MONS. Antonio Donghi “Apriti! Effatà!” Non è l’azione creatrice dello Spirito Santo?

XXIII DOMENICA DEL T.O. – ANNO B – 
Letture: Is 35,4-7° Gc 2,1-5 Mc 7,31-37
OMELIA
Il principio dell’agire del cristiano è il suo cuore: è l’insegnamento che Gesù ci regalava domenica scorsa e, quando noi ci confrontiamo con questa grossa verità, dall’altra noi avvertiamo quanto siamo radicalmente poveri.
Siamo una divina Presenza in una grande povertà spirituale.
Davanti a questa conflittualità che noi, tante volte, avvertiamo nella nostra vita -capolavori di Dio in tanta povertà storica-
Gesù oggi ci insegna a come possiamo noi, pur nella nostra povertà, ritrovare ogni giorno la ricchezza di Dio nella nostra esistenza.

Il miracolo del sordomuto potremmo considerarlo il parametro della vita cristiana, il mistero a cui noi ogni giorno siamo chiamati per rendere nuovo il nostro cuore.

Se noi concentriamo la nostra attenzione su Gesù ci accorgiamo come il Maestro divino ci aiuti ad avere questo cuore nuovo in cui egli è il Signore. E Gesù, attraverso quattro atteggiamenti, ci insegna il metodo per potere progressivamente riscoprire e ravvivare questa novità interiore cui noi siamo continuamente chiamati.

E il primo gesto che Gesù pone nei confronti del sordomuto è portarlo in disparte….collocarlo nella sua solitudine….. introdurlo nella sua intimità.

E Gesù toglie il sordomuto dalla folla secondo un principio che noi ben conosciamo: l’uomo è il frutto delle sue relazioni. Finché l’uomo rimane nella disperazione storica, continuamente preso dal tribolare quotidiano, difficilmente riesce a scoprire la profondità e la bellezza del suo cuore… e Gesù allora, ci dice, che se vogliamo ritrovare la novità della vita dobbiamo entrare nella sua solitudine.

Nella sua intimità.

Solo vivendo di lui e con lui il nostro cuore può essere capace di novità di vita!

La solitudine con il Signore è la capacità di respirare un mondo nuovo.

Ma Gesù in questa solitudine pone una gestualità: tocca le orecchie del sordomuto e con la saliva la sua lingua. Gesù non ci chiama solo alla sua solitudine…. Gesù vuole stabilire una viva relazione con noi.

Cosa sono quei gesti che Gesù compie se non i suoi “linguaggi sacramentali” attraverso i quali entra in rapporto fisico con l’uomo?

Gesù non si accontenta solo di dirci: “rimani con me”, ma attraverso quella gestualità dice all’uomo: “voglio vivere un rapporto effettivo con te!”…. è il regime sacramentale della Chiesa, dove i sacramenti sono la gestualità di Gesù oggi.

Quindi Gesù non solo gusta che noi viviamo con lui….ma vuole penetrare in noi….. è il gesto che lui compie continuamente nella Chiesa! Infatti noi sappiamo esattamente che il brano evangelico di questa mattina è un richiamo alla iniziazione cristiana nella Chiesa apostolica; in questo noi cogliamo come il cuore nuovo scaturisca da questa relazione che Gesù vuole stabilire con noi.

I sacramenti non ci sono dati sostanzialmente perché ci danno la grazia… i sacramenti sono i segni di Cristo che vive perennemente in relazione con noi.

Gesù che si relaziona con noi… ma, se abbiamo notato nel testo evangelico, ci siamo accorti che il sordomuto non guarisce subito, non guarisce subito dopo aver ricevuto i gesti di Gesù.. l’evangelista Marco ci pone Gesù che alza gli occhi verso l’alto, verso il cielo: si pone in stato di preghiera.

Perché la novità dell’uomo scaturisce dalla gratuità e libertà di Dio.

