CLARISSE SANT'AGATA LECTIO DIVINA"Chi sei Tu, dolcissimo Signore Iddio..."

24 Domenica TO - B  -Antifona d'Ingresso
Da', o Signore, la pace a coloro che sperano in te; i tuoi profeti siano trovati degni di fede; ascolta la preghiera
dei tuoi fedeli e del tuo popolo, Israele.
Colletta
O Dio, che hai creato e governi l'universo, fa' che sperimentiamo la potenza della tua misericordia, per
dedicarci con tutte le forze al tuo servizio. Per Cristo, nostro Signore.
Prima Lettura
Dal libro del profeta Isaia. (Is 50, 5-9)

Il Signore Dio mi ha aperto l'orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho
presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la
faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la
mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso. È vicino chi mi rende giustizia: chi oserà venire a
contesa con me? Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si avvicini a me. Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi
dichiarerà colpevole?
Salmo
Salmo 114 (116)
Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi.
Amo il Signore, perché ascolta
il grido della mia preghiera.
Verso di me ha teso l'orecchio
nel giorno in cui lo invocavo.
Mi stringevano funi di morte,
ero preso nei lacci degli inferi,
ero preso da tristezza e angoscia.
Allora ho invocato il nome del Signore:
"Ti prego, liberami, Signore".
Pietoso e giusto è il Signore,
il nostro Dio è misericordioso.
Il Signore protegge i piccoli:
ero misero ed egli mi ha salvato.
Sì, hai liberato la mia vita dalla morte,
i miei occhi dalle lacrime,
i miei piedi dalla caduta.
Io camminerò alla presenza del Signore
nella terra dei viventi.
Seconda Lettura
Dalla lettera di san Giacomo apostolo. (Gc 2, 14-18)
A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha opere? Quella fede può forse salvarlo? Se un
fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: "Andatevene in
pace, riscaldatevi e saziatevi", ma non date loro il necessario per il corpo, a che cosa serve? Così anche la fede:
se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta. Al contrario uno potrebbe dire: "Tu hai la fede e io ho le
opere; mostrami la tua fede senza le opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede".
Canto al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore, per mezzo della quale il mondo per me è stato
crocifisso, come io per il mondo.
Alleluia.
Vangelo
Dal vangelo secondo Marco. (Mc 8, 27-35)
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada
interrogava i suoi discepoli dicendo: "La gente, chi dice che io sia?". Ed essi gli risposero: "Giovanni il Battista;
altri dicono Elìa e altri uno dei profeti". Ed egli domandava loro: "Ma voi, chi dite che io sia?". Pietro gli
rispose: "Tu sei il Cristo". E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno. E cominciò a insegnare
loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli
scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere. Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in
disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse:
"Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini". Convocata la folla
insieme ai suoi discepoli, disse loro: "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua
croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa
mia e del Vangelo, la salverà".
Sulle Offerte
Accogli con bontà, Signore, i doni e le preghiere del tuo popolo, e ciò che ognuno offre in tuo onore giovi alla
salvezza di tutti. Per Cristo nostro Signore.
Comunione
Quanto è preziosa la tua misericordia, o Dio! Gli uomini si rifugiano all'ombra delle tue ali.
Dopo la Comunione
La potenza di questo sacramento, o Padre, ci pervada corpo e anima, perché non prevalga in noi il nostro
sentimento, ma l'azione del tuo Santo Spirito. Per Cristo nostro Signore.

Chi sei Tu, dolcissimo Signore Iddio
e chi sono io, vilissimo vermine tuo?
(san Francesco)

