D. Mario MORRA SDB "Donaci o Signore la sapienza del cuore"

11 ottobre 2015 | 28a Domenica - Tempo Ordinario B | Omelia
"Donaci o Signore la sapienza del cuore"
Nel brano del Vangelo di Marco in questa domenica, Gesù continua la sua catechesi, a dare cioè le sue
istruzioni agli Apostoli ed a noi.
Domenica scorsa ci istruiva sul disegno primordiale di Dio creatore, riguardante l'unione dell'uomo e della donna, fondata sul matrimonio, uno ed indissolubile, e sulla necessità di essere semplici come bambini per poter entrare nel suo regno: dobbiamo avere piena fiducia ed abbandono in Dio, come il bambino pone la sua sicurezza in papà e mamma.
Oggi Gesù ci insegna come il cristiano deve comportarsi di fronte alla ricchezza. Nel mondo giudaico dei tempi di Gesù l'abbondanza dei beni materiali era considerata addirittura un segno della benedizione di Dio. Giobbe, dopo la malattia e dopo aver superato la prova, viene benedetto da Dio; dice la Bibbia: "Il Signore benedisse la nuova condizione di Giobbe più della prima ed egli possedette quattordicimila pecore e seimila cammelli, mille paia di buoi e mille asine. Ebbe anche sette figli e tre figlie… In tutta la terra non si trovarono donne così belle come le figlie di Giobbe…"
Gesù invece dimostra di pensare diversamente. Al rifiuto dell'uomo ricco, che pure è buono ed onesto, perché ha osservato tutti i comandamenti fin dalla giovinezza, ma che non ha il coraggio di lasciare tutto per seguirlo, Gesù commenta con amarezza: "Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entrano nel regno di Dio!… è più facile che un cammello (una grossa fune) passi per la cruna di un ago..".
Perché? ci domandiamo.
La risposta è facile: - chi ha ricchezze facilmente pone in esse tutta la sua sicurezza, e perde lo spirito di fiducia e di abbandono in Dio, necessario per ottenere la salvezza; - chi ha ricchezze si sente autosufficiente e non prova alcun bisogno dell'aiuto di Dio; - chi ha ricchezze, affascinato dai beni materiali non prova alcuna attrattiva per i valori ed i beni spirituali, e vive chiuso nel suo egoismo.
Il discorso di Gesù sulla ricchezza apre quindi due prospettive: quella della rinuncia effettiva e radicale a tutti i beni per seguire Lui, come fecero gli Apostoli, e quella del distacco affettivo, del cuore, dagli stessi beni terreni, indispensabile per entrare nel regno ed essere discepoli di Cristo. Entrambe le prospettive sono impegnative, specialmente per noi che viviamo in una società profondamente materialistica, la cui cultura dominante è quella dell'idolatria del possesso, della ricchezza e del benessere.
Se facciamo caso, le notizie che occupano maggiormente i giornali ed i mezzi di comunicazione, non sono tanto quelle che riguardano la pace o la guerra, o i grandi avvenimenti dell'umanità, ma piuttosto quelle che riguardano l'andamento della borsa, la crescita del Dollaro e la svalutazione dell'Euro, la manovra finanziaria. Su tutte le reti televisive e radiofoniche troviamo in continuazione gare e concorsi con premi dalle cifre favolose: con risposte futili, che non impegnano certo né l'intelligenza, né la cultura, si vincono fortune enormi.
Questa è la società nella quale noi cristiani siamo chiamati a vivere e a dare la nostra testimonianza, sapendo relativizzare i beni terreni, usandoli senza renderci schiavi di essi, moltiplicandoli con il lavoro per il bene di tutti e condividendoli con chi è nel bisogno.
Non a tutti il Signore chiede di lasciare tutto per seguirlo nella vita di speciale consacrazione, ma a tutti chiede il distacco del cuore dai beni terreni e la rinuncia al godimento egoistico di essi.
In questo sta la "sapienza del cuore" che abbiamo invocato nel salmo responsoriale. La Sapienza, chiesta ed ottenuta dal re Salomone (1a lettura) non è tanto frutto di studio e di esperienza umana, ma piuttosto dono di Dio. È infatti un riflesso della sapienza stessa di Dio, del suo modo di vedere, e di giudicare le cose, che ci guida nella via del bene, e nel retto esercizio delle nostre capacità. È un bene prezioso che Salomone ha preferito al potere ed al prestigio, a tutto l'oro del mondo. "L'amai più della salute e della bellezza… insieme con essa mi sono venuti tutti i beni".
È un dono che anche noi dobbiamo chiedere ogni giorno, con insistenza: "Donaci o Signore la sapienza del cuore".
Ce lo ottenga la Madonna, Maria che è la Sede della Sapienza!

D. Mario MORRA SDB

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