La relazione trasfigurante che Gesù opera nella nostra esistenza fiorisce dal fatto che Gesù ci pone in rapporto con il Padre.

I gesti di Gesù vivono della preghiera di Gesù, perché i gesti di Gesù sono il regalo della libertà del Padre. Ecco perché il cristiano non solo gode della relazione con Gesù, ma in Gesù e con Gesù, costantemente ha lo sguardo del cuore verso l’alto… è stabilmente in stato di preghiera.

Ogni sacramento è fecondo solo per chi sa pregare perché la bellezza del sacramento è la gratuità di Dio nella vita di ogni uomo!

E allora ci accorgiamo come, l’entrare nella solitudine di Gesù, essere il luogo della sua creatività, vive della libertà del Padre che noi sperimentiamo attraverso la preghiera.

Ma c’è un ultimo elemento che l’evangelista Marco questa mattina ci regala: il soffio di Gesù.

“Apriti! Effatà!” Non è l’azione  creatrice dello Spirito Santo?

Per cui, il miracolo, nasce dalla condiscendenza divina operata dallo spirito Santo. In quel momento e, solo in quel momento, il sordomuto guarisce.



La novità della vita nasce da una solitudine in cui noi siamo abitati dal Cristo che ci pone in relazione con il Padre e ci regala la creatività dello Spirito Santo.



Se guardiamo attentamente è il mistero su cui si costruisce il battesimo… quando noi diciamo nella realtà battesimale: “Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” noi ritraduciamo – in una formula – il Vangelo di questa mattina;  noi siamo la novità di Dio perché viviamo della relazione con Gesù che ci apre l’orizzonte del Padre e ci dà la creatività propria dello Spirito Santo.

Noi abbiamo il cuore nuovo e l’abbiamo ogni giorno nonostante tutte le traversie della storia perché noi siamo luogo in cui il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo operano continuamente.



È bello al mattino svegliarci e contemplare, nella solitudine mattutina, la Presenza creatrice delle tre Persone divine…..e allora il cuore dell’uomo è un regalo che viene dall’alto!

Allora, se tante volte, nella nostra vita c’è questa conflittualità tra il grande mistero nel quale noi siamo inseriti e la nostra radicale povertà – come ha detto molto bene il profeta Isaia all’inizio – non dobbiamo temere, …godiamo di Gesù con noi, ….alziamo nella semplicità orante il nostro cuore a Dio Padre e lo Spirito Santo ci darà l’ebbrezza della vita.



Noi, tante volte, non riusciamo ad essere cristiani perché non conosciamo queste regole elementari e semplicissime  del Vangelo: stare con Gesù, guardare in alto e respirare la creatività dello spirito Santo.



Se noi cogliessimo tale ricchezza ci accorgeremo che la vita è diversa ……che quando uno avverte Dio che crea continuamente nella sua vita, non ha timore nel sentirsi povero….. perché Dio è meraviglioso in chi ama la sua povertà…… e allora nasce per l’uomo una autentica novità di vita….. è quello che stiamo vivendo.



Noi, questa mattina, siamo qui sordi e muti, uomini che hanno bisogno della novità di Dio e, questa novità, ci è data: nel momento in cui faremo la comunione è Gesù che tocca i nostri orecchi e con la saliva tocca la nostra lingua e, nello stesso tempo, poiché ci accostiamo all’eucarestia, in stato di preghiera, con lo sguardo rivolto al Padre, nel momento in cui prenderemo i segni del pane e del vino lo Spirito Santo, fiume d’acqua viva, penetrerà e inonderà nostre le persone e saremo dei guariti.

Persone innamorate dell’ascolto di Dio per potere, nella vita, che è il linguaggio della Parola, incarnare la novità del Signore.



Questo sia il mistero che vogliamo vivere e che possiamo continuamente ravvivare nella nostra esistenza guardando sempre il volto di Cristo…. nella sua solitudine siamo noi stessi e siamo speranza per tutti fratelli che incontriamo nel cammino della vita.

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