesù trasfigurato, segno della Sua divinità, ma il Salvatore non vuole che questo evento sia diffuso se non dopo la Sua risurrezione, si capirà allora l’importanza di questo episodio. Cristo ci parla nel Vangelo e nella nostra preghiera; possiamo ripetere allora le parole di Pietro: «Rabbì, è bello per noi essere qui» (Mc 9,5), specialmente dopo la comunione.

Il prefazio della messa di oggi ci offre una bella sintesi della Trasfigurazione di Gesù. Dice così: «Perché Cristo, Signore, all’annunziare la Sua morte ai discepoli, svelò la Sua gloria sul monte santo, ed, avendo pure la Legge ed i profeti quali testimoni, fece loro capire che la passione è necessaria per arrivare alla gloria della risurrezione». Una lezione che i cristiani non dobbiamo dimenticare mai.




Monaci Benedettini Silvestrini
Le poche note esplicative del Vangelo ci fanno capire che Egli si mostra trasfigurato nella sua gloria, la cima di quel monte si trasforma in un lembo di cielo e Mosè ed Elia fanno corona al Signore. Quella visione contiene un monito di sostanziale importanza: quel Gesù che parla di passione, di morte e di risurrezione, è lo tesso che oggi rifulge di gloria e splendore divino. Ed ecco subito Pietro che si rivolge a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Ancora una volta Pietro non ha capito. Deve ascoltare la voce che viene dal cielo: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». All?udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: «Alzatevi e non temete». Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo».

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