FIGLIE DELLA CHIESA LECTIO DIVINA "Il Figlio dell’uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti (Mc 10,35-45)

XXIX Domenica del Tempo Ordinario
Antifona d'ingresso
Io t’invoco, mio Dio: dammi risposta,
rivolgi a me l’orecchio e ascolta la mia preghiera.
Custodiscimi, o Signore, come la pupilla degli occhi,
proteggimi all’ombra delle tue ali. (Sal 17,6.8)
Colletta
Dio Onnipotente ed eterno,
crea in noi un cuore generoso e fedele,
perché possiamo sempre servirti con lealtà
e purezza di spirito.



Oppure:
Dio della pace e del perdono,
tu ci hai dato in Cristo il sommo sacerdote
che è entrato nel santuario dei cieli
in forza dell’unico sacrificio di espiazione;
concedi a tutti noi
di trovare grazia davanti a te,
perché possiamo condividere fino in fondo
il calice della tua volontà
e partecipare pienamente
alla morte redentrice del tuo Figlio.

PRIMA LETTURA (Is 53,10-11)
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza.
Dal libro del profeta Isaìa

Al Signore è piaciuto prostrarlo con dolori.
Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione,
vedrà una discendenza, vivrà a lungo,
si compirà per mezzo suo la volontà del Signore.
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce
e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti,
egli si addosserà le loro iniquità.

SALMO RESPONSORIALE (Sal 32)
Rit: Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo.

Retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama la giustizia e il diritto;
dell’amore del Signore è piena la terra. Rit:

Ecco, l’occhio del Signore è su chi lo teme,
su chi spera nel suo amore,
per liberarlo dalla morte
e nutrirlo in tempo di fame. Rit:

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
Su di noi sia il tuo amore, Signore,
come da te noi speriamo. Rit:

SECONDA LETTURA (Eb 4,14-16)
Accostiamoci con piena fiducia al trono della grazia.
Dalla lettera agli Ebrei

Fratelli, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione della fede.
Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato.
Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno.

Canto al Vangelo (Mc 10,45)
Alleluia, alleluia.
Il Figlio dell’uomo è venuto per servire
e dare la propria vita in riscatto per molti.
Alleluia.

VANGELO (Mc 10,35-45)
Il Figlio dell’uomo è venuto per dare la propria vita in riscatto per molti.
+ Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Preghiera sulle offerte
Donaci, o Padre,
di accostarci degnamente al tuo altare,
perché il mistero che ci unisce al tuo Figlio
sia per noi principio di vita nuova.

Antifona di comunione
Gli occhi del Signore sono su quanti lo temono,
su quanti sperano nella sua grazia, per salvare la loro vita dalla morte,
per farli sopravvivere in tempo di fame. (Sal 33,18-19)

Oppure:
Il Figlio dell’uomo è venuto per dare la sua vita
in riscatto per tutti gli uomini. (Mc 10,45)

Preghiera dopo la comunione
O Signore, questa celebrazione eucaristica,
che ci ha fatto pregustare le realtà del cielo,
ci ottenga i tuoi benefici nella vita presente
e ci confermi nella speranza dei beni futuri.

