GIOVANNINI Attilio sdb"Cos'è la felicità."

11 ottobre 2015 | 28a Domenica - Tempo Ordinario B | Appunti per la Lectio
*Si fece scuro in volto e se ne andò rattristato.
Una tristezza - speriamo - salutare. Una necessaria delusione, che lo abbia indotto a prender coscienza
della sua reale impostazione di vita, per trovare il coraggio di fare un salto in avanti, oltre se stesso.
È interessante notare che questo tipo aveva tutto: posizione sociale, rispettabilità, devozione... ma non era contento.
Tutti, per un motivo o per l'altro, siamo scontenti. E il mondo si affretta a offrirci cose che ci danno la felicità. Siamo bersagliati tutto il giorno dalla pubblicità, che ci promette gioia se solo compriamo un prodotto o proviamo l'emozione di uno spettacolo, o di un motore, o di una droga...
In realtà il mondo non ci vende la gioia, ma un po' di piacere o una piccola felicità, che dura un attimo.
C'è differenza tra felicità e gioia. La felicità dipende da quello che mi è dato o da quello che mi succede. La gioia non dipende né dalle cose né dagli avvenimenti.
La gioia viene sempre da un incontro. Solo un incontro può cambiare la mia vita, aprirmi orizzonti, farmi uscire da me stesso per ritrovarmi nella verità.
Un incontro perfetto tuttavia è raro. Certo, nell'altro che vengo a conoscere ci sono anche sempre punti oscuri, zone chiuse che pregiudicano un po' la bellezza della scoperta. Ma nella misura in cui l'incontro produce amore, siamo riempiti di gioia. Più nasce amore, più cresce la gioia.
Ecco perché questo personaggio del vangelo va via triste: Gesù gli offre amore...

*fissato lo sguardo su di lui, lo amò ...
ma lui ha paura di quell'amore. L'amore infatti ti chiede di dare tutto, di rispondere sì senza pensarci, di buttarti nel fuoco per l'amico.
Quest'uomo cercava in Gesù solo un maestro, che gli insegnasse il trucco della giustificazione (dell'auto-giustificazione). E tuttavia lui stesso si è accorto che non era sufficiente. Gesù gli dice cosa gli manca: gli manca un grande amore.

*Vieni e seguimi.
Lascia tutto e viene con me.
L'avesse fatto, avrebbe scoperto la gioia.
Non che la sua vita sarebbe diventata facile e senza problemi, e tutto sarebbe filato liscio... Anzi, tutto sarebbe stato più duro. Al discepolo di Gesù non è fatto alcuno sconto. Però la gioia sarebbe stata piena lo stesso. Proprio come hanno provato gli apostoli, i quali, dicono gli Atti 541, bastonati per la loro fede,

*se ne andarono dal sinedrio lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.
Gioiosi di aver dimostrato il loro amore a Gesù.
E san Paolo ugualmente, in mezzo alle fatiche e alle traversie della evangelizzazione, confessava ai fratelli di Corinto:

*Sono pieno di consolazione, pervaso di gioia in ogni nostra tribolazione.
La gioia non viene dal mondo. Le cose del mondo ogni tanto mi danno anche qualche felicità, non si può negare. Ma le cose vanno e vengono.
Del resto non mi devo preoccupare delle cose. Gesù ci ha rivelato un segreto:

*Cercate il regno di Dio, e il resto vi sarà dato in aggiunta.
Lo possiamo sperimentare tutti. Se cerchiamo Dio, alla fine anche quaggiù riceviamo più di quanto immaginiamo. Le cose ti arrivano quando non le cerchi.
Cercare Dio con tutte le forze è il segreto della gioia. Perché, come giustamente diceva sant'Agostino,
"Tu ci hai fatti per te, Signore, e il nostro cuore non trova pace finché non è in te". E, come diceva Neemia:

*La gioia del Signore è la vostra forza.

GIOVANNINI Attilio sdb

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