Il passo del Vangelo di oggi si pone al cuore del Vangelo di Marco, sta nel mezzo ed è il punto di svolta
del cammino di Gesù e dei suoi discepoli. Marco ci conduce dietro a Gesù per un lungo viaggio che ci porta al
Calvario dove Gesù sarà riconosciuto come “Figlio di Dio”. Un viaggio che ripartirà dall’alba di Pasqua.
La domanda essenziale, radicale di Gesù costringe i discepoli a fare verità sui motivi della loro sequela e del
seguire il Maestro da parte della folla. Questo uomo che stupisce con il suo parlare, che ridona la vista ai
ciechi, che compie tanti prodigi, è associato dalla gente a grandi figure bibliche che lo hanno preceduto. Il
primo rimando è a Giovanni Battista: nelle parole di Gesù, la gente, lo stesso Erode, ritrovano viva la
predicazione, l’invito alla conversione, alla giustizia, alla verità di colui che però era solo il Precursore, l’amico
dello Sposo. Il secondo rimando è al profeta Elia: Gesù è colui che preannuncia l’era messianica, il tempo del
giudizio finale di Dio. Il terzo rimando è ad un profeta: Gesù è segno di speranza per i poveri, testimone
dell’opera di Dio, annunciatore della giustizia. Da queste risposte capiamo come c’è ammirazione per Gesù,
ma ancora tanta confusione sulla sua vera identità, su chi sia quell’uomo venuto da Nazareth, ma che è abitato
da qualcosa di grande di cui però la folla non ne coglie la pienezza della portata e della novità.
La domanda di Gesù allora si rivolge ai discepoli, a quelli a lui più vicini: “Voi chi dite che io sia?”. Sarà
Pietro a prendere la parola: “Tu sei il Cristo!”. Ma la risposta di Pietro è ancora incompleta perché Gesù non è
solo il Messia, un uomo consacrato per portare a compimento la storia offrendo la Parola definitiva di Dio, il
re glorioso che regnerà su tutto Israele. Gesù non è solo il Cristo, ma è anche il Figlio di Dio e ciò lo potrà
comprendere solo chi starà ai piedi della croce. Infatti proprio il dono di sé che Gesù farà sulla croce svelerà
anche che tipo di Messia lui sia. Non è il Messia potente che sconfigge l’oppressione romana, ma è il Servo
sofferente cantato da Isaia: “Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la
barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato…”.
Pietro però non può accettare tutto questo, non accetta la logica del Dio debole, povero, consegnato e sposta il
suo posto nei confronti di Gesù, non è più disposto a seguirlo, ma vuole lui indicare la via. “Va’ dietro a me
Satana”: Gesù comanda a Pietro di non impedire e ostacolare questo cammino e rimette i discepoli dietro di
lui, alla sua sequela strappandoli dalla sequela dei loro ideali, dei loro sogni di gloria, mettendoli in cammino
sulla via della croce, stretta e dura da accettare. Da questo momento inizia una nuova tappa del cammino di
Gesù e dei discepoli, una tappa che li prepara a giungere al Calvario dove il Messia, che ha scelto di passare
dentro la povertà, la sofferenza, svelerà il suo volto e si rivelerà come il Figlio di Dio.
Entrare dentro a questa identità di Gesù ci svela anche la nostra identità, l’identità dei discepoli.
Colui che vive liberamente e pienamente l’obbedienza alla volontà di Dio, abbraccia la via dell’amore fino
all’estremo e a questo amore totale sono chiamati coloro che lo seguono: “Se qualcuno vuol venire dietro a me,
rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la
propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà”. Non siamo noi o le nostre immagini di Dio che dobbiamo
seguire, ma l’essere discepoli chiede di accettare la logica, la vita di Dio, accettando la propria croce che chiede
di dare la vita per amore, abbandonandosi al Signore che ci precede lungo la via. Se non accettiamo e
crediamo a questo amore di Gesù che arriva fino al dono totale di sé per noi, che vale più della vita, come può
essere possibile seguirlo?
Francesco d’ Assisi, salì sul monte sul monte della Verna con una domanda che gli bruciava in cuore
dopo una vita in cui aveva cercato di vivere il Vangelo: “Chi sei Tu…chi sono io?”. Dopo il dono delle stimmate,
dopo aver sperimentato lo stesso dolore e lo stesso amore del Signore Gesù, davanti al mistero dell’amore
crocifisso, di quell’amore che nel dono di sé raggiunge ogni uomo, ogni morte, Francesco vede nel Figlio il
volto di Dio e riconosce che “Lui è” e questo basta, è tutto e dice anche il tutto di noi. Seguire il Signore fino
al Golgota è vedere il suo volto, ma è anche trovare finalmente il nostro volto, specchiandoci in Colui che è il
più bello tra i figli dell’uomo.
Preghiamo
Tu sei santo, Signore, solo Dio, che compi meraviglie.
Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo,
Tu sei onnipotente, Tu, Padre santo, re del cielo e della terra.
Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli dèi,
Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene,
il Signore Dio vivo e vero.
Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza,
Tu sei umiltà, Tu sei pazienza,
Tu sei bellezza, Tu sei sicurezza, Tu sei quiete.
Tu sei gaudio e letizia, Tu sei la nostra speranza,
Tu sei giustizia e temperanza,
Tu sei tutto, ricchezza nostra a sufficienza.
Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine.
Tu sei protettore, Tu sei custode e difensore,
Tu sei fortezza, Tu sei rifugio.
Tu sei la nostra speranza, Tu sei la nostra fede,
Tu sei la nostra carità, Tu sei tutta la nostra dolcezza,
Tu sei la nostra vita eterna,
grande e ammirabile Signore,
Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.

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