Mons. Antonio Donghi “E voi chi dite che io sia?”….

XXIV DOMENICA DEL T.O. – ANNO B – 16 Settembre 2012
Letture:   Is 50,5-9°        Giac 2,14-18        Mc 8,27-35
OMELIA
Gesù  domenica scorsa ci insegnava che dobbiamo lasciarci guidare da lui perché, nella sua solitudine, egli ci avrebbe donato una nuova umanità.
Di fronte a questo dono che il Signore fà a chi lo segue noi, questa mattina, siamo invitati a fare un
passo, un passo decisivo, per prendere coscienza della gratuità di Dio nei nostri confronti. Perché se per un verso la nostra esistenza è un capolavoro di Dio che gratuitamente agisce nella nostra storia, dall’altra ci è chiesto di entrare in un mistero più grande per poter veramente dire al Signore: “Credo!”

Infatti, la reazione di Pietro questa mattina ci fa fortemente pensare….. da una parte Pietro afferma che Gesù è la fedeltà di Dio e, dall’altra, davanti alla visione della storia di Gesù non si fida di Dio.

È la contraddizione che appare molto chiara nel Vangelo di questa mattina, ma Gesù rivolgendosi a noi ci dà anche le linee perché possiamo, nella nostra vita, porre in autenticità quell’atto di fede in modo che la novità di vita che egli ci regala possa diventare la nostra vita.

E due potrebbero essere i suggerimenti che Gesù questa mattina ci offre perché possiamo entrare in un’autentica professione di fede: assumere la sua storia e vivere di piena fiducia dell’amore del Padre.

Innanzitutto l’esperienza della fede presuppone vivere la vita stessa di Gesù.

Quando noi ci poniamo la domanda nell’atto di fede noi dobbiamo sempre scoprirne il significato e il significato è vivere la vita stessa di Gesù regalandoci a lui con gratitudine……perché l’esperienza della fede ruota attorno ad una persona! Diverse volte ci siamo detti che credere non è problema di capire o di non capire…. il problema della fede è lasciar vivere Gesù in noi, accogliere Gesù nel suo mistero, è spalancare la nostra vita al suo amore restituendoci con gratitudine a lui.

La bellezza della fede è lasciarci coinvolgere nel suo mistero… e quando noi ci lasciamo coinvolgere nel suo mistero il problema non è capire o non capire…. il problema è dire al Signore:  la tua storia è il senso della mia vita!

Ecco perché l’atto di fede nasce dal fascino di Gesù. Noi potremmo fare tutte le discussioni che vogliamo, rispondere a tutti gli interrogativi che nascono dentro di noi, ma la verità della fede è molto più semplice: permettere a Gesù di vivere il suo mistero dentro di noi.

E nel momento in cui noi poniamo questa verità, non abbiamo alcun timore; è molto bello stabilire uno stretto rapporto tra quello che Gesù ha detto evidenziando la sua storia con quello che ci ha detto il profeta Isaia: se noi, fin dal mattino, come discepoli lasciamo spazio alla presenza di Gesù non avremo mai alcun timore perché il terzo giorno risorgiamo sempre.

Perché il Signore non delude….. chi accetta di entrare nella sua vita e la sua vita ..è una vita in cui il giusto risorge!

Allora la prima illuminazione che Gesù questa mattina ci offre davanti alla parola: “Ma voi chi dite che io sia?”  la risposta è molto semplice:  “la tua storia è la mia storia perché tu, Signore, in me vivi la tua storia e ogni scelta è dirti grazie perché tu vivi dentro di me”.

E allora se noi partiamo da questa piccola risonanza la seconda è consequenziale: cosa vuol dire nel senso più profondo quell’andare dietro a Gesù, rinnegare, prendere la croce….. vuol dire una cosa più profonda: vuol dire avere fiducia di Gesù.

La bellezza della fede è la gioia di fidarci di Gesù, di affidarci a Gesù, usando una bella immagine, la fede è buttarci nel mare dell’amore di Dio e nuotare in quest’ amore….. ecco il fidarci…… per cui, le tinteggiature negative che, tante volte, colorano il mistero della rinuncia  scomparirebbero perché, quando c’è il mistero della fiducia, anche la croce diventa gloriosa, perché la fiducia nel Signore è un po’ una sintesi di fede, di speranza, di amore, di umiltà, di conversione….. la fiducia è regalarsi totalmente al Signore…. è la fecondità della fede!

Noi quando vogliamo capire non gustiamo più la fede… …ecco perché Gesù ci dice che dobbiamo regalare la nostra esistenza a Lui, perché regalarci a lui è dirgli grazie di lui che è in noi. E allora quando nel cammino della nostra vita noi non riusciamo a fidarci, vivere di fede è  molto problematico perché quella resurrezione di Gesù è tutto un capolavoro di fiducia.

D’altra parte, se guardiamo attentamente la nostra vita, su che cosa noi costruiamo le scelte di ogni giorno se non attraverso la fecondità della fiducia? Quando c’è la fiducia, si fanno anche miracoli, quando non c’è la fiducia c’è la cultura del sospetto e allora non ci sono i miracoli!

Ecco perché Gesù questa mattina davanti alla domanda che ci rivolge: “E voi chi dite che io sia?”   dà lui la risposta: “Permettimi di vivere la mia vita nella tua vita fidandoti di me!” ……..è quell’atteggiamento interiore che è molto più profondo di tutte le realtà esteriori.

Il mondo di oggi non riesce a credere perché è tutta esteriorità se non stiamo attenti.

La bellezza della vita è una interiorità abitata dove la nostra esistenza si fida di Dio, della sua persona, del suo mistero ritrovando il Lui il coraggio della vita, il coraggio che ci dice: in Gesù c’è la vita nuova!

E davanti a questa bellezza il resto è una conseguenza.

Amiamo la bellezza di Gesù e allora avvertiremo quella novità di cui Gesù parlava domenica scorsa, percepiremo di essere capolavoro dello Spirito Santo e la nostra vita si illuminerà di eternità.

Le cose esteriori distraggono, deludono e affliggono.

L’interiorità dice una Presenza, fa raccogliere una fedeltà, ci dà l’entusiasmo della vita nonostante tutto e nonostante tutti.

Ecco allora che in questa eucaristia Gesù ci dice: “E voi chi dite che io sia?”….

e nel momento in cui ci accosteremo alla comunione, in quell’”Amen”  noi diremo: “La tua storia divenga la mia storia perché solo di te ho fiducia!” e allora il Signore entrerà in noi, nel suo Corpo dato, nel suo Sangue versato e in quel momento diremo : “Credo!”

Tu sei il Cristo, tu sei la fedeltà del Padre… perché in questa Eucaristia, in questo pane e in questo vino c’è la tua fedeltà e io, ho fiducia solo di te,….. e chi ha fiducia solo di Dio che nell’Eucarestia si regala in pienezza, cammina nella speranza!

Questo è ciò che Gesù ci potrebbe regalare e allora, come ha detto molto bene il profeta Isaia, non saremo delusi perché in Lui c’è vita, speranza e resurrezione, in lui nonostante tutto vale la pena vivere giorno per giorno.

Commenti

Post più popolari