don Giacomo Falco Brini "Ma egli gridava più forte"

XXX Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (25/10/2015)
Vangelo: Mc 10,46-52 
Nel vangelo di domenica scorsa Giacomo e Giovanni pretendevano qualcosa da Gesù. Lui, pacatamente, risponde con domanda assai disponibile ad accogliere la
richiesta: "che cosa volete che io faccia per voi?" (Mc 10,36). Vogliono i primi posti mentre il Maestro sta dirigendosi all'ultimo posto e mentre parla a tutti di servizio e ultimi posti per poter divenire davvero grandi. È molto curioso che nel finale del vangelo di oggi Gesù rivolga la stessa domanda (Mc 10,51) a Bartimeo che gridava a Lui, ma con ben altro esito alla sua richiesta!...Il vangelo ci presenta i discepoli camminare instradati con il Signore e la folla, mentre il figlio cieco di Timeo mendica seduto e fuori strada. Quello che succede è semplicemente sorprendente. Ed è un avviso per noi che leggiamo oggi il vangelo di Mc, affinché riconosciamo che quanto capita ai primi discepoli è spesso quel che capita e può ancora capitare a noi.

Non conoscevo, fino a un paio di anni fa, i motivi della cecità che ha colpito Andrea Bocelli. Quand'era ancora piccolo gli fu diagnosticato un glaucoma congenito bilaterale. Circa ventisette operazioni, innumerevoli consulti medici, una vera via crucis. Per qualche tempo comunque Andrea ha visto il sole, il cielo, le stelle, gli animali e i volti degli uomini. "Vedevo male, ma senza alterazioni", dice nella sua ultima autobiografia. Poi a 12 anni riceve una pallonata in faccia durante una partita di calcio. Il trauma colpisce i già fragili occhi e da allora scende l'oscurità totale. Inizia un percorso sofferto nel quale progressivamente Bocelli scopre l'amore per la musica e in particolare per la lirica. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, quel percorso che gli ha fatto raggiungere un rapido successo in tutto il mondo, non lo porta a divenire un vanesio campione del consenso, uno scaltro prodotto di mercato, oppure il tipico divo narcisista e nevrotico, anche se lui ammette di essere stato per un certo tempo stordito dal successo. Le premesse per un tale esito ci sarebbero tutte, eppure chi l'ha intervistato ha testimoniato sempre la sorpresa per la calma riservata con cui l'artista parla, per il suo gentile conversare che pone sempre un confine, una sorta di amabile distacco dal suo interlocutore. Bocelli dichiara sempre di credere in Dio e lo fa con semplicità, come se fosse ovvio e naturale. Si definisce un devoto di Pascal e di Tolstoj, dice che sono stati loro a salvarlo da indugi e false partenze nella fede. Ma soprattutto giunge ad affermare nella sua autobiografia, lui, un "non vedente", che "tanti nella vita possono vedere tutto senza in realtà vedere nulla".

Come dargli torto? Tanti che camminano con Gesù sembrano non occuparsi di conoscere con chi hanno a che fare. Sono per strada vicini a Lui, eppure si rivelano così lontani! Eterno e stupefacente paradosso del vangelo! Quell'uomo cieco che si trova ai bordi della strada, lontano dal suo sguardo, "sente" il suo passaggio e comincia a gridare: "Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!" (Mc 10,47). Molti tra la folla lo sgridano. Sono infastiditi dalla sua presenza o solo dal suo grido? Hanno fretta? O non hanno voglia di ascoltare cosa vuole? Pensano che sia impossibile al Maestro, deciso sulla rotta di Gerusalemme, fermarsi per dare udienza a un cieco? Oppure non sopportano che un grido d'uomo faccia saltare la tabella di marcia del seguito di Gesù? Che si stesse ancora discutendo tra loro di cose importanti? (a chi i primi posti?...) Lo sgridano, vogliono che stia zitto, però non riescono a farlo tacere. "Ma egli gridava molto più forte" (Mc 10,48). Trovo questa annotazione di Marco una perla di rara bellezza. E' il grido del misero, del piccolo, del peccatore che spera solo in Dio. E' quel grido più forte di ogni voce avversa che si erge contro. E' quella preghiera -gemito dello Spirito- che il Signore non può ignorare. Perché se c'è una preghiera che ci fa "toccare" Dio, questa è la preghiera di chi riconosce la propria radicale povertà e il suo essere profondo bisogno di Lui. Una mamma, anche se ascolta sempre volentieri la voce del figlio, può non corrispondere alle sue richieste, se queste non gli fanno del bene. Ma non può non accorrere quando il figlio grida a lei. "Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!". Quel cieco è l'unico uomo nel vangelo di Marco a chiamare Gesù per nome, come se già avesse con quel nome una relazione personale di conoscenza e familiarità. Egli sa cosa chiedere. Invoca misericordia per la sua vita e crede che Gesù è il Figlio di Davide, l'atteso di Israele che compie le promesse di Dio (cfr. Ger 31,7-9), colui che esercita il suo potere usando misericordia.
Gesù viene fermato da quel grido invincibile e ordina ai suoi di chiamarlo (v.49). Come sarà stata la loro faccia davanti a quella brusca fermata fuori programma? Adesso però possono assistere al meraviglioso incontro. Hanno qualcosa di importante da imparare. Devono convincersi di essere come quel cieco, piccolo, povero e fuori strada, altrimenti non capiranno nulla né del Signore né della loro stessa chiamata. Coloro che rifiutavano il cieco ora glielo conducono per mano. Perdonaci Gesù! Stiamo scoprendo che quando non siamo sintonizzati con il tuo Cuore non ti vediamo, non ti siamo vicini, e finiamo per tormentare il piccolo che ti cerca con tutto il cuore invece che portarlo a Te! Signore, abbi pietà di noi!
Al solo sentire la voce dei discepoli, Bartimeo balza in piedi con la prontezza di chi sembrava attendere da tempo. Gesù gli chiede cosa vuole che faccia per lui. "Ora il cieco gli disse: Rabbunì (maestro mio), che io veda! - E Gesù gli disse: và, la tua fede ti ha salvato" (vv. 51-52).

Maestro mio,
non voglio più sedermi alla tua destra
né alla tua sinistra
ma nemmeno davanti o di dietro
Non cerco più un posto che venga prima di tutti
o che sia visibile a tutti
Cerco solo il tuo Volto
Il tuo Volto Signore io cerco
non nascondermi il tuo Volto (Sal 27)
Maestro mio
possa io vedere ogni giorno Te
imparando ad ascoltare Te
a camminare con Te
a lasciarmi cercare da Te
Gesù di Nazareth
anche io grido a Te
e griderò più forte
Fermati ancora!
Chiamami ancora!
Perché se non mi parli,
io sono come chi scende nella fossa (Sal 28)
Che io vada fuori strada
purché conosca qual è la tua strada
e impari solo a seguirti
ovunque Tu sia
E così sia.

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