D. Mario MORRA SDB"Fossero tutti profeti nel popolo del Signore, e volesse il Signore dare loro il suo spirito!"

27 settembre 2015 | 26a Domenica - Tempo Ordinario B | Omelia
"Fossero tutti profeti nel popolo del Signore, e volesse il Signore dare loro il suo spirito!"
Gesù è in cammino verso Gerusalemme, consapevole della fine che lo attende: la morte
sulla croce, e va liberamente incontro ad essa.
Egli cerca di istruire i discepoli e gli Apostoli sul significato vero della sua sequela; che cosa significhi cioè essere suoi discepoli, seguire Lui.
"Chi vuol venire dietro di me, Egli dice, chi vuol essere mio discepolo, prenda la sua croce, ogni giorno e mi segua", sia cioè disposto a mettere in gioco anche la propria vita per amore mio e del vangelo. Non cerchi i primi posti, non cerchi di essere ritenuto importante, riverito e di dominare, ma si metta all'ultimo posto e sia disposto a servire tutti, specialmente gli ultimi.
Inoltre, proprio nel brano del Vangelo che abbiamo ascoltato, Gesù istruisce i discepoli e gli Apostoli sull'atteggiamento che debbono avere nei riguardi di chi non segue Gesù, di chi non è suo discepolo, di chi non è uno di loro.
Li mette in guardia da ogni integralismo e da ogni intolleranza.
Il discepolo di Gesù non deve pensare di avere il monopolio o l'esclusiva della bontà e della verità. Dio è largamente generoso e semina bontà e verità ovunque, anche nel cuore di chi non è discepolo di Gesù.
Per questo Gesù non approva lo zelo fuori posto di Giovanni che condanna quel tale che opera il bene in nome di Gesù, ma non è seguace di Gesù.
Egli insegna: "Non glielo impedite! Non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome, e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi è per noi".
Anzi aggiunge: chiunque fa un'opera buona anche piccola ed insignificante, come dare un bicchiere d'acqua nel suo nome, ha la sua ricompensa.
In questo Gesù è in linea con quanto viene insegnato dal brano della Bibbia che abbiamo ascoltato nella 1a lettura: Mosè condanna la gelosia del giovane Giosué che vorrebbe impedire ai due anziani, non presenti al convegno, di profetizzare in nome di Dio. "Fossero tutti profeti nel popolo del Signore, - dice - e volesse il Signore dare loro il suo spirito!"
La lezione è limpida anche per noi. Dobbiamo essere attenti e guardarci da ogni forma di integralismo o intolleranza verso chi non è cristiano e non fa parte della Chiesa. Non possiamo essere gelosi o invidiosi se c'è del bene e del vero anche in coloro che sono fuori della Chiesa e del cristianesimo.
Anzi dobbiamo essere contenti della grande generosità di Dio, che semina il bene ed il vero ovunque, ed essere attenti nel cogliere ed apprezzare tutti i germi di bontà che il Signore fa fiorire nel cuore di ogni uomo, in ogni razza, in ogni cultura.
Qualunque germe di vero e di bene vi sia nel mondo, scrive S. Tommaso d'Aquino, proviene da Dio creatore, e porta la sua firma!
Con questo spirito hanno operato i grandi Santi, chiamati "sociali" come S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, Don Bosco, S. Leonardo Murialdo, Madre Teresa di Calcutta, e tanti altri; con questo spirito ci esorta ad operare Papa Francesco.

Il brano del Vangelo di oggi poi, nella seconda parte, ci mette in guardia sulla gravità dello scandalo dato ai piccoli, e sulla decisione che dobbiamo avere nel togliere, tagliare, tutto ciò che può costituire impedimento alla nostra fedeltà di discepoli di Gesù.
"Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare"
L'ammonimento severissimo di Gesù, rivolto ai suoi discepoli, è per ogni credente che, con il suo parlare o col suo comportamento, metta i più deboli in pericolo di perdere la fede o la onestà della vita.
E' un fortissimo richiamo per noi alla coerenza cristiana, e all'obbligo di dare il buon esempio, di essere testimoni fedeli, perché chi ha la fede si rafforzi in essa e chi non la possiede sia incoraggiato ad abbracciarla.

S. Giacomo poi, con parole forti, ci esorta a praticare sempre la giustizia e la generosità. Usiamo dei beni materiali che il Signore mette a nostra disposizione non egoisticamente, con il pugno chiuso, solo per noi, ma con il cuore aperto perché essi tornino a bene di tutti.
Con la giusta amministrazione dei beni materiali costruiamo la nostra felicità futura.

Iniziamo in settimana il mese di Ottobre, il mese Missionario per tradizione.
Anche quest'anno, il Rettor Maggiore, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, consegna il Crocifisso ai nuovi Missionari, religiosi e laici.
Vogliamo essere vicini ai Missionari e ai Volontari, vogliamo sostenerli nelle difficoltà che incontreranno, con la nostra preghiera, ma soprattutto con la nostra testimonianza di vita cristianamente vissuta.
Maria Ausiliatrice benedica ed accompagni i giovani Missionari, e ciascuno di noi.
D. Mario MORRA SDB

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