D. Severino GALLO sdb "CHI E' GESU' PER ME'?"

13 settembre 2015 | 24a Domenica - Tempo Ordinario B | Omelia
CHI E' GESU' PER ME'?
Vangelo: "Tu sei il Cristo…  E' necessario che il Figlio dell'Uomo soffra molto" (Mc 8,27-5)
Il brano evangelico odierno contiene tre parti: la professione di fede di Pietro a Cesarea di Filippo, il primo annuncio della Passione di Gesù e le condizioni per seguire Gesù.
Il Divin Maestro chiede e in qualche modo provoca una
confessione di fede nella sua messianità. Marco fa emergere le parole di Pietro dalle credenze popolari del tempo, che attendevano un profeta per la restaurazione del regno messianico, forse Elia (il grande profeta della Galilea del secolo IX a. Cr.) o Giovanni Battista, che era stato decapitato da Erode Antipa, solo perché aveva richiamato al dovere anche il potente.

Ma Gesù deve seguire una sua pedagogia: di qui l'imposizione fatta agli Apostoli di non parlare di lui come Messia.
Poi cominciò a predire la sua Passione e Morte in Gerusalemme, che diventerà il nuovo Sinai, dove si promulgherà una nuova Legge, e si compirà il sacrificio del Figlio della Promessa (Gesù novello Isacco).

"Chi dicono gli uomini che io sia?".

E' l'eterna domanda che Gesù rivolge a ciascun anima in ogni tempo.
Se non conosco un personaggio storico, la scuola mi giudica ignorante. Se non conosco un politico, un artista, un divo o un cantante, gli altri mi giudicano non aggiornato. Ma in fin dei conti la mia vita va avanti lo stesso, anche senza che io conosca il personaggio storico di ieri o l'uomo importante d'oggi.

Ciò significa che questa conoscenza non è indispensabile per la vita: è per la cultura.
Ma possiamo dire lo stesso di Gesù? Se lo conosciamo, la nostra vita rimane la stessa?
Per ogni cristiano giunge il momento dio chiedersi: chi è Gesù per me?

L'indifferenza a suo riguardo è già una scelta: i viandanti che quel pomeriggio di venerdì passarono ai piedi di una croce e tirarono diritto, erano già tra i nemici, al pari del governatore che si era lavato le mani in segno d'indifferenza. Rifiutarsi di conoscerlo è già rifiuto d'accettazione.

E allora: Chi è Gesù per noi?

Ai suoi tempi Gesù fu giudicato nella maniera più diversa: ci fu chi lo prese per pazzo (tale apparve il suo discorso sull'Eucaristia) e chi lo prese per mago (la gente voleva toccargli il vestito per essere guarita).

Chi lo scambiò per un politicante (la casta dominante ebbe paura di Lui perché comprometteva i rapporti con i Romani) e chi lo scambiò per un mestatore sociale (fu accusato di incitare la folla a non pagare il tributo a Cesare).

Chi lo vide contestatore (diceva, infatti, ai ricchi: guai a voi!) e chi lo vide filantropo preoccupato delle "cose materiali" (ebbe compassione della folla e la sfamò).

Per alcuni fu idealista (esortò ad offrire l'altra guancia), per altri fu spiritualista, preoccupato solo delle cose del cielo ("Cercate il regno di Dio e la sua giustizia").

Oggi i moderni
sono andati avanti in questa definizione di Gesù: c'è chi lo vede come un grande filosofo, la cui dottrina potrebbe instaurare una società perfetta; e chi come un grande esperto in umanità, perché conosce il fondo dell'uomo. E chi lo vede come un politico di sinistra, perché difende la povera gente e attacca i ricchi; o come una valida alternativa alla società dei consumi (non per nulla i "figli dei fiori" lo hanno preso a loro modello).

Questo dice la "gente" di Gesù.

