CHARLES DE FOUCAULD:"Amiamo, cerchiamo, desideriamo, domandiamo la croce sempre, "

CHARLES DE FOUCAULD: COMMENTI AL VANGELO DI MARCO
XXIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
MEDITAZIONE NUM. 212
MC 8, 27-35
Come sei buono, mio Dio, a riprendere così vivamente San Pietro, per la nostra istruzione,
per il fatto che non gustava la croce! Come sei buono a mostrarci con la vivacità della Tue
parole quanto la croce è del gusto di Dio, quanto amare la croce, cercare la croce,
desiderare, chiedere la croce a Dio, è avere lo stesso gusto di Dio; e quanto fuggire, cercare
di evitare la croce, è avere lo stesso gusto del mondo... Come sei buono, mio Dio, a
insegnarci qui in una maniera così viva e così perentoria che tutti così come siamo, se
vogliamo avere lo stesso gusto di Dio, imitare Dio, essere uniti a Dio, bisogna desiderare,
cercare la sofferenza, la croce! Grazie, mio Dio, di dirci qui così chiaramente questa verità
che ci hai insegnato con tante parole ed esempi, ma che, malgrado tutto, con l’astuzia del
demonio e la vigliaccheria della nostra natura, sembra essere senza fine al lavoro per
cancellarsi dal nostro pensiero.
Amiamo, cerchiamo, desideriamo, chiediamo la croce, la sofferenza, dicendo sempre, dalle
labbra e dal cuore: «Tuttavia, non la mia volontà, ma la tua», e rimanendo in tutto
nell’obbedienza a Dio e ai suoi rappresentanti, nei nostri desideri come nei nostri atti,
poiché «l’obbedienza vale più del sacrificio», poiché dobbiamo portare non una croce
qualunque, ma quella che Dio ci destina, e dobbiamo portare, non quella che ci piace, ma
quella che glorifica di più Dio, e che Lui solo conosce... Amiamo, cerchiamo, desideriamo,
domandiamo la croce sempre, sempre, sia con la preghiera, sia chiedendola al nostro
direttore spirituale... Ma rimaniamo in una perfetta obbedienza, poiché le nostre croci non
glorificano Dio che a condizione di esserci donate da Lui stesso, dalla Sua stessa mano o da
quella dei suoi rappresentanti... E ogni volta che la croce ci è data, chiesta o no, attesa o no,
baciamola con amore, abbracciamola con tutto il nostro cuore, portiamola con amore,
guardiamoci dal lasciarla cadere, e dal gettarla a terra, portiamola come Nostro Signore,
fino a cadere sotto il suo peso... È caduto tre volte sotto il suo peso durante il cammino della
croce, per insegnarci a non lasciarla mai, ma a portarla sempre, sempre, senza lasciarla,
dovessimo cadere e ricadere sotto di essa... Dopo tutto, perché ci è data questa vita, se non
per portare la nostra croce, fino a cadere con Nostro Signore Gesù ed essere inchiodato su di
essa come Suo vero fratello, condividendo i Suoi tormenti per partecipare alle Sue buone
opere e condividere la Sua gloria... Se Gesù ha tanto sofferto, se ci ha detto di imitarlo, non
è evidente che vuole che tutti noi soffriamo... Se ci ha detto che la seconda condizione per
essere Suo discepolo è portare la nostra croce ogni giorno, non è perché vuole che la
sofferenza sia il nostro pane quotidiano?.. Mio Signore Gesù, degnati, Te ne prego, di
penetrarmi molto del valore, della necessità della sofferenza, della cura con la quale
dobbiamo portare con amore la nostra croce ogni giorno, affinché gustiamo così ciò che è di
Dio e non gustiamo ciò che è del mondo2
.
1 M/212, su Mc 8,27-33, in C. DE FOUCAULD, La bonté de Dieu. Méditations sur les Saints Évangiles (1),
Nouvelle Cité, Montrouge 1996, 148-149.
2

DAL SITO:
Discepole del Vangelo


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