GIOVANNINI Attilio sdb"Soffrire per vincere "

13 settembre 2015 | 24a Domenica - Tempo Ordinario B | Appunti per la Lectio
Soffrire per vincere 
*Il giusto mio servo giustificherà molti. Egli si addosserà le loro iniquità.
Il personaggio misterioso cantato nei quattro carmi del Deutero-isaia si colloca nella tradizione dei servi eletti da JHWH, quali furono Mosè, Davide, i grandi profeti, Geremia...
celebrati nella Bibbia in quanto grandi nella fede, interpreti della Parola di Dio, maestri del popolo e suoi liberatori dalle situazioni disperate.
Il "servo del Signore" non soltanto compendia nella propria persona queste vocazioni, ma conferisce anche loro una nobiltà precedentemente sconosciuta.
Egli viene sempre più a differenziarsi dal raffigurare collettivamente il popolo di Israele, per configurarsi come un personaggio di eccezionale statura profetica.
Il servo infatti è l'eletto di Dio, che
*si compiace di lui... su di lui ha posto il suo spirito
costituendolo maestro e liberatore.
Il servo possiede un potere che mette a servizio della giustizia e di una missione che porti addirittura
*luce alle nazioni / salvezza fino all'estremità della terra.
Egli si impegna particolarmente in favore dello sfiduciato, di
*chi cammina nelle tenebre... è cieco... prigioniero.
Dio lo tiene riposto nella sua faretra, come spada affilata e freccia appuntita, pronto per i tempi in cui deciderà di intervenire.
La sua missione però esige grande determinazione e sacrificio. In particolare
*offrirà se stesso in espiazione... consegnerà se stesso alla morte...
sarà annoverato tra gli empi, mentre portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori.
È chiaramente il "servo sofferente", ma è anche, in trasparenza, il "servo glorificato". Infatti,
*dopo il suo intimo tormento, vedrà la luce e si sazierà della conoscenza.
La glorificazione gli sarà data dopo che egli avrà sopportato dolore e umiliazione, ma non si tratterà di potere e dominio sugli altri, si tratterà di gloria secondo l'ottica di Dio, e dunque del tutto spirituale.
Un ideale altissimo, di un servizio a Dio talmente perfetto, che non troviamo sia mai stato realizzato da qualcuno.
Solo dopo sei secoli ci fu uno che osò vedersi nell'ottica del servo sofferente. Uno che, andando alla morte, applicherà a sé le parole dette su di lui:
*E fu annoverato tra i malfattori.
La sua morte egli l'affrontò appunto come auto-consegna in riscatto dei perduti:
*...Questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti.
Così potranno giustamente dire di lui:
*Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che porta il peccato del mondo.
Più avanti l'apostolo Pietro riassumerà la sua vita nei termini precisi del servo:
*Cristo non commise peccato e non si trovò inganno sulla sua bocca. Oltraggiato, non rispondeva con oltraggi e soffrendo non minacciava vendetta, ma rimetteva la sua causa a colui che giudica con giustizia. Dalle sue piaghe siamo stati guariti.
Pietro e gli altri discepoli non arrivarono subito a questa identificazione. Passarono prima per un messianismo nazionalistico e trionfale, un'idea del Regno di Dio di stampo rivoluzionario. Era l'eterna illusione di cambiare il mondo cambiando gli altri, ma rimanendo noi del mondo, col mondo dentro.
Prima bisogna ascoltare Dio, poi si può costruire un mondo veramente nuovo, non più fondato sui criteri umani, ma su quelli di Dio.
*Il Signore mi ha aperto l'orecchio...
dice il vero profeta istruito da Dio. E se si lascia guidare da lui, alla fine la missione sarà un trionfo.
Il Figlio dell'uomo ha segnato la strada. Si parte dall'ascolto di Dio, si procede nella fedeltà al suo servizio costi quel che costi. Si arriva alla vittoria con la fede.
Nessuna persecuzione ha mai vinto contro la fede.

GIOVANNINI Attilio sdb

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