CHARLES DE FOUCAULD:«Va’, vendi tutto quello che hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo, e vieni, seguimi».

CHARLES DE FOUCAULD: COMMENTI AL VANGELO DI MARCO
XXVIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
MEDITAZIONE NUM. 221 E NUM. 222
MC 10, 17-30
«Va’, vendi tutto quello che hai, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo, e vieni,
seguimi».
Grazie, mio Dio, di darci questa legge, questa regola generale della vita perfetta, e di
stabilire così con la tua stessa bocca, così chiaramente, quello che bisogna fare per essere
perfetto, per piacerti completamente, per non seguire solamente i comandamenti, ma
addirittura i consigli… Queste poche parole si rivolgono a tutti quelli che vogliono «correre
all’odore dei Tuoi profumi», che non vogliono rifiutarTi niente, donarsi pienamente a Te,
glorificarTi il più possibile sulla terra, e per questo amarTi, obbedirTi, imitarTi così
perfettamente come lo possono delle creature.
Chiunque vuole glorificarTi il più possibile, mio Dio, e per questo amarTi, obbedirTi,
imitarTi il meglio possibile, deve, a meno che l’obbedienza ai Tuoi rappresentanti non
glielo vieti, 1°: spogliarsi di tutti i propri beni materiali; 2° seguire Gesù come Lo seguivano
i Suoi apostoli, cioè, imitandolo perfettamente interiormente ed esteriormente, conformando
completamente la nostra anima alla Sua, abbracciando, facendo nostri tutti i Suoi pensieri, i
Suoi sentimenti, i Suoi affetti, rendendo la nostra anima e il nostro cuore simili ai Suoi… e
conformando completamente la nostra vita esteriore alla Sua, condividendo in tutto la Sua
vita esteriore come lo facevano gli apostoli, seguendoLo passo dopo passo e condividendo
la Sua povertà, la Sua abiezione, le Sue fatiche, i Suoi lavori, le Sue persecuzioni, i Suoi
rifiuti, tutte le Sue pene e tutti i trattamenti buoni o cattivi che Gli facevano… Secondo
questa legge della perfezione che ci dai, questo codice, questa regola che determini, si
giunge alla perfezione molto semplicemente, senza questa moltitudine di mezzi indicati nei
libri, attraverso due gradi che sono: 1° la povertà volontaria unita alla carità verso i
poveri, 2° cura continua ad imitarTi in tutto.
Grazie, Mio Dio, di mostrarci con questa carità sia gli scogli da evitare sia la via da
seguire…Gli scogli: la ricchezza, tutte le dolcezze che si trovano nelle creature;… la via: la
povertà, l’abbandono della famiglia, dei beni, di tutto il creato.
Lasciamo i nostri campi, le nostre case, i nostri padri, le nostre madri, i nostri fratelli, le
nostre sorelle, i nostri amici, lasciamo i beni, i cari, tutto! Lasciamo tutto il creato e
riceveremo, non cento volte tanto in creature, come lo vogliono dei miseri che hanno
sicuramente lasciato queste cose solo con il corpo e non con lo spirito (e sono ben lontani
dall’essere poveri di spirito), poiché aspirano a ricevere sin da questo mondo cento volte di
più di questi beni sensibili che dicono aver lasciato per Dio… Bella povertà di spirito che
desidera avere cento volte di più di gioie materiali, terrene, sensibili, nella vita religiosa di
quante ne avesse nel mondo… San Girolamo prende in giro questi poveri di spirito che
«lasciano una donna», dice, pensano di riceverne cento dalla mano di Dio?... E il santo
dottore aggiunge: no, non riceveranno il centuplo in beni sensibili, ma riceveranno grazie
spirituali delle quali il valore sarà cento volte più grande di quello dei beni sensibili che
hanno lasciato per Dio… Più lasceremo tutti i beni sensibili per Dio, più Egli ci dà al loro
posto dei beni spirituali, ecco cosa vuol dire questo passaggio; più lasciamo il naturale, più
riceviamo il sovrannaturale… Più facciamo il vuoto in noi, più Dio ci riempie della Sua


grazia… Più siamo poveri del creato, più siamo ricchi del divino… Quando abbiamo
lasciato tutto il naturale, tutto il creato, qundo abbiamo svuotato perfettamente la nostra
anima di tutto ciò che non è Dio, quando siamo perfettamente poveri di spirito, quando il
nostro spirito non ha conservato nessun attaccamento a niente di ciò che non è Dio, è
completamente spogliato e nudo di tutto il creato, allora Dio, che entra in noi nella
proporzione in cui ci svuotiamo di ciò che non è Lui, si dà a noi completamente, ci riempie
completamente, si unisce completamente a noi, si stabilisce nella nostra anima e ne fa la Sua
dimora; allora è lo stato di unione, il cielo sulla terra. «Non siamo più noi che viviamo, ma è
Gesù che vive in noi»… Facci la grazia di giungere là, mio Dio, lo dobbiamo tutti

2 M/222, su Mc 10,22-31, in C. DE FOUCAULD, La bonté de Dieu. Méditations sur les Saints Évangiles (1),
Nouvelle Cité, Montrouge 1996, 161-162.
3

Commenti

Post più popolari