CHARLES DE FOUCAULD"SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI"

CHARLES DE FOUCAULD: COMMENTI AL VANGELO DI MATTEO
SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI
Mt 5, 1- 12a
«Gesù vedendo la folla, salì su una montagna, si sedette e i suoi discepoli lo circondarono.
Parlando, si mise a istruirli, dicendo: ...».
Istruisco non solamente i miei discepoli, ma la folla... La montagna delle Beatitudini è una
collina coronata da un altopiano che può contenere una folla numerosa; a un’estremità
dell’altopiano vi è una piccola altura che forma come una tribuna naturale. Seduto lì in
mezzo agli apostoli, e vedendo davanti a me tutta la folla seduta sul resto dell’altopiano,
parlo a tutti riuniti.
«Beati i poveri di spirito, poiché di essi è il regno dei cieli».
Ah, mio Signore, spiegami questo, te ne prego. Spiegami queste beatitudini che hanno
un’importanza così grande nella tua dottrina, queste beatitudini che è così necessario
conoscere bene per imitarti, poiché formano come uno specchio dove Ti rifletti ... Tutte le
perfezioni che esse esprimono Tu le possiedi sovranamente. Per imitarti è necessario
possederle il più possibile. Fammele dunque conoscere bene, mio Signore. Te lo chiedo,
stretto a Te, ascoltandoTi e guardandoTi, tenendomi ai tuoi piedi tra la Santa Vergine e S.
Giuseppe, durante questi dolcissimi giorni di ritiro. ...
I poveri di spirito sono coloro che hanno l’anima, lo spirito distaccato, spogliato, nudo,
vuoto, libero, sgombro, povero, privo di ogni amore per il creato, di ogni amore per ciò che
non è Dio, che hanno, in altri termini, lo spirito, l’anima, morto, crocifisso a tutto il creato,
a tutto ciò che non è Dio, in una parola che sono assolutamente vuoti da ogni attaccamento
al creato. ...
Li proclamo beati, perché soddisfano la condizione indispensabile per possedere il cielo;
non si può possedere il cielo, senza adempiere tutti i propri doveri; il primo dovere è di
amare Dio con tutto il proprio cuore, e il compimento di questo primo dovere è possibile
solo a condizione di avere il cuore vuoto da tutto ciò che non è Dio. Per donare tutto il
proprio cuore a Dio, è necessario evidentemente non darlo a nulla di ciò che non è Dio,
riservarlo interamente a Lui, tenerlo completamente vuoto da tutto ciò che non è Lui. Prima
di entrare in cielo, occorre necessariamente che ogni anima compia questo primo dovere di
svuotarsi, staccarsi, denudarsi, spogliarsi di ogni altro amore rispetto all’amore di Dio, e
riempirsi interamente, tutta intera del solo amore di Dio. Se non compie questo primo
dovere sulla terra, dovrà compierlo in purgatorio. Beati coloro che lo compiono fin da
questa vita, poiché a loro fin dalla loro morte appartiene «il regno dei cieli» e in questa
stessa vita l’unione intima con Dio che Questi dona loro come ricompensa del loro perfetto
amore, è per essi come un cielo anticipato, e fa della loro vita mortale, non appena si sono
donati totalmente a Dio, svuotandosi, impoverendosi interiormente di ogni attaccamento da
ciò che non è Lui, come un’aurora, un inizio della vita celeste e del «regno dei cieli».
Mio Dio, la povertà esteriore ci è comandata da questa parola? – No, io parlo qui solo del
distacco interiore, della povertà di spirito; anche la povertà esteriore è necessaria per
condurre la vita perfetta sulla terra, poiché sono stato povero nelle tre vite di cui ho dato
l’esempio; ma non è qui che ne do il precetto: la raccomanderò in numerosi altri passaggi. ...
La povertà di spirito non obbliga alla povertà esteriore, poiché si possono possedere dei
beni pur essendo perfettamente distaccati da essi; essa è differente in molti punti dalla
povertà materiale, e soprattutto per il fatto che questa volge solo ai beni materiali, mentre la
povertà interiore, spirituale, la libertà di spirito, la povertà di spirito, volge non solamente
ai beni temporali, ma anche a tutti i beni sensibili, al prossimo e a se stessi. Essere povero
esteriormente è sbarazzarsi dell’oro e dell’argento; essere povero interiorment e, è non avere
più alcun amore per ciò che è creato, oro, argento, corpi, anime, grazie spirituali, tutto ciò
che non è Dio insomma (salvo l’amore che Dio stesso ordina di avere; e ordina di averne
uno molto ardente sia per la tua anima, sia per il prossimo). Ma poiché questi amori non li
hai che nella misura in cui Dio te li ordina, perché te li ordina e sei pronto a lasciarli se te li
vietasse, in una parola, poiché tu non li hai che in vista di Lui, scompaiono nel suo, sono
compresi nel suo, avvolti nel suo, racchiusi nel suo ed è verissimo dire (benché tu ami la tua
anima e il prossimo molto vivamente) che sei totalmente vuoto da ogni amore per te, per il
prossimo e per tutto il creato e che sei totalmente pieno del solo amore di Dio3

2 Commento su Mt 5,3, in C. DE FOUCAULD, Commentaire de Saint Matthieu. Lecture Commentée de
l’Évangile, Nouvelle Cité, Paris 1989, 229-231.
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