D. Mario MORRA SDB "Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti"

20 settembre 2015 | 25a Domenica - Tempo Ordinario B | Omelia
Le persone rette, oneste, giuste, dovrebbero essere le più apprezzate, stimate ed onorate sulla faccia della terra, ed invece succede spesso, al contrario, che siano le più avversate, bersagliate e perseguitate.
È un dato questo di esperienza comune. Anche la
Bibbia lo mette spesso in risalto. Ne abbiamo un esempio nella pagina del Libro della Sapienza (1a lettura), nella quale gli "empi", i giudei passati al culto delle divinità pagane, tramano contro il "giusto" che rimane fedele alla legge di Dio e confida in Lui.
Il giusto, secondo il libro della Sapienza, è colui che crede in Dio e cerca di fare la sua volontà, ciò che è retto ai suoi occhi, non ciò che torna a proprio vantaggio; è mite e non arrogante nei riguardi del suo prossimo; sa sopportare con fortezza le avversità della vita, riponendo la sua fiducia in Dio.
Secondo S. Giacomo (2a lettura), il "giusto" è colui che è guidato dalla "sapienza che viene dall'alto": che è pura, pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia, senza parzialità e senza ipocrisia. Giusto è colui che concepisce la vita non in modo egoistico, ma come un donarsi, un mettersi al servizio del prossimo, per amore.
All'opposto, l'empio è colui che non riconosce Dio e ritiene di essere venuto al mondo per caso; è colui che nella vita ama solo quello che gli piace, il proprio tornaconto, e vede nel prossimo o uno da sfruttare, od un antagonista da eliminare.
È chiaro quindi che la vita del giusto risulta un'implacabile e radicale contestazione della condotta dell'empio; un costante rimprovero del suo comportamento; un ostacolo alla realizzazione dei suoi progetti.
Di qui la reazione da parte degli empi: "Tendiamogli insidie… mettiamolo alla prova… condanniamolo a morte".
Nella vita di Gesù si è verificato proprio questo. Gesù è il giusto per eccellenza, "ha fatto bene ogni cosa", dice il Vangelo; tuttavia è condannato e messo a morte dagli empi, proprio perché il suo insegnamento smaschera le loro ipocrisie, rovina i loro piani.
Gesù è cosciente di tutto questo, e lo preannuncia diverse volte ai suoi apostoli. Ma sa anche che gli apostoli, sono ancora molto lontani dalla sua mentalità, dal suo modo di giudicare le cose.
Per questo, cerca di educarli. "Di che cosa stavate discutendo lungo la via?" chiede loro.
Mentre Gesù preannuncia la sua passione e morte, l'uccisione del giusto da parte degli empi, essi "discutevano tra loro chi fosse il più grande". Incredibile, tanto sono ancora imbevuti della mentalità corrente!
Gesù con pazienza li chiama a sé, ed imparte loro una lezione che dovrà essere fondamentale nel comportamento loro e di ogni cristiano: "Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti" dice loro.
Nell'imminenza della sua passione darà loro anche l'esempio di questo servizio umile, lavando loro i piedi, per indicare che per lui, l'autorità va intesa non come potere, come dominio ed esaltazione di sé, ma come servizio verso gli altri, verso i più deboli, i piccoli, i bambini.
S. Giacomo nella sua lettera ci invita a riflettere sugli effetti prodotti dal comportamento opposto, non conforme all'insegnamento di Gesù. Da dove provengono le tante guerre, le liti, le contese che si verificano anche nelle nostre famiglie e comunità cristiane? Certo dalla bramosia e dall'avidità di possedere, dall'invidia, dalla gelosia, dall'egoismo, da tutto ciò che è negazione di impegno e di sacrificio.
Dobbiamo educarci allora, alla scuola di Gesù, a vincere le nostre cattive inclinazioni, conseguenza del peccato, che ci portano all'egoismo, a pensare solo a noi, al nostro tornaconto, sacrificando tutti i valori al nostro esclusivo interesse.
Rivolgiamo sovente al Signore la preghiera fatta all'inizio della nostra assemblea: "Donaci la sapienza che viene dall'alto, perché accogliamo la parola del tuo Figlio e comprendiamo che davanti a te il più grande è colui che serve. "
Ci sia di sostegno l'esempio dei Santi ed in particolare l'esempio di San Pio da Pietrelcina che venereremo in settimana.
Ci aiuti Maria, venerata sotto il titolo di Madonna della Mercede per il riscatto degli schiavi; Lei, umile serva del Signore, ci insegni l'umiltà e la grandezza nel servizio dei fratelli,
D. Mario MORRA SDB

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