GIOVANNINI Attilio sdb "Cos'è la fedeltà."

4 ottobre 2015 | 27a Domenica - Tempo Ordinario B | Appunti per la Lectio
Non è bene che l'uomo sia solo
L'uomo uscito dalle mani di Dio è al centro di un giardino di delizie, ma non è troppo contento. Si può beare di ogni meraviglia, ma si sente ancora solo, incompleto. Ha attorno
una quantità di esseri viventi e può giocare con creature grandi piccole, veloci lente, colorate bianche, morbide sode, diurne notturne... tutte interessanti; e però non arrivano a dialogare con lui. Ha bisogno di qualcosa che sia "simile" a lui, all'altezza del suo spirito. Ha bisogno di relazione. Ha bisogno di riconoscere e riconoscersi e di entrare in comunione.
Ed ecco che gli viene donata, in modo misterioso (nel sonno), una Eva. Uomo e donna saranno sempre un po' mistero l'uno per l'altro, eppure sono della stessa natura, carne della stessa carne. Essi sono simili, cioè della stessa sostanza (e di pari dignità!), ma diversi. Diversi per essere se stessi; simili per incontrarsi.

*Per questo l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre, si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola.
Davanti ad Eva Adamo è esploso nel primo canto d'amore: sei carne della mia carne! All'ammirazione segue l'attrazione; all'attrazione l'unione. Congiungendo i loro corpi, essi formano un'unità nuova, distinta dalla precedente.
Congiungendo i loro corpi nudi, naturali, santi. E le loro anime altrettanto nude, senza difesa, che si accettano per quello che sono. Quando c'è l'amore non c'è vergogna, non c'è timore.
Adesso la creazione è completata. Adesso la gloria di Dio è colma.
Purtroppo però il meraviglioso progetto di Dio ha conosciuto una messa alla prova, un rovescio, un oscuramento. Ma non una disfatta. Dio non l'ha abbandonato.
Con un nuovo atto creativo, ha ridato all'uomo e alla donna la capacità di essere se stessi. Ha iniziato una nuova storia perché, ridiventando fedeli a se stessi, potessero essere fedeli l'uno all'altra.
E la storia è questa: Dio si è fatto uomo, per mostrarci cos'è la fedeltà. Ci ha fatto vedere cos'è l'amore indefettibile, rimanendo a braccia aperte anche quando è stato rinnegato, tradito, trafitto e buttato fuori.
Così ci ha detto: uomo e donna possono vincere la condanna alla divisione, alla falsità, al tradimento, morendo come me a se stessi. Possono creare l'altro buono per sé con l'amore, ma con l'amore dato da me e che li fa simili a me: l'amore oblativo, l'amore trascendente.
E questa non è una soluzione idealistica utopica impossibile ingannevole, perché questo amore superiore è in dono. Basta accoglierlo.
Se dunque non arrivi alla fedeltà, se non compi il progetto stupendo del creatore, se finisci per fare a pezzi l'alleanza coniugale che pure avevi tanto desiderato, la colpa non sarà di altri, o del destino; sarà che tu non ti sei fatto riempire di Gesù.
E allora penserai ad altre soluzioni, alle miserabili e folli soluzioni del mondo. Come il divorzio, che distrugge quel poco che è stato fatto, per costruire un'altra realtà su una ferita insanabile inferta a un mucchio di persone incolpevoli (figli, parenti, amici...).
O come la convivenza, che, lungi dal salvaguardare dal trauma della separazione, lo rende più probabile, quasi inevitabile. E comunque non ha senso mettere su un quasi matrimonio se non si ha intenzione di sposarsi veramente; o se si ha intenzione di fare un'unione vera, allora perché non sposarsi davvero? È degno della persona aver paura di prendere decisioni responsabili?
È degno di un figlio di Dio misconoscere il dono che ci ha fatto creandoci l'uno per l'altra, in modo da essere sua immagine perfetta nell'amore eterno?
*Non è bene che l'uomo sia solo
perché senza un tu non ci si può né riconoscere né realizzare.
Dio ha fatto bene ogni cosa. Diamogli gloria con la nostra intelligenza e la nostra volontà.
GIOVANNINI Attilio sdb

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