Le definizioni sono varie e forse in fondo tutte vere: ma solo parzialmente vere.
E poi sono risposte che vanno bene per tutti, per i libri di scuola, per la cultura che riguarda Gesù. Ma per me, per ciascuno di voi, per la nostra vita Gesù deve essere ben altro.

La risposta esatta è quella di Pietro:

"Tu sei il Cristo, Tu sei Colui che salva".
Fino a quando non arriviamo a sperimentare nella nostra vita che senza di Lui siamo dei falliti, la nostra conoscenza di Gesù è puramente libresca. Siamo dei falliti, perché ci manca qualche cosa, che la fede chiama "salvezza".

Per tirare l'uomo fuori del suo egoismo, Dio si è scomodato, fino a scendere al suo livello per salvarlo, cioè per tirarlo fuori del fallimento. Dove c'era l'egoismo ha fatto fiorire l'amore, dove c'era disinteresse per l'altro, ha detto di dare la vita; dove c'era la corsa alla ricchezza, ha benedetto la povertà; dove c'era violenza, ha detto di abbracciare la croce…

La salvezza si attua nel momento in cui avviene questa "conversione" dal modo di ragionare secondo gli uomini a quello di Dio. Gesù rimproverò a Pietro proprio questa mancanza di conversione: "Tu ragioni ancora secondo la mentalità degli uomini".

E la prima conseguenza che porta con sé la "mentalità di Dio" è l'accettazione della logica della croce: se uno vuole essere seguace del Crocifisso, deve crocifiggersi con Lui dall'altra parte del legno della croce, perché solo chi gioca la sua vita in questo modo, si salva.

E' il paradosso antieconomico del Cristianesimo: perdere per vincere. In questo è la salvezza.
E allora: chi è per me Gesù? Sentiamo alcune risposte di nostri contemporanei.

Chi è per me Gesù?

Stefano, ragazzo di 12 anni risponde:

"E' l'uomo che si è sacrificato per tutti e ci ha insegnato a considerarci fratelli. Per me è ancora un gran segreto. Mi rivolgo a Lui perché mi aiuti a scuola. Lo prego tutte le sere perché salvi le persone che passano tutta la vita in un letto d'ospedale. Gli domando di far finire le guerre nel mondo e di perdonare quelli che fanno il male".

Un operaio di 30 anni risponde:

"Il Cristo per me? E' il migliore di tutti gli uomini, perché ha portato un messaggio d'amore. Lo prego raramente perché non so pregare. Ma so che è presente in me, quando compio il bene, ed è lui che mi guida a fare il bene. Quando lavoro per mantenere la mia famiglia è come se lavorassi per servire Lui".

Una madre di famiglia risponde:

"E' colui che ogni mattina, davanti al crocifisso della cucina, mi aiuta ad affrontare il nuovo giorno con coraggio e pazienza. Senza di lui la vita sarebbe ben dura".

Un giovane studente di 18 anni risponde:

(Gesù) "è un uomo, come te, come me, che ha vissuto una vita come la nostra, che ha avuto degli amici. Un uomo che ha sofferto e che è morto. Ma da questa morte è risorto. E questo, nessun uomo lo può fare. Lui ora è vivo, noi invece siamo ancora di fronte alla morte.

Gesù è più che un uomo, è il Figlio di Dio, è l'Amore… Per questo non cesserò mai di cercarlo nella mia vita: l'ho cercato nei miei compagni, nel quartiere, nei fatti di cronaca. E qualche volta l'ho trovato! Aveva il volto dei miei fratelli, aveva le mani dell'operaio, aveva lo sguardo di un bambino…".

E per noi: chi è Gesù?

E noi possiamo aggiungere: Gesù per me è il Figlio dell'Immacolata; Egli la diede a me come Mamma dall'alto della croce.
Gesù è il mio TUTTO:  la mia vita, la mia morte, la mia eternità, il mio Paradiso.
                                                                        D. Severino GALLO sdb

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