P. Ermanno Rossi O.P.La beata Vergine del Rosario"


XXVII Domenica Ordinaria – Anno B
(Mc 10, 2-16)
La beata Vergine del Rosario
Il brano del Vangelo di Marco – appena letto - mette in luce il disegno originario di Dio Creatore sulla coppia umana, disegno che, per la durezza del cuore del suo popolo, Mosè mutò, introducendo il divorzio. Gesù afferma – senza mezzi termini - che questo ha rovinato il piano di Dio; pertanto comanda perentoriamente: “L'uomo non divida ciò che Dio ha unito”.

L'uomo moderno è incorso nel medesimo errore: “Per la durezza del vostro cuore - potrebbe dirci Gesù - le autorità legislative hanno stravolto il disegno del Creatore introducendo il divorzio”. Queste cose noi dobbiamo tenerle presenti: infatti, nessuna legge umana può rendere lecito ciò che Dio condanna.
Oggi, però, noi festeggiamo la Beata Vergine del Rosario: è, dunque, di lei che intendo parlarvi.
«È stato affermato che Gesù è l'atteso nell'ora presente, che urge il suo ritorno, che il suo spirito deve saziare gli animi disorientati, scoraggiati, indeboliti d’alcuni uomini, e deve confondere gli spiriti superbi, alteri, autosufficienti di altri, che fanno barcollare l'umanità verso l'assurdo, l'autodecapitazione, verso l'ateismo. Ma quando Gesù venne sulla terra, 2000 anni fa, volle aver bisogno di una via che con divina fantasia nei cieli si era pensata e preparata. Era Maria. […] Oggi, come allora, Gesù non tornerà se non per Maria.
Ma, affinché Gesù torni in molti uomini, e anche in noi, deve passarci Maria. […]
Il posto di Maria, in questo secolo, ce lo ha indicato il Papa Pio XII: è il posto di Regina. (…) E, allora, se è Regina, bisogna che regni!
Ma, come quella del Figlio, la sua è regalità d'amore, il che significa che lei regnerà se noi la lasceremo fare, perché l'amore è rispetto della libertà»[5].
Il regnare per mezzo dell'amore è stato, in effetti, la tattica di Maria in tutto il corso della storia.
Oggi si stanno moltiplicando le sue apparizioni in molti punti della terra. La Madonna c’invita alla conversione, al ritorno a Dio; ma ciò che colpisce è la sua insistenza alla recita del Rosario. A Lourdes, Maria ha in mano la corona del Rosario e scorre i grani con Bernadette.
Anche la Chiesa insiste nell’invito a recitare il Rosario; n’è prova l’ultima lettera apostolica del Papa: perché mai quest’insistenza?
Il Rosario non è solo una preghiera di lode a Maria: è un piccolo Vangelo. Nello scorrere delle Ave Maria, noi percorriamo, infatti, tutta la vita di Gesù, i misteri di quella di Maria e della Chiesa. All'inizio di ogni decina annunziamo, infatti, l'episodio evangelico su cui rifletteremo nel corso delle Ave Maria. La loro ripetizione costituisce l'ordito sul quale si sviluppa la contemplazione dei misteri. Senza di essa, il Rosario è un corpo senz'anima, e la sua recita rischia di divenire una meccanica ripetizione di formule e di contraddire l'ammonimento di Gesù: “Quando pregate, non moltiplicate le vostre parole”(Mt 6,7).
Per sua natura, la recita del Rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso, che favorisce la meditazione dei misteri della vita del Signore, visti attraverso il cuore di colei che al Signore fu più vicino, e ne dischiude le insondabili ricchezze.
Il Rosario impegna, dunque, non solo le labbra, ma la mente che medita e la volontà che ama. Ecco il perché la Madonna lo raccomanda tanto.
La recita del Rosario, così fatta, costituisce una rievangelizzazione, un contatto profondo con Gesù e col Padre. Il gran regista di tutto - se la preghiera è autentica - é lo Spirito Santo che chiede con noi, al Padre - con gemiti inenarrabili, come afferma S. Paolo -, anche quel che noi non sappiamo chiedere.
La recita del Rosario, fatta bene, è il momento in cui ci ritroviamo, con Maria, nella casa del Padre Celeste, in compagnia di Gesù e di tutto il Paradiso.

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