PARROCCHIA SANTA MARIA DEGLI ANGELI "Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete!

omelia domenica 06 settembre 2015
XXIII DOMENICA DEL T.O. ANNO B 2015
Il vangelo che abbiamo appena ascoltato, va letto di pari passo con la 1^ lettura.
Il profeta annuncia la venuta del Messia:"Dite agli smarriti di cuore: «Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio, giunge la vendetta, la ricompensa divina. Egli viene a salvarvi».
C'è un'attesa nel popolo che è ricompensata con la venuta di Cristo.
Senza questa consapevolezza di un "attesa" non possiamo mai comprendere il significato della S.Scrittura. La centralità del
messaggio rimane sempre questa attesa del Messia. Un Messia che viene a salvare il popolo, non solo quello d'Israele
(il sordomuto era di un'altra regione).
Il miracolo, non è da legarsi al solo gesto di ridare parola e udito, gli ebrei del tempo, era molto attenti ai segni, ciò che per noi è scontato, è cioè un'evoluzione o un caso, per il fedele invece è tutto un segno di Dio. Come ogni miracolo, anche quello della guarigione del sordomuto è un segno che rimanda sempre alla persona che è Cristo.
C'è una "sordità" spirituale che Gesù è venuto a liberare, ad "aprire".
Senza questa apertura del cuore, come abbiamo meditato anche domenica scorsa, non il "fare tradizionale" ma il "fare del cuore", come possiamo riconoscere in Gesù  il Messia?
Il sordomuto è colui che vive isoalato, perché non può relazionarsi con gli altri. Ma c'è una sordità più profonda, ed è quella del cuore.
C'è un termine che spesso viene ripreso:"Shemà Israel" (ascolta Israele) risuona come l'invito accorato di un Padre, perché il figlio si ponga in ascolto di ciò che vale veramente. Si ripete spesso questa espressione:"Dio ci ha dato 2 orecchie e una sola lingua, perché possiamo ascoltare di più e parlare di meno".
Chiediamo anche a noi al Signore di vivere il gesto dell'Effatà (apriti), di vivere cioè il nostro Battesimo, perché questo gesto, che il sacerdote lo compie alla fine del rito del Battesimo:"Il Signore Gesù che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda presto di ascoltare la sua parola, e di professare la tua fede, a lode e gloria di Dio Padre"
 Se non c'è questa apertura del cuore, che spesso è chiusa da tante altre cose, come potremo ascoltare il Signore?
Noi in tante circostanze chiediamo al Signore:"Perché hai fatto questo?" Quando la domanda della fede è:"Cosa vuoi Tu da me, perché io possa vivere questa strada?"
come diceva Riccarda Huch:"Dio non è nel visibile, ma nell'azione dell'invisibile sul visibile: da qui nascono forma, atto e parola"
Avete presente la 2^ lettura? Entra un povero e un ricco, e come dice San Giacomo, noi li guardiamo in base al nostro pregiudizio:" Se guardate colui che è vestito lussuosamente e gli dite: «Tu siediti qui, comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti là, in piedi», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», non fate forse discriminazioni e non siete giudici dai giudizi perversi?
Chiediamoci invece:"Perché questo povero o ricco è venuto a bussare alla mia porta?"
È il nostro ascolto che poi ci fa, il fare è preceduto dall'ascolto:"Gli uomini diventano ciò che contemplano"(William Blake)





COMUNE DI GUARDAVALLE

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