GIOVANNINI Attilio sdb"Cos'è la santità?"

1 novembre 2015 | 31a Domenica: TuttiSanti - Tempo Ordinario B | Appunti per la Lectio
Cos'è la santità?
I santi sono un mistero.
Perché non sono solo uomini buoni, persone oneste e rette. Sono di più.
Sono un mistero, perché sono andati oltre la semplice umanità, eppure sono anzitutto profondamente umani. Non c'è nessuno così umano come il santo.

Ma come hanno fatto? Come va che alcuni sono diventati santi?

Hanno fatto corsi speciali?
Hanno praticato metodi trascendentali?
O sono nati con predisposizioni particolari?
Anche qui è un mistero. Ma ciò che è fuor di dubbio è che alla base c'è stato un incontro. Con Dio. Voluto e partito da lui. L'iniziativa è sempre sua. Cosa che però non esclude la responsabilità del soggetto. All'incontro va data una risposta libera e deliberata.

Un incontro: cioè quando Dio non è più un essere lontano, un oggetto del pensiero, ma è un Tu, che parla con te. Ti è venuto incontro per rivelarsi; oppure per farti sentire la sua assenza, la sua trascendenza indisponibile e innegabile, perché tu perda te stesso al fine di trovare lui nella verità.
Un incontro che avviene al profondo del tuo cuore, ma interessa e trasforma tutto di te: corpo, psiche, intelligenza, sensibilità... E tu non devi sforzarti, non devi cercare come raggiungere stati alti di esperienza... Devi solo lasciarti invadere, lasciarti fare. La santità è dono. La santità si costruisce nella "passività" sempre più totale.
Non è proprio che tu non debba fare nulla. Anzi, tu puoi e devi cercare l'incontro, volerlo, prepararti... ma sta a Dio il come, il quando, e fino a che punto attuarlo.
Perché l'incontro rimane dono che ti supera. Dono ancora più grande è quando poi Dio si nasconde, quando tace, quando l'anima passa attraverso la "notte oscura" che la immobilizza, perché è lì che afferra che Dio è Dio, e soprattutto comprende che le sue facoltà non sono né adeguate né pure abbastanza per essere riempite di lui. Ci vanno nuove facoltà, donate dal suo Spirito.
E del resto l'avventura dell'incontro non può fare a meno della croce. Si arriva alla pienezza solo svuotandosi; si raggiunge la vita con Dio solo morendo a se stessi. Ci si identifica col Figlio di Dio solo salendo con lui sulla croce. Cioè, come spiega san Paolo:

* portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.

Il santo è un mistero.
È la sorprendente con-presenza di vita e di morte, di ricchezza e povertà, di forza e tenerezza, di franchezza e affabilità, di libertà e obbedienza.
Il santo è uno che:
cresce facendosi piccolo;
arricchisce diventando povero;
risplende nascondendosi;
diventa perfetto riconoscendosi peccatore inguaribile.

Il santo è persona che, divinizzandosi, diventa compiutamente uomo.
E solo chi vive pienamente la sua umanità può diventare santo.

Senza la santità nella vita cristiana tutto diventa formale, inconcludente, sterile.
Senza la santità la Chiesa viene fraintesa come ogni altra istituzione di questo mondo.
Senza la santità la vita si perde negli ideali utopici o nei pragmatismi banali.
La santità è la perla preziosa, che vale tutto il mio patrimonio. Vale più del lavoro, più della famiglia, più della salute, più del respiro.

È così. Se non crediamo al Vangelo, crediamo ai Santi.

GIOVANNINI Attilio sdb

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