GIOVANNINI Attilio sdb "In piena Decapoli"

6 setembre 2015 | 23a Domenica - Tempo Ordinario B | Appunti per la Lectio
Gesù sta ormai spaziando da Tiro e Sidone (Ovest) alla Decapoli (Est del lago) e la Galilea delle genti è fatta il centro dei popoli.
Già una volta l'evangelista Marco ha notato che da tutto all'intorno, anche da oltre il Giordano, accorrevano le genti ad ascoltare Gesù. Ed ora Gesù stesso si muove sovranamente attraverso i confini, non solo geografici, ma anche culturali e religiosi, sorpassa le barriere dei precetti
alimentari e rituali, abbatte i muri della estraneità e della incomunicabilità.
Dalla terra pagana della Decapoli vengono questi amici che portano a lui un sordo muto, sicuri che lo guarisce. Quest'uomo rappresenta l'umanità pagana, che non può ascoltare la Parola di Dio e non può rispondere ad essa con la lode delle sue labbra.
Gesù, oltre a portarlo in disparte, compie su di lui i gesti tipici dei taumaturghi guaritori, come toccare l'infermo, applicargli la saliva curativa, sospirare, pronunciare parole misteriose… Gesù però non pronuncia una parola magica, ma un comando chiaro, che, se è espresso in lingua aramaica, ignota ai lettori di Marco, viene però subito tradotto: Apriti! Cosicché i gesti compiuti non dicono che lui è un guaritore, ma il guaritore. Il guaritore di tutto l'uomo. Perché la sua è una parola che opera ciò che dice, è una parola creativa. E infatti subito l'uomo comincia a parlare correttamente. E subito la gente esclama:
Ha fatto bene ogni cosa / Fa udire i sordi e parlare i muti
dove Gesù è paragonato effettivamente a Dio creatore, che dopo ogni nuovo essere messo in vita,
Ecco vide che era molto buono.
Ora, se quello di Gesù non è solo un atto di guarigione, ma un atto di creazione, vuol dire che sta iniziando il mondo nuovo, quello preannunciato ad es. da Isaia 35: In quel giorno della nuova creazione:

i ciechi vedranno, i sordi udranno, lo zoppo salterà come un capretto, la lingua del muto si scioglierà…
espressioni che indicano il rinnovamento del popolo, la sua rinascita spirituale, la salvezza, quella definitiva. Il messia è qui!
Ed è interessante che questo è nel vangelo di Marco il primo riconoscimento di Gesù come messia. È interessante che siano i pagani a proclamarlo.
Gesù ha rotto la barriera che sigillava gli stranieri nella loro diversità, e le genti straniere per prime hanno riconosciuto Gesù messia. Mentre invece i discepoli, l'ultima volta che sono stati nominati, si sono sentiti dire da Gesù: ma non capite niente.
La fede dei discepoli si mostra debole, incerta e confusa. Hanno più bisogno loro di aprire gli orecchi e ascoltare bene, per poi saper annunciare il vangelo, che non gli altri.
Ci rimane da chiederci se questo è sconfortante o consolante...

GIOVANNINI Attilio sdb

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