Lectio
Introduzione
La Parola, che Dio ci dona in questa 29a domenica dell’anno liturgico, è tutta risuonante nel suo significato più profondo di un grido di speranza: la richiesta a Dio di un dono, il suo amore, per uscire dalle strettezze dei nostri progetti. Nei pochi versetti del Salmo responsoriale risuona per ben tre volte la parola “amore” pochi versetti mentre il popolo risponde “Donaci, Signore, il tuo amore: in te speriamo”.
Nell’’antifona di ingresso la Chiesa ci invita a chiedere a Dio la custodia attenta e delicata, così “come si custodisce la pupilla dell’occhio” di un bene prezioso: “il poter condividere fino in fondo il calice della sua volontà e partecipando alla morte redentrice di Gesù, nostro Sommo Sacerdote, che con il suo unico sacrificio di espiazione ha attraversato i cieli” aprendo il cammino rimasto sbarrato per millenni da quel peccato in cui l’uomo si senti “come Dio”. (cfr antifona di ingresso e colletta T.O. Anno B)
Il brano evangelico di Marco (Mc 10,35-45), ci presenta questo “ calice della volontà di Dio da condividere”. Il capitolo 10 infatti, apre la terza parte, sottolineando ciò che è essenziale non solo per la Chiesa, ma per tutta l’umanità se vuol vivere in pace, in una società non più dilaniata da guerre per essere i primi nel potere: “Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito ma per servire e dare la vita in riscatto per molti …” (Mc 10,45). Questa verità Dio stesso è venuto a proclamarla in modo cruento, con la forma più ignominiosa: “la morte in croce. “Tre volte Gesù annunciò in forma molto chiara la sua Passione e Morte, ma i discepoli già timorosi e impauriti per il modo con cui era perseguitato, avevano timore di “chiedere spiegazioni” di quella verità che minacciava anche la loro vita. Ogni annuncio della Passione era coronato dalla promessa della risurrezione, mistero grande e luminoso, ma invisibile, che non fece notizia per i discepoli bloccati dalla paura. Gesù ne diede come prova, per consolarli, con un anticipo nella trasfigurazione davanti a Pietro, Giacomo e Giovanni, sul monte; anche se udirono la voce del Padre che raccomandava di “ascoltare il suo Figlio diletto”, anche se sono stati come accecati dalla sua “luce sfolgorante” l’annuncio della Passione e della Morte, non si attenuò nella sua drammaticità e rimase viva la speranza in un Messia potente.
Pietro, dopo aver fatto la sua professione di fede “Tu sei il Cristo” e aver ricevuto l’ordine di non parlare di lui a nessuno, al primo annuncio tenta di fermare Gesù dicendogli: “Non sia mai…”. E Gesù, a lui: “Lungi da me Satana! (divisore) Perché tu non pensi secondo Dio…” Mc 8,33). Mentre annuncia loro quello che gli sarebbe accaduto “gli si avvicinano Giacomo e Giovanni dicendo :“Maestro vogliamo che tu ci conceda ciò che ti chiediamo”; (Mc 10,35). E Gesù chiede loro di esprimere il desiderio con un “Che cosa volete”? Ed essi precisano: “Sedere uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno” (Mc 10,36)
Gesù comprende la loro richiesta osservando che non conoscevano la portata della loro domanda e chiede se sono capaci di “bere il suo stesso calice e di ricevere il suo battesimo” (cfr 10,38). Davanti alla loro sicurezza “si lo possiamo” Gesù, profetizza il dono della loro vita partecipando alla sua stessa Passione, ma toglie loro l’illusione del potere che sognavano, consegnando a Dio suo Padre la loro richiesta dicendo: “Sedere alla mia destra o sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato” (Mc 10,40). Corregge la loro prospettiva sbagliata dicendo: “Questa è la via per chi vuol essere mio discepolo”. Il cammino della Chiesa non può essere un cammino diverso da quello del suo Fondatore. E’ una Comunità che deve seguire un atteggiamento diverso e dice : “Tra voi, però, non è così. Ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore” (10,44). Indica il cammino del servizio che Lui ha percorso per più di trent’anni nella Famiglia di Nazareth in mezzo al suo popolo che attendeva un Messia Liberatore. Non accolto dai suoi, non disse “che era il Figlio di Dio, per insegnarci a vincere nella quotidianità la sete di dominio e di grandezza. Questo è il pensare secondo Dio.
Questo Vangelo ci fa meditare su ciò che è più importante per la Chiesa, Corpo Mistico di Cristo: “Servire, donare la vita, occupando l’ultimo posto, dove sono confinati gli ultimi della terra, le periferie del mondo, soprattutto quelle del cuore umano”. Quando Papa Francesco ricalcò le orme di San Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, in visita a Cuba e agli Stati Uniti, qualcuno di coloro che commentavano, provò a chiedersi che cosa stesse esperimentando lassù, in alto parlando in inglese, in quei luoghi, che aveva visto dalla lontana Argentina. Terminato quel faticoso viaggio in cui l’amore non fece mai mancare la serenità sul suo volto, non cambiò atteggiamento quando sull’aereo fu interrogato in una conferenza stampa “se ora si sentisse con “più potere”; certo non per opprimere, ma per costruire qualcosa di nuovo. La sua risposta repentina mostrò quell’immagine che il mondo intero poté vedere: si era sentito “il servo dei servi di Dio”. Per questo, senza essere “una star”, dal suo posto fra gli ultimi brillò come “una stella”, Lui il vicario di Cristo. Questo Cristo Gesù, la “Stella del Mattino”, Parola e Pane che si dona a noi come cibo ogni giorno, liberandoci dalla nostra ansia di “autoreferenzialità”, perché viviamo in fraternità, frutto della comunione.

Appendice
L’ora di Gesù: la Passione
"E` giunta l`ora che sia glorificato il Figlio dell`uomo" (Gv 12,23). Dice Gesú: ormai è vicino il tempo in cui sarò glorificato davanti a tutti. Qui Gesú usa il titolo di «Figlio dell`uomo» poiché prima di caricarsi della croce accetta interamente il destino dell`uomo, Egli che dopo la sua Risurrezione e Ascensione è adorato da tutte le creature per il fatto che è unito al Verbo di Dio. Dopo aver annunciato la sua mirabile glorificazione, che sembrava inconciliabile con la sua imminente passione, aggiunge: "In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto" (Gv 12,24). Non temete dunque per la mia morte. Il chicco di grano è solo prima di cadere nel profondo, ma una volta caduto e morto germoglia gloriosamente e produce duplice frutto, stende davanti a tutti le sue ricchezze e mostra agli occhi lo splendore della sua bellezza. Sappiate che cosí avverrà anche di me. Adesso sono solo e senza gloria, sconosciuto in mezzo a tutti gli altri uomini. Ma dopo la mia morte di croce, risusciterò nella gloria. Allora produrrò molti frutti e tutti mi riconosceranno. E non solo i Giudei, ma anche gli uomini di tutta la terra mi chiameranno loro Signore, e perfino le potenze dello spirito mi glorificheranno.
Dopo queste parole Gesú esorta i suoi discepoli ad imitarlo: "Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna" (Gv 12,25). Dunque non solo non dovete scandalizzarvi per la mia passione, né dubitare delle mie parole che confermeranno i fatti, ma anche voi dovete essere pronti a sopportare le stesse sofferenze per produrre gli stessi frutti. Infatti, secondo Gesú, chi si preoccupa della propria vita su questa terra e non vuole esser messo alla prova, la perderà nel mondo che verrà; mentre chi la odia in questo mondo accettando le sofferenze che si presentano, raccoglie per sé molti frutti... Dice poi molto semplicemente: "Se uno mi vuol servire mi segua" (Gv 12,26). Se qualcuno vuol essere mio servo, dimostri con i propri atti che vuol seguirmi. Ma qualcuno potrebbe dire: «Che cosa otterranno coloro che soffriranno insieme con te?». Risponde Gesú: "Dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà" (Gv 12,26). Chi parteciperà alle mie sofferenze, parteciperà anche alla mia gloria; sarà con me in eterno nella vita futura e parteciperà al mio trionfo nel regno dei cieli. Ecco come il Padre mio onorerà quelli che mi avranno servito fedelmente. (Teodoro di Mopsuestia, Evang. Iohan.)

Ama l’umiltà e avrai gloria!
Se ti ricordi che Cristo dice che si perde la mercede innanzi a Dio, quando uno va cercando onore presso gli uomini e fa il bene per essere visto dagli uomini, metti tanta accortezza a non essere onorato dagli uomini, quanta ne mettono gli altri per averne gloria. "Hanno ricevuto la loro mercede" (Mt 6,2), dice il Signore. Perciò non ti far danno da te stesso, andando dietro alla gloria degli uomini. Dio è un grande osservatore; cerca di aver gloria presso Dio, Dio distribuisce splendide ricompense. Hai forse raggiunto una gran rinomanza, ti stimano, ti onorano, ti cercano? Cerca di diportarti come un suddito "Non come chi esercita un potere sugli altri" (1Pt 5,3) e non seguir l`esempio dei principi mondani. Il Signore ha comandato che, chi vuol essere il primo, deve essere servo di tutti (cf.Mc 10,44). In una sola parola: pratica l`umiltà, come conviene a chi la ama. Amala e avrai gloria. Questo è il cammino verso la vera gloria, che si ha tra gli angeli, innanzi a Dio. Cristo ti dichiarerà suo discepolo innanzi agli angeli (cf.Lc 12,8) e ti darà gloria, se imiterai la sua umiltà; egli, infatti, disse: "Imparate da me, che sono mite e umile di cuore e troverete pace per le vostre anime" (Mt 11,29). (Basilio di Cesarea, Hom. de humilit., 7)

L’amore infinito di Dio
Non è dunque giusto che Dio ci respinga e ci castighi quando, offrendosi egli stesso a noi in tutto, noi lo respingiamo? Evidentemente sì. Se tu vuoi ornarti - egli dice - prendi il mio ornamento; se vuoi armarti, prendi le mie armi; se desideri vestirti, ecco la mia veste; se vuoi nutrirti, ecco la mia mensa; se intendi camminare, percorri la mia via; se desideri ereditare, ecco la mia eredità; se vuoi entrare in patria, entra nella città di cui io sono l`architetto e il costruttore; se pensi di costruirti una casa, edificala nei miei territori: io di certo, per quello che do, non ti chiedo pagamento. Anzi, per il fatto stesso che vuoi usare ciò che è mio, per questo io ti voglio ricompensare. Che cosa può essere paragonato a simile generosità? Ecco cosa dice il Signore: Io padre, io fratello, io sposo, io casa, io alimento, io vestito, io radice, io fondamento: io sono tutto ciò, se tu vuoi; di nulla tu mancherai. Io ti servirò anche, perché sono venuto "per servire, non per essere servito" (Mt 20,28). Io sarò anche amico, e membro, e capo, e fratello, e sorella, e madre, tutto io sarò; solo, comportati familiarmente con me. Io sono stato povero per te, mendico per te, sulla croce per te, nel sepolcro per te; in cielo io supplico il Padre per te; in terra sono venuto ambasciatore per te da parte del Padre. Tutto tu sei per me: fratello, coerede, amico, membro. Che cosa vuoi di piú? Perché respingi chi ti ama cosí? (Giovanni Crisostomo, Comment. in Matth., 76, 5)

Commenti

Post più popolari