Catechismo della Chiesa Cattolica:"La comunione dei santi, una verità dimenticata"
La comunione dei santi, una verità dimenticata
Domenica 1 novembre. Tutti i santi. «Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli»
Lasciamoci ammaestrare dal Magistero autorevole della Chiesa che, sull’argomento, ha ripreso le
inequivocabili parole del Signore e, senza snaturarle, le ha proposte ai cristiani con parole adatte ai vari tempi.
Leggiamo a tal proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica:
955 «L’unione. . . di coloro che sono in cammino coi fratelli morti nella pace di Cristo non è minimamente spezzata, anzi, secondo la perenne fede della Chiesa, è consolidata dalla comunicazione dei beni spirituali» [Lumen gentium, 49].
956 L’intercessione dei santi. «A causa infatti della loro più intima unione con Cristo i beati rinsaldano tutta la Chiesa nella santità. . . non cessano di intercedere per noi presso il Padre, offrendo i meriti acquistati in terra mediante Gesù Cristo, unico Mediatore tra Dio e gli uomini. . . La nostra debolezza quindi è molto aiutata dalla loro fraterna sollecitudine» [L. G. 49]. Molti santi dissero prima di morire: «Non piangete. Io vi sarò più utile dopo la mia morte e vi aiuterò più efficacemente di quando ero in vita!»
957 La comunione con i santi. «Non veneriamo la memoria dei santi solo a titolo d’esempio, ma più ancora perché l’unione di tutta la Chiesa nello Spirito sia consolidata dall’esercizio della fraterna carità. Poiché come la cristiana comunione tra coloro che sono in cammino ci porta più vicino a Cristo, così la comunione con i santi ci unisce a Cristo, dal quale, come dalla fonte e dal capo, promana tutta la grazia e tutta la vita dello stesso Popolo di Dio». [L. G. 50]
958 La comunione con i defunti. «La Chiesa di quelli che sono in cammino, riconoscendo benissimo questa comunione di tutto il corpo mistico di Gesù Cristo, fino dai primi tempi della religione cristiana ha coltivato con una grande pietà la memoria dei defunti e, poiché “santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati” (2 Mac. 12,45), ha offerto per loro anche i suoi suffragi» [L. G. 50]. La nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore.
959 Nell’unica famiglia di Dio. Tutti noi che «siamo figli di Dio e costituiamo in Cristo una sola famiglia, mentre comunichiamo tra di noi nella mutua carità e nell’unica lode della Trinità santissima, corrispondiamo all’intima vocazione della Chiesa» [L. G. 50].
E il papa Francesco lo ha ribadito, pari pari, lo scorso anno in una Udienza generale del mercoledì: «la comunione dei santi va al di là della vita terrena, va oltre la morte e dura per sempre. Questa unione fra noi, va al di là e continua nell’altra vita; è una unione spirituale che nasce dal Battesimo e non viene spezzata dalla morte, ma, grazie a Cristo risorto, è destinata a trovare la sua pienezza nella vita eterna. C’è un legame profondo e indissolubile tra quanti sono ancora pellegrini in questo mondo – cioè noi – e coloro che hanno varcato la soglia della morte per entrare nell’eternità. Tutti i battezzati quaggiù sulla terra, le anime del Purgatorio e tutti i beati che sono già in Paradiso formano una sola grande Famiglia. Questa comunione tra terra e cielo si realizza specialmente nella preghiera di intercessione».
Domenica 1 novembre. Tutti i santi. «Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli»
Lasciamoci ammaestrare dal Magistero autorevole della Chiesa che, sull’argomento, ha ripreso le
inequivocabili parole del Signore e, senza snaturarle, le ha proposte ai cristiani con parole adatte ai vari tempi.
Leggiamo a tal proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica:
955 «L’unione. . . di coloro che sono in cammino coi fratelli morti nella pace di Cristo non è minimamente spezzata, anzi, secondo la perenne fede della Chiesa, è consolidata dalla comunicazione dei beni spirituali» [Lumen gentium, 49].
956 L’intercessione dei santi. «A causa infatti della loro più intima unione con Cristo i beati rinsaldano tutta la Chiesa nella santità. . . non cessano di intercedere per noi presso il Padre, offrendo i meriti acquistati in terra mediante Gesù Cristo, unico Mediatore tra Dio e gli uomini. . . La nostra debolezza quindi è molto aiutata dalla loro fraterna sollecitudine» [L. G. 49]. Molti santi dissero prima di morire: «Non piangete. Io vi sarò più utile dopo la mia morte e vi aiuterò più efficacemente di quando ero in vita!»
957 La comunione con i santi. «Non veneriamo la memoria dei santi solo a titolo d’esempio, ma più ancora perché l’unione di tutta la Chiesa nello Spirito sia consolidata dall’esercizio della fraterna carità. Poiché come la cristiana comunione tra coloro che sono in cammino ci porta più vicino a Cristo, così la comunione con i santi ci unisce a Cristo, dal quale, come dalla fonte e dal capo, promana tutta la grazia e tutta la vita dello stesso Popolo di Dio». [L. G. 50]
958 La comunione con i defunti. «La Chiesa di quelli che sono in cammino, riconoscendo benissimo questa comunione di tutto il corpo mistico di Gesù Cristo, fino dai primi tempi della religione cristiana ha coltivato con una grande pietà la memoria dei defunti e, poiché “santo e salutare è il pensiero di pregare per i defunti perché siano assolti dai peccati” (2 Mac. 12,45), ha offerto per loro anche i suoi suffragi» [L. G. 50]. La nostra preghiera per loro può non solo aiutarli, ma anche rendere efficace la loro intercessione in nostro favore.
959 Nell’unica famiglia di Dio. Tutti noi che «siamo figli di Dio e costituiamo in Cristo una sola famiglia, mentre comunichiamo tra di noi nella mutua carità e nell’unica lode della Trinità santissima, corrispondiamo all’intima vocazione della Chiesa» [L. G. 50].
E il papa Francesco lo ha ribadito, pari pari, lo scorso anno in una Udienza generale del mercoledì: «la comunione dei santi va al di là della vita terrena, va oltre la morte e dura per sempre. Questa unione fra noi, va al di là e continua nell’altra vita; è una unione spirituale che nasce dal Battesimo e non viene spezzata dalla morte, ma, grazie a Cristo risorto, è destinata a trovare la sua pienezza nella vita eterna. C’è un legame profondo e indissolubile tra quanti sono ancora pellegrini in questo mondo – cioè noi – e coloro che hanno varcato la soglia della morte per entrare nell’eternità. Tutti i battezzati quaggiù sulla terra, le anime del Purgatorio e tutti i beati che sono già in Paradiso formano una sola grande Famiglia. Questa comunione tra terra e cielo si realizza specialmente nella preghiera di intercessione».
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