don Luciano Cantini "Una sola carne"

don Luciano Cantini  
XXVII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B) (04/10/2015)
Vangelo: Mc 10,2-16
E' lecito
È un mondo, quello al tempo di Gesù, caratterizzato da maschilismo e cavillosità e la domanda posta lo
rappresenta bene... ma non ci deve indignare perché oggi non siamo dissimili da allora. Due esempi apicali di oggi rivelano un più ampio sottofondo culturale variamente caratterizzato: il numero crescente dei "femminicidi" e le modalità dei dibattiti parlamentari.
Cogliere il senso della risposta che Gesù ci offre può essere l'inizio di un percorso che ancora l'umanità stenta ad iniziare.
Cosa vi ha ordinato
L'atto di ripudio era previsto nell'ordinamento "religioso", quello che secondo la tradizione Mosè ha scritto per il popolo. Gesù ne prende le distanze sottolineando l'origine: Mosè, e i destinatari: "voi". Questo ci deve far riflettere sulla molteplicità di disposizioni e regole che il mondo religioso ha assunto ma che hanno origini umane e con la caratteristica della contingenza storica che inevitabilmente muta. L'autorità, per altro presunta, di Mosè è notevole ma Gesù ci chiede di andare oltre le autorità umane, liberarci dalla durezza del cuore, per tentare invece di intuire quale sia la Volontà di Dio. Sfugge la questione del divorzio, non è problema, piuttosto affronta il senso della relazione uomo-donna che ha in sé il senso profetico dell'esistenza umana capace di rivelare l'essenza di Dio.
Ma dall'inizio
Abbiamo uno strumento prezioso della Rivelazione che Gesù cita: la Scrittura che inizia con la parola arché (Principio) che è anche il "principio" di ogni insegnamento e deduzione umana. Gesù stesso ci chiede di andare all'inizio (arches) della rivelazione. Dovrebbe essere la preoccupazione di ciascuno quella di raggiungere il principio delle cose, non per tornare indietro ma per cercare di scoprire, nel percorso della vita dove e se abbiamo perso la strada, dove abbiamo deviato dalla vocazione originale della nostra umanità, o se, addirittura, quel percorso indicato non è mai stato iniziato.
L'uomo lascerà
Nella Bibbia è detto che è l'uomo deve lasciare i genitori per unirsi alla donna, eppure culturalmente è sempre avvenuto il contrario. Questo fatto la dice lunga sull'accoglienza che l'umanità ha riservato a quella rivelazione che è seminata nel tessuto stesso dell'essere umano. L'assunto culturale umano ha la prerogativa su ogni cosa, anche sulla natura stessa dell'uomo così come Dio l'ha pensata; da qui nasce il dubbio di quanto siano strumentali all'uomo gli atteggiamenti e i rigori religiosi, ancora oggi.
Una carne sola
La singolarità e l'individualità della persona hanno avuto da sempre grande attenzione nel pensare degli uomini, in questa era postmoderna si è giunti alla esaltazione della soggettività come misura di tutto. Le aspirazioni, i gusti, le percezioni di ogni singolo sono assunte a diritti irrinunciabili. La Scrittura, invece, esplicita il primato della relazione spinta fino alla comunione totale a tal punto che la creazione dell'uomo-coppia precede la separazione dei sessi. Dio imprime la sua immagine nella relazione di coppia perché la sua "unicità" è mistero di "Comunione", mistero d'amore scritto nella "carne" dell'uomo.
La relazione uomo-donna non è una relazione qualsiasi soggetta a mutamenti dei sentimenti individualistici, va oltre il consenso dei singoli, piuttosto è lo spazio che Dio ha scelto per rivelare se stesso e il progetto della storia. Alla sollecitazione ricevuta Gesù esprime la volontà di ricondurre il matrimonio, almeno come progetto, al disegno originario del creatore.
Se vogliamo trovare Dio dobbiamo cercarlo tra le relazioni umane, quelle che creano comunione, frutto della misericordia (Cfr. Mt 25,31-46). Quella che più di ogni altra è capace di rendere presente all'umanità la presenza di Dio è quella sessuale e affettiva tra uomo e donna. Non a caso gli ebrei esprimevano l'esperienza sessuale col verbo "conoscere"; nella reciproca conoscenza l'uomo e la donna sono resi capaci di conoscere Dio. Questa conoscenza si lega alla fragilità e alla incompiutezza dell'uomo con cui l'uomo stesso deve fare i conti... non manca la fatica e il peccato, ciò nonostante nel matrimonio tra un uomo e una donna è scritta una parola d'amore che Dio affida alla coppia per costruire una comunità. Così gli sposi esprimono nella sessualità il loro azione sacerdotale: Vi esorto dunque, fratelli, per la misericordia di Dio, a offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale (Rm 12,1).

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