GIOVANNINI Attilio sdb"Cos'è la fede?"

25 ottobre 2015 | 30a Domenica - Tempo Ordinario B | Appunti per la Lectio
* La tua fede ti ha salvato.
Che grande parola! Non sei solo guarito: sei salvo.
Che cos'è questa fede che salva?
E chi è questo Figlio di Davide, a
cui si chiede di avere pietà?
E perché lui insiste così tanto sulla necessità di avere fede?
Fede, sappiamo, è indispensabile per vivere. Non solo senza dar credito agli altri non si può far nulla, ma la vita stessa si basa su un credere ultimo, un qualcosa che dà fondamento e senso a tutto il vivere e agire. Anche chi non crede in nulla in qualcosa crede. E quasi tutti credono in Dio.
Possiamo credere in Dio, in ultima analisi, perché lui stesso si è rivelato. E ci ha detto lui qual è il credere ultimo che realmente fonda la vita.
Dio si è rivelato scendendo al nostro livello. Adeguandosi al nostro linguaggio, ci ha spiegato chi è e cosa vuole. Ci ha detto che gli interessa la nostra vita e vuole salvarla.
Dio non è rimasto muto al di là dell'orizzonte.

* Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio. (Eb 11).

Il Figlio, con la sua esistenza, ci ha narrato chi è Dio. E ci ha anche spiegato cos'è la vita: vivere è dare obbedienza filiale a Dio quale Padre ed amare senza condizioni i fratelli. Solo questo, secondo il suo esempio, dà senso e salvezza al nostro vivere. Solo seguendo Gesù, nella sua fedeltà ad oltranza e fiducia totale nel Padre senza chiedergli conto di nulla, noi sperimentiamo la verità della sua Parola e la pienezza di vita.
Certo, questa fiducia illimitata ci dà un po' le vertigini. Accettare di mettere la nostra vita nelle mani di chi conosciamo per il racconto di altri ma che materialmente non vediamo; accettare di uscire da noi stessi e dalle nostre pretese per vivere nell'orizzonte di Dio a servizio suo e dei fratelli, è un bel rischio.
L'amore è sempre un rischio, e la fede una sfida. Ma la risurrezione di Gesù ci conforta ad affrontarla. Se lui ha accettato per primo il rischio di ascoltare il Padre e di amarci senza né condizioni né assicurazioni, e non è stato deluso, allora anche noi possiamo giocare la vita su questa scelta in tutta sicurezza.
Ovviamente sarà comunque dura. Questa scelta va rinnovata ogni giorno, perché minacciata ogni giorno dall'esterno e dall'interno. Attorno a noi ci sono quelli che non hanno fatto, e non voglio fare, la nostra scelta, e da essa sono disturbati. Da loro ci vengono opposizioni, persecuzioni, intimidazioni, esclusioni, o anche solo lusinghe e tentativi di corruzione, per resistere alle quali ci vuole molta forza.
Ma la lotta è anche interiore: contro le potenze dominanti, che seducono il cuore e lo inducono all'idolatria.
Per credere bisogna combattere. Le armi ci sono date... dalla fede stessa.
Le armi sono la vigilanza, la sobrietà, la temperanza, la pietà. Sono i doni dello Spirito Santo. E man mano che si lotta, la fede si irrobustisce e si purifica.
E proprio attraverso la lotta e la perseveranza la fede che salva si fa fede testimoniale: fede che allarga e partecipa al prossimo la scoperta fatta nell'incontro personale e dimostra che Dio è davvero Padre... e padre per tutti. La fede che mi ha salvato diventa prova e argomento della salvezza che ci raggiunge tutti in Cristo.
Cristo del resto è il primo testimone e il paradigma della fede testimoniale, perché è il primo "salvato" dalla sua fiducia nel Padre. Egli che è passato per il tunnel dell'oscurità, del silenzio di Dio; che non si è risparmiato gli enigmi dell'esistenza; che ha accettato la possibilità di perdere anche la vita per rispondere alla chiamata di Dio, egli ha tracciato il cammino: seguendo lui, l'amore trionfa. La vita si perpetua in Dio.

GIOVANNINI Attilio sdb

Commenti

Post